I ragazzi italiani hanno un’alta percezione della qualità di vita, ma le abitudini non sono così corrette. Troppo alcol e gioco d'azzardo, pochissima attività fisica
Si considerano perlopiù in buona salute: e nella maggior parte dei casi così è. Ma sono spesso avvezzi a comportamenti rischiosi: dalla sedentarietà a uno scarso consumo di frutta e verdura, dall'abitudine al fumo a un uso smodato di bevande alcoliche. Gli adolescenti si confermano un target di estremo interesse, per chi ha a cuore l'educazione alla salute. Per due ragioni. La prima è che nella fase compresa tra i 14 e i 18 anni, nel momento in cui ci si affranca dai genitori, spesso i ragazzi non incontrano alcun medico. La seconda è che i comportamenti che si assumono in questo periodo non di rado rimangono una costante per il resto della vita. Da qui l'importanza degli esempi e delle informazioni che vengono fornite ai ragazzi, a partire dalla scuola.
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EMERGENZA ALCOL E GIOCO D'AZZARDO
Vanno pertanto letti con attenzione i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità al termine di un'indagine - oltre 58mila gli adolescenti intervistati nelle scuole di tutta Italia, con la collaborazione di diversi atenei - mirata a valutare i comportamenti collegati alla salute adottati dai ragazzi in età scolare. Una «radiografia» con poche luci e diverse ombre, che invita a prestare maggiore attenzione alla salute degli adolescenti. Le ragioni di queste affermazioni di possono dedurre snocciolando alcuni dei dati raccolti. A preoccupare è la diffusione delle bevande alcoliche, se nel 2018 il 40 per cento dei quindicenni ha fatto ricorso al binge drinking. Birra e soprattutto superalcolici oggi attirano l'attenzione più delle sigarette (l'89 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni non aveva fumato nel mese precedente alla rilevazione) e degli «spinelli» (il 16 per cento aveva fatto uso di cannabis nei trenta giorni precedenti). Preoccupano anche l'attitudine al gioco d'azzardo (già testato da 4 ragazzi su 10) e l'uso smodato dei social network (8 adolescenti su 10 hanno contatti giornalieri con amici che vedono normalmente anche di persona).
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DIETA E ATTIVITA' FISICA
Nemmeno a tavola, nonostante i numerosi richiami alla dieta mediterranea, gli adolescenti italiani sembrano cavarsela meglio. Dal 20 al 30 per cento di loro, infatti, non consuma la prima colazione nei giorni di scuola. E soltanto un terzo ha l'abitudine di mangiare frutta e verdura almeno una volta al giorno. Per non parlare dell'attività fisica quotidiana, una costante per meno di un adolescente su 10: a conferma di quanto sia diffusa la tendenza ad abbandonare lo sport a cavallo tra le scuole medie e superiori. Sulla base di quanto osservato, non ci si può stupire dunque se il trend di sovrappeso (16.6 per cento) e obesità (3.2 per cento) tra gli adolescenti non accenni a calare. Confermato il gradiente crescente dal Nord al Sud del Paese, con i ragazzi generalmente più interessati dal problema.
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IN CALO IL BULLISMO
Nonostante le loro abitudini non siano poi così corrette, l'88 per cento dei ragazzi italiani è però soddisfatto della propria vita. Quando qualcosa che non va, i ragazzi segnalano perlopiù di sentirsi nervosi, soffrire di insonnia, essere giù di morale e sentirsi irritabili. Le indicazioni positive riguardano il rapporto degli adolescenti con i genitori: una costante per 7 ragazzi su 10. E la costruzione di una buona rete sociale con i coetanei, la base che permette all'Italia di essere tra i Paesi meno interessati dal bullismo: fenomeno in calo rispetto alla precedente rilevazione del 2014 (tra gli undicenni si è passati dal 23 al 17 per cento). Idem dicasi per gli episodi di cyberbullismo, la cui frequenza è risultata calare con gli anni (10-7 per cento, tra 11 e 15 anni).
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).