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Oncologia
Caterina Fazion
pubblicato il 26-03-2025

Come ridurre il rischio cardiovascolare dopo il cancro?



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Secondo l’American Heart Association, camminare e muoversi di più potrebbe ridurre il rischio cardiovascolare nelle donne in post menopausa con una storia di cancro

Come ridurre il rischio cardiovascolare dopo il cancro?

Tra le donne in postmenopausa con una storia di cancro, camminare di più ogni giorno e praticare attività fisica da moderata a intensa sembra essere associato a una riduzione significativa del rischio di morte per malattie cardiovascolari. A evidenziarlo una ricerca preliminare presentata all’Epidemiology and Prevention | Lifestyle and Cardiometabolic Health Scientific Sessions 2025 dell’American Heart Association.

 

LO STUDIO

I ricercatori hanno analizzato i dati del Women’s Health Accelerometry Collaboration, un progetto che combina due studi osservazionali – condotti tra 2011 e 2015, con follow-up fino a fine 2022 – per esaminare la relazione tra attività fisica, sedentarietà e rischio di mortalità per cancro o malattie cardiovascolari. 

Lo studio ha monitorato per otto anni quasi 2.500 donne in postmenopausa, periodo durante il quale il rischio cardiovascolare aumenta significativamente, principalmente a causa della riduzione degli estrogeni, che hanno un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare. Le donne coinvolte, di età compresa tra 63 e 99 anni, inoltre, avevano tutte ricevuto una diagnosi di tumore al seno, o altri tipi di cancro, almeno un anno prima dell’arruolamento allo studio, situazione che espone anch'essa a un rischio aumentato di mortalità per malattie cardiovascolari.

I tipi di tumore più comuni tra le partecipanti erano tumore al seno (52%), tumore dell'endometrio (8,5%), melanoma (7,1%), tumore del colon (6,6%), tumore del polmone (3,0%). Erano compresi anche altri tipi di tumore meno comuni come vescica, retto, ovaie, rene, testa e collo, mieloma.

 

IL MONITORAGGIO DELL'ATTIVITÀ

Le partecipanti hanno indossato un sensore, chiamato accelerometro, sulla parte superiore della coscia per almeno 10 ore al giorno per una settimana, così da misurare i vari livelli di attività fisica classificata in lieve (faccende domestiche, camminata lenta) o moderata-intensa (camminata veloce, corsa, tennis, lavori pesanti in giardino).

Sono stati rilevati anche il numero di passi totali e giornalieri, e il comportamento sedentario, compreso il tempo totale trascorso seduti durante le ore di veglia.

 

COSA È EMERSO

Dopo aver considerato fattori come età, etnia, stile di vita, tipo di cancro e anni dalla diagnosi, lo studio ha rivelato numerosi aspetti significativi.

  • Più passi e maggiore attività fisica moderata-intensa erano associati a un minor rischio di mortalità generale e cardiovascolare.

  • Le partecipanti che camminavano tra 5.000 e 6.000 passi al giorno avevano un rischio di mortalità ridotto del 40%.

  • Ogni incremento di 2.500 passi giornalieri era associato a una riduzione del 34% del rischio di morte per malattie cardiovascolari.

  • Le donne che facevano almeno un’ora al giorno di attività fisica moderata-intensa avevano un rischio di mortalità ridotto del 40% per qualsiasi causa e del 60% per malattie cardiovascolari. Tuttavia, anche quantità inferiori di attività fisica erano associate a benefici significativi.

  • Ogni 102 minuti trascorsi seduti al giorno erano associati a un aumento del 12% del rischio di mortalità generale e a un aumento del 30% del rischio di morte per malattie cardiovascolari.

«Le riduzioni del rischio erano evidenti anche tra coloro che camminavano meno di 5.000 passi al giorno, molto al di sotto della soglia spesso citata di 10.000 passi», ha sottolineato Eric Hyde, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Università della California. «I passi giornalieri sono un indicatore importante perché sono facilmente comprensibili, possono essere fatti a qualsiasi intensità e vengono registrati da dispositivi indossabili come smartwatch, che sono sempre più diffusi».

 

L’IMPORTANZA DELL’ATTIVITÀ FISICA

L’attività fisica è un elemento chiave del Life’s Essential 8, una lista dell’American Heart Association che elenca i fattori di salute fondamentali per un benessere cardiovascolare ottimale. L’ Associazione raccomanda agli adulti di svolgere, a settimana, almeno 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività intensa, oppure una combinazione di entrambe.

Per gli ex pazienti oncologici, il cui rischio cardiovascolare è aumentato, l'esercizio fisico rappresenta una componente essenziale della riabilitazione cardiaca, e può contribuire a ridurre la tossicità cardiovascolare associata ai trattamenti oncologici.

Pertanto, come afferma Hyde, «incoraggiare i sopravvissuti al cancro a essere più attivi, sedersi meno e fare più passi ogni giorno potrebbe rappresentare un approccio percorribile per prolungare la sopravvivenza e ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare. Il nostro studio aiuta a comprendere meglio il comportamento fisico delle donne in postmenopausa in relazione alla sopravvivenza al cancro».

 

I BENEFICI DELLO STUDIO

I risultati dello studio, inoltre, forniscono nuove informazioni su come gestire la salute dopo una diagnosi di cancro.

«Sebbene l’esercizio strutturato sia il modo più efficace per migliorare la salute, questi risultati dimostrano che anche camminare – a qualsiasi intensità – conta», ha dichiarato Keith Diaz, professore associato presso il Columbia University Medical Center, fisiologo dell’esercizio certificato e membro del Physical Activity Science Committee dell’American Heart Association. «Adottare uno stile di vita più attivo è più facile di quanto si pensi e i benefici sono accessibili a tutti, comprese le persone che hanno superato il cancro». 

«Un altro punto chiave – prosegue – è l’impatto del tempo sedentario. Molti adulti trascorrono la maggior parte della giornata seduti e, per i sopravvissuti al cancro, questo problema potrebbe essere ancora più pronunciato a causa degli effetti del trattamento e della convalescenza. Questi risultati si aggiungono alle crescenti prove che indicano la sedentarietà come un fattore di rischio significativo per la salute – un problema che dobbiamo attivamente contrastare, soprattutto dopo una diagnosi di cancro».

Dato che l’attività fisica nello studio è stata misurata solo una volta dopo la diagnosi di cancro «futuri studi dovrebbero analizzare l’attività fisica in momenti diversi, prima della diagnosi, durante e dopo il trattamento, per comprendere meglio il suo impatto sulla sopravvivenza», ha concluso Hyde.

 

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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