Uno studio lancia l'ipotesi che l'attività fisica aumenti il tempo e la qualità del riposo degli adolescenti. Gli esperti valuteranno se questo effetto si osserva anche oltre
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Più che ciò che mangiamo, conta quanto ci muoviamo. Nel rispondere ai dubbi dei milioni di italiani a caccia di elementi utili a vivere sempre più a lungo, e in salute, gli esperti da anni cercano di rimarcare quanto l'attività fisica sia maggiormente in grado di fare la differenza rispetto alla dieta. Fare sport è importante per diverse ragioni: ci permette di bruciare energia, di sviluppare la massa muscolare (a scapito di quella grassa), di proteggere la salute delle ossa e quella della mente. A questo «mix» di benefici, se ne può aggiungere probabilmente un altro: fare sport aiuta a dormire meglio, almeno gli adolescenti. E siccome un sonno adeguato (in quantità) e soddisfacente (come qualità) è cruciale alla loro età per l'apprendimento e considerato un elemento a favore della salute cardiovascolare e metabolica, ecco un motivo in più per invogliare i ragazzi, abituati a dormire sempre meno, a tenersi «in moto».
L'EFFETTO DELLO SPORT SUL SONNO
L'effetto «sonnifero» garantito dall'attività fisica emerge da un piccolo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, rigoroso però nelle modalità con cui è stato condotto. I ricercatori hanno fatto indossare un accelerometro a 417 adolescenti di 15 anni, campionati in venti diverse città degli Stati Uniti. L'utilizzo di questi dispositivi, applicati al polso e sul fianco, ha permesso di ottenere misurazioni precise relativamente alle ore riservate al moto e al riposo da parte di ogni ragazzo. Più, sicuramente, di quanto sarebbe stato possibile ottenere mediante un diario: con informazioni riportate direttamente dagli adolescenti. L'osservazione è durata poco: una settimana. Ma in sette giorni, gli scienziati sono riusciti a osservare un miglioramento del profilo del sonno rilevabile attraverso tre parametri: un addormentamento precoce (avvenuto 18' prima), una maggiore durata del riposo (10' a notte, in media) e una ridotta frequenza dei risvegli.
Sovrappeso più frequente se i bambini dormono poco
UN ANTIDOTO CONTRO IL «DROP OUT»?
Evidenze che invitano a rimarcare l'importanza dell'attività fisica, soprattutto poiché riferite agli adolescenti. Il periodo compreso tra i 14 e i 19 anni è quello più sensibile al «drop out»: ovvero l’abbandono della pratica sportiva. Sono diverse le ragioni per cui molti ragazzi - a 11 anni fa sport il 56 per cento dei bambini, ma a 18 anni non si supera il 35 per cento: questi i dati in possesso della Società Italiana di Pediatria - rinunciano a fare sport. Perché viene meno l'aspetto ludico, perché s'accentua la competizione sportiva, semplicemente perché gli impegni scolastici non lasciano tregua. O, è questo l'aspetto più recente, perché ci si «affeziona» oltremodo alla tecnologia. Gli adolescenti, secondo gli esperti, dovrebbero dormire tra le otto e le dieci ore a notte. Ma diversi studi internazionali evidenziano come meno del trenta per cento di loro rispetti questa indicazione. Ecco perché il legame tra sonno e sport merita di essere approfondito ancora. «Incoraggiare gli adolescenti a dedicare più tempo durante il giorno all'attività fisica può migliorare la qualità del sonno durante la notte successiva», afferma Lindsay Master, biostatistica della Penn State University e prima firma della pubblicazione.
DORMIRE PRESERVA DALLA DEPRESSIONE?
FARE LEVA SULLO SPORT PER DORMIRE MEGLIO
Oltre a trovare un collegamento tra il modo in cui l'attività fisica influisce sul sonno della notte successiva, i ricercatori hanno studiato il comportamento nel giorno seguente alla notte presa in esame. È così emerso che chi aveva dormito più a lungo, difficilmente il giorno dopo s'era impegnato con un'attività moderata o intensa. Nessuna preoccupazione, però: l'ipotesi più plausibile è che a quel punto sia stata la carenza di tempo a condizionare le scelte dei ragazzi. «La sedentarietà è con ogni probabilità nemica del buon riposo - sintetizza Orfeu Buxton, specialista del centro dei disturbi del sonno del Brigham and Women’s Hospital di Boston -. Incoraggiare un adolescente nella pratica sportiva vuol dire migliorare la sua salute, anche attraverso un sonno più ristoratore». Gli esperti continueranno a monitorare questi ragazzi, al fine di valutare se l'effetto rimarrà immutato anche oltre l'adolescenza.
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Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).