Chiudi
Cardiologia
Serena Zoli
pubblicato il 10-04-2025

Burro o olio? La scelta che può influenzare la salute



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Uno studio su 200mila persone mostra che sostituire il burro con olio vegetale riduce il rischio di morte per cancro e malattie cardiovascolari

Burro o olio? La scelta che può influenzare la salute

Uno studio condotto su 200.000 persone seguite per oltre 30 anni ha evidenziato che gli oli vegetali – di soia, di colza e di oliva – sono associati a una riduzione della mortalità complessiva, per cancro e per malattie cardiovascolari. Al contrario, il consumo di burro è stato correlato a un aumento del rischio di mortalità generale e per tumore. La ricerca è stata condotta dal Mass General Brigham e dal Broad Institute del MIT e Harvard, ed è stata pubblicata su JAMA Internal Medicine.

LE DIFFERENZE TRA I GRASSI SATURI E INSATURI

Una differenza fondamentale tra olio e burro riguarda il tipo di acidi grassi contenuti. Il burro è ricco di grassi saturi, mentre gli oli vegetali contengono prevalentemente acidi grassi insaturi. Per questa ricerca, gli scienziati hanno analizzato la dieta dei partecipanti a tre grandi studi di coorte statunitensi, tra cui il celebre “Nurses' Health Study”. Ogni quattro anni i partecipanti compilavano un questionario alimentare, che includeva il consumo di burro e oli vegetali.

PREVENIRE I DECESSI 

Uno degli autori dello studio, Daniel Wang, ha osservato: «Le persone dovrebbero considerare che una semplice sostituzione – olio al posto del burro – può portare benefici significativi nel lungo termine. Da una prospettiva di salute pubblica, si tratta di un potenziale importante in termini di prevenzione delle malattie croniche e dei tumori».

COSA AGGIUNGERE ALLA DIETA CON L'OLIO

La dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione, commenta così lo studio: «Da anni sappiamo quanto sia importante la qualità dei grassi nella dieta. Un eccesso di grassi saturi favorisce l’aumento del colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, associato a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari e infiammazione. Al contrario, gli acidi grassi mono e polinsaturi – presenti in abbondanza negli oli vegetali come quello di oliva, di soia e di colza – contribuiscono a mantenere moderati i livelli di colesterolo LDL e ad aumentare l’HDL, il cosiddetto colesterolo buono». Conclude Dogliotti: «Lo studio conferma ancora una volta ciò che già raccomandano le linee guida italiane: preferire l’olio extravergine di oliva ai grassi animali e limitare l’eccesso di grassi saturi. Senza dimenticare che questa è solo una delle regole di base per una dieta preventiva. È altrettanto importante assumere frutta e verdura in quantità adeguate, consumare cereali integrali, pesce e legumi come principali fonti proteiche, il tutto all’interno di uno stile di vita sano e attivo».

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina