La pandemia di Covid-19 ha ritardato diagnosi e interventi. Pazienti oncologici più a rischio in caso di infezione. Ma le cure non vanno sospese
Esami diagnostici rimandati. Interventi posticipati. L'anno che si appresta a concludersi ha aggiunto una ulteriore difficoltà lungo la strada dei malati di tumore: quella rappresentata da Covid-19.
Fin dall'inizio si è infatti capito che i pazienti oncologici rappresentano una delle categorie più a rischio, in caso di infezione da Sars-CoV-2. E, nello specifico, alcuni di loro. Coloro per esempio che sono in trattamento in questa fase con farmaci che sopprimono la risposta immunitaria. Così come i pazienti più anziani (perché alla malattia si aggiunge un altro fattore di rischio, l'età) e quelli che sono alle prese con una malattia del sangue o del sistema linfatico (leucemie, linfomi e mielomi). Al contempo, però, le diverse forme di cancro non possono attendere la fine della pandemia. Vanno curate quanto prima, se già presenti. O scovate senza eccessivi ritardi, se si ha la sfortuna di sospettare una diagnosi in un periodo già caratterizzato da un'emergenza sanitaria.
Con questo articolo, vogliamo riproporvi tutti gli articoli pubblicati nel 2020 in cui abbiamo raccontato le ricadute del Covid-19 per i pazienti oncologici. Dall'impatto sulle diagnosi alle scelte da compiere in vista di un intervento, dalla gestione delle ricadute psicologiche in un periodo così delicato alla sicurezza delle terapie farmacologiche somministrate negli ospedali.
Una serie di informazioni che speriamo possano risultare utili a chi è già in cura e a chi riceverà una diagnosi oncologica nei prossimi mesi.
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Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).