Gli adolescenti italiani trascorrono fino a sei ore al giorno davanti agli schermi. Con quali conseguenze? I consigli per evitare che un'opportunità diventi un problema
Da abitudine a dipendenza, il passo è breve. O, quanto meno, può esserlo. Negli ultimi tempi, parlando dell’utilizzo di smartphone e tablet, ci si è concentrati sui bambini. Ma il rapporto con la tecnologia è un tema da maneggiare con cura anche se si ha a che fare con gli adolescenti, ovvero coloro che trascorrono più tempo connessi grazie a uno di questi device. Con il telefonino, i ragazzi fanno tutto: leggono, chattano, comprano biglietti per i concerti e titoli di viaggio. Ciò che occorre evitare è che il ricorso alla praticità lasci spazio all’incapacità di vivere rinunciando alla tecnologia.
L'uso di pc, tablet e smartphone può creare un danno alla vista?
REGOLE E BUONA EDUCAZIONE
I ragazzi che trascorrono troppe ore chini sullo schermo possono perdere ore preziose di sonno, irritare gli occhi, provocare dolori al collo e alle spalle, essere distratti e disattenti. È questa la conclusione a cui è giunta la Società Italiana di Pediatria che, durante il congresso in corso a Bologna, ha presentato un documento sull’utilizzo dei device tecnologici da parte dei ragazzi di età compresa tra 11 e 17 anni. Si tratta di una delle prime posizioni ufficiali a riguardo registrate nel nostro Paese, considerando che la maggior parte delle ricerche sul tema è stata condotta negli Stati Uniti, in Cina e in Corea. È soprattutto dai Paesi orientali - dove la dipendenza da smartphone è riconosciuta al pari per esempio di quella da alcol - che sono emersi i rischi derivanti dall’«iperconnessione». Dal deficit di sonno all’isolamento sociale. «Servono dialogo e regole chiare - afferma Alberto Villani, responsabile del reparto di pediatria generale e malattie infettive dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e presidente della Società Italiana di Pediatria -. Lo smartphone non dovrebbe mai essere utilizzato a tavola, quando la famiglia è riunita, prima di andare a letto e mentre si fanno i compiti. A meno che, in quest’ultimo caso, non sia d’aiuto per lo studio. I genitori, oltre a far rispettare queste regole, devono avere una buona relazione con i figli: il corretto uso della tecnologia passa da qui, oltre che naturalmente dall’esempio che si riceve».
PIU' A RISCHIO LE RAGAZZE
Secondo l’Istat, l’85 per cento degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni usa quotidianamente il telefonino. Il 72 per cento naviga su internet tutti i giorni. Si era fermi al 16 per cento in meno, quattro anni addietro. Più «compulsive» sono le ragazze: quasi 9 su 10 usa il telefono tutti i giorni e per la metà è il «compagno» con cui si trascorrono dalle tre alle sei ore al giorno. Per gli esperti, sono più a rischio di sviluppare una dipendenza, rispetto ai coetanei. «Perché occupano più tempo libero con questi device, soprattutto alla ricerca di nuove relazioni sociali», si legge nel documento presentato nel capoluogo emiliano. Abbastanza omogenea tra i due sessi è invece l’abitudine a controllare lo smartphone come prima azione dopo il suono della sveglia. E se la ricerca di interazioni sociali sul web non è da condannare, in una fase della vita in cui può aiutare a mettere da parte la timidezza e a superare il timore dell’accettazione, occorre comunque non esagerare. Diverse ricerche hanno fatto notare come l’uso eccessivo dello smartphone come svago può determinare un approccio superficiale all’approfondimento, una minore concentrazione e una maggiore tendenza alla distrazione. Conseguenza: un peggioramento dei risultati scolastici.
STILI DI VITA E SALUTE SESSUALE:
I COMPORTAMENTI DA PROMUOVERE
COME RICONOSCERE LA DIPENDENZA?
Nel documento, sono indicate le possibile «spie» da non trascurare. Secondo Elena Bozzola, pediatra del Bambin Gesù e segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria, «avere difficoltà a resistere all'impulso nell'utilizzo dello smartphone, risultare ansiosi o irritabili durante l'astinenza, non saper controllare il tempo trascorso con lo smartphone e usarlo troppo a lungo nonostante si riconosca di essere connessi troppo a lungo» sono comportamenti che denotano un utilizzo errato di un device tecnologico. Un danno, stando ai criteri fissati in Corea del Sud, è osservabile se «l’uso eccessivo dello smartphone comporta ricorrenti problemi fisici o psicologici, se compromette le relazioni sociali e i risultati scolastici o se avviene in una situazione di pericolo fisico»: come per esempio alla guida o quando si attraversa la strada. Quanto ai possibili campanelli d'allarme, gli esperti invitano i colleghi e i genitori a non sottovalutare variazioni impreviste di peso, ricorrenti mal di testa e mal di schiena, disturbi visivi, variazioni nei ritmi del sonno, riduzione drastica delle relazioni sociali, peggioramento del rendimento scolastico, mancanza di interessi e scarsa igiene personale.
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Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).