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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-02-2016

Così l’obesità mette a rischio la salute dei bambini



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Pressione, colesterolo Ldl, glicemia a digiuno sono più alti rispetto ai valori attesi. Le maggiori insidie per il cuore. Sono 41 milioni i bimbi in sovrappeso nel mondo

Così l’obesità mette a rischio la salute dei bambini

Obesità infantile, le conseguenze negative per la salute sono tangibili fin dalla più tenera età. Colesterolo, trigliceridi e livelli di zuccheri nel sangue a digiuno più alti del normale, pressione del sangue maggiore fino a cinque volte rispetto al valore atteso: questi i fattori di rischio cardiovascolari e metabolici riscontrabili già in bambini e adolescenti obesi (con un indice di massa corporea superiore a trenta).

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NUMERI RILEVANTI

L’evidenza, già portata alla luce da precedenti pubblicazioni, è stata ribadita in uno studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi e pubblicato sulla rivista Childhood Obesity. Rispetto ai coetanei normopeso, è quanto hanno notato gli autori al termine della ricerca condotta su quasi ventunomila ragazzi di età compresa tra sei e diciannove anni, chi è in sovrappeso ha un rischio doppio di presentare uno dei sopra citati fattori di rischio, a esclusione dell’ipertensione: per cui le probabilità risultano invece cinque volte più alte. L’entità dei fattori di rischio è risultata variare assieme al peso. Più questo è alto, maggiori sono i rischi per la salute. I ricercatori si sono concentrati nello specifico sugli obesi di tipo 2 e 3: ovvero con un indice di massa corporea uguale o superiore a 35. Il dieci per cento di loro è risultato iperteso, il quaranta per cento presentava valori elevati di trigliceridi nel sangue, mentre quasi uno su tre risultava avere livelli più alti del previsto di colesterolo Ldl.

SI PUO' ESSERE IPERTESI IN ETA' INFANTILE?

PREOCCUPA LA CRESCITA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

In Italia i numeri del sovrappeso e dell’obesità a livello infantile sono in lieve calo, ma rappresentano comunque uno scenario da non trascurare. Non va meglio nel resto del mondo, se su scala globale la quota di bambini che a cinque anni sono in sovrappeso o obesi - stando all’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - sono 41 milioni (dieci in più rispetto al 1990). E la crescita riguarda più i Paesi poveri, dove dunque non si muore soltanto per lo scarso accesso al cibo, di quelli ricchi. I danni, sicuri a medio e lungo termine, sarebbero in realtà visibili già nei primi anni di vita. Il cuore di questi bambini, se studiato attraverso la diagnostica per immagine, appare avere un volume maggiore rispetto alla norma. «Sono soggetti che, quando vengono visitati, hanno una funzionalità cardiaca normale e difficilmente prestano attenzione alle raccomandazioni - dichiara Marco Bonvicini, direttore dell’unità operativa di cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva al policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna -. Ma un cuore dilatato non è normale, in tenera età. Se siano alterazioni più o meno transitorie sarà più chiaro nei prossimi anni, quando i primi bambini obesi diventeranno adulti».

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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