Seguire la dieta mediterranea è utile anche se si è in sovrappeso o obesi per ridurre i livelli di colesterolo e rendere più «salubre» la flora intestinale
Non è mai troppo tardi per «sposare» la dieta mediterranea. E non ha senso pensare che cambiare le proprie abitudini sia inutile, se si è in sovrappeso o obesi. Adottare uno schema alimentare ricco in cereali (meglio se integrali), legumi, pesce e frutta secca è utile anche a chi ha convive con qualche chilo di troppo. Al di là della possibile perdita di peso, che dipende anche da un riduzione delle quantità di cibo consumato, seguire una dieta prevalentemente vegetariana (come quella mediterranea) contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e a contenere i rischi per la tenuta dell'apparato cardiovascolare. Ma i benefici sembrano non finire qui, perché a migliorare è inoltre il profilo del microbiota intestinale, con più batteri in grado di ridurre l'infiammazione e agevolare il metabolismo degli zuccheri.
ECCO TUTTI I BENEFICI
DELLA DIETA MEDITERRANEA
COLESTEROLO GIU' DOPO QUATTRO SETTIMANE
Indipendentemente dall'età e dal proprio stato di salute, la dieta mediterranea si conferma il regime alimentare più equilibrato per proteggere la salute. Valido ogni oltre dubbio nella prevenzione primaria, il modello diffuso in Italia, Grecia e Spagna è efficace anche se adottato in maniera «tardiva». Basta rispettarlo per poche settimane e anche chi ha un peso superiore a quello forma trae un beneficio. A documentarlo è uno studio di intervento condotto coinvolgendo 82 persone sane, tutte in sovrappeso o obese. Come tali, dunque, più a rischio di avere problemi cardiovascolari. I ricercatori - lo studio è stato coordinato dall'Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l'Università di Copenaghen e l'istituto francese MetaGenoPolis - le hanno suddivise in due gruppi. Nel primo sono finiti coloro che, pur non riducendo l'apporto energetico della dieta, hanno seguito per due mesi (sotto controllo) un regime di tipo mediterraneo. Nell'altro chi non si è visto porre alcuna restrizione a tavola e ha continuato a seguire una dieta occidentale. I primi risultati, considerando la rinuncia a qualsiasi attività fisica, non si sono fatti attendere. Già dopo quattro settimane, uomini e donne «trattati» con la dieta mediterranea mostravano una riduzione dei livelli di colesterolo (Ldl e totale) rispetto all'inizio dello studio.
Quali rischi per la salute se si segue una dieta «occidentale»?
MICROBIOTA PIU' «SANO» CON LA DIETA MEDITERRANEA
È bastato aumentare l'introito di fibra alimentare, proteine vegetali e grassi insaturi e ridurre quello di zuccheri semplici, proteine animali e grassi saturi per migliorare lo stato di salute di queste persone. La riduzione dei livelli di colesterolo, leggendo i risultati dello studio apparsi sulla rivista Gut, si è rivelata tanto più elevata quanto maggiore è stata l'adesione allo schema proposto dai ricercatori. Ma i benefici non si sono limitati a questo. Una maggiore aderenza alla dieta mediterranea ha indotto anche una serie di cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale, considerati dai ricercatori «importanti per la salute umana». Nello specifico è stato osservato l'aumento di ceppi batterici coinvolti nella degradazione delle fibre (con la produzione di acidi grassi a catena corta, utili per la salute del colon) e dei trigliceridi e una diminuzione delle specie in grado di aumentare l'infiammazione e la resistenza all'insulina. «Nel loro insieme, i nostri risultati indicano che l'adozione di un regime alimentare mediterraneo può rimodellare il microbiota intestinale, promuovendo la salute metabolica e cardiovascolare», concludono gli autori, guidati da Danilo Ercolini, docente di microbiologia agraria all'Università Federico II di Napoli.
DIETA MEDITERRANEA VUOL DIRE INVECCHIAMENTO SANO
Le loro conclusioni fanno il paio con quelle di un altro lavoro apparso sullo stesso numero di Gut che comferma l'esistenza di un rapporto diretto tra l'alimentazione, la composizione del microbiota intestinale e la salute dell'uomo. Focus, in questo caso, l'invecchiamento. Il rispetto della dieta mediterranea aumenterebbe la presenza di una serie di batteri intestinali presenti soprattutto nell'intestino delle persone sane. Lo studio è stato condotto coinvolgendo 612 anziani di cinque Paesi, tra cui l'Italia. E ha evidenziato che l'adesione a questo schema alimentare contribuirebbe a far crescere la presenza di batteri associati a una ridotta fragilità ossea, a una maggiore velocità di deambulazione e al miglioramento di diverse funzioni cerebrali. Anche in questo caso, il merito sarebbe da ascrivere alla riduzione dell'infiammazione determinata da un aumento dei consumi di fibra alimentare, di vitamine (C, B6 e B9) e minerali (rame, potassio, ferro, manganese e magnesio).
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).