Quando i farmaci provocano importanti effetti collaterali, gestire il colesterolo alto può essere molto complesso. La parola all’esperto per alcuni consigli utili

Da quattro anni ho il colesterolo alto. Ho provato prima con statine e successivamente con un farmaco che inibisce l'assorbimento del colesterolo che, in effetti, si è subito abbassato. Gli effetti collaterali, però, sono insopportabili: stanchezza e soprattutto dolore ai muscoli del torace che scompare appena sospendo il farmaco. L'alimentazione è molto controllata: niente grassi, niente formaggi, poca carne. Come posso risolvere il problema?
G.A. (domanda pervenuta tramite il form L'esperto risponde)
Risponde il professor Stefano Carugo, direttore del Dipartimento Area Cardio-Toraco-Vascolare e della Struttura complessa di Cardiologia del Policlinico di Milano, Professore Associato Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi di Milano.
Comprendiamo la sua difficoltà nel gestire il colesterolo alto, soprattutto considerando gli effetti collaterali che ha riscontrato con alcuni farmaci. Senza conoscere nel dettaglio la sua storia clinica, è difficile fornire una soluzione specifica, ma possiamo darle alcune indicazioni generali sulle alternative disponibili.
Molti pazienti che non tollerano le statine o i farmaci che inibiscono l'assorbimento del colesterolo per gli effetti collaterali muscolari possono considerare altre opzioni terapeutiche come l’acido bempedoico, che inibisce la sintesi del colesterolo nel fegato con un meccanismo simile alle statine, ma senza gli effetti collaterali muscolari perché non viene attivato nei muscoli. Oppure può provare con l’uso di integratori naturali come fitosteroli, berberina, omega-3 e fibra solubile (psillio), tutti in grado di fornire un aiuto nella riduzione del colesterolo, sebbene con un effetto più blando rispetto ai farmaci.
Dal suo racconto, sembra che la sua alimentazione sia già molto controllata, il che è un ottimo punto di partenza. È importante, però, ricordare che il colesterolo alto ha una componente genetica significativa, come dimostrato dalla longevità di sua madre nonostante i livelli elevati.
L’aspetto fondamentale è personalizzare la terapia in base alle sue esigenze e al suo profilo di rischio cardiovascolare, motivo per cui una valutazione medica approfondita è il passo migliore.