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Ipercolesterolemia

Ipercolesterolemia
 

COLESTEROLO E IPERCOLESTEROLEMIA

In Italia, secondo i dati raccolti tra il 1998 e il 2002 dal Progetto Cuore, che misura i fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione adulta composta da uomini e donne di età compresa fra i 35 e 74 anni, il 21% degli uomini e il 23% delle donne è ipercolesterolemico, ha cioè valori di grasso nel sangue superiori alla soglia raccomandata. Mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione definita borderline. Particolarmente a rischio sono soprattutto la popolazione anziana e le donne in menopausa.

 

CHE COS’È E DOVE SI TROVA IL COLESTEROLO

Il colesterolo è una molecola di grasso, che quando si trova nel sangue a livelli adeguati, partecipa al buon funzionamento dell’organismo. È utile alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è anche un costituente delle membrane delle cellule. Il colesterolo viene prodotto dal fegato, ma può essere introdotto anche con alcuni alimenti, anch’essi grassi, quali i cibi di origine animale come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. Sono invece privi di colesterolo la frutta, la verdura e i cereali. I guai cominciano invece quando i livelli di colesterolo superano di gran lunga la buona misura. Questa condizione, che può annunciarsi anche tardi, è considerata un fattore di rischio per diverse malattie. 

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LE LIPOPROTEINE E I TIPI DI COLESTEROLO

Il trasporto del colesterolo nel sangue avviene attraverso le lipoproteine, una classe particolare di particelle. Non tutte sono uguali e soprattutto non tutte sono benefiche per l’organismo. Quelle particolarmente importanti per la salute del cuore sono due, che si legano anche alla prevenzione cardiovascolare.
Sono:

  • le Ldl, o lipoproteine a bassa densità, le quali trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo;
  • le Hdl, o lipoproteine ad alta densità, che rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo.
 

IPERCOLESTEROLEMIA

È chiaro allora che quelle da tenere sotto stretta sorveglianza perché provocano l’ipercolesterolemia, sono le LDL - il noto “colesterolo cattivo” - che quando presenti in quantità eccessiva, tendono a depositarsi sulla parete delle arterie provocandone l’ispessimento e l’indurimento progressivi. Questo processo, chiamato aterosclerosi, può portare nel tempo alla formazione di vere e proprie placche (o ateromi) che ostacolano il flusso sanguigno, talvolta fino anche a bloccarlo, rendendosi responsabili così di angina pectoris, infarto del miocardio (a livello cardiaco), ictus (a livello cerebrale) o claudicatio intermittens (a livello degli arti inferiori). Si tratta sono di condizioni patologiche tutte legate proprio a livelli eccessivi di colesterolo. Dunque, date le implicazioni, la raccomandazione è di tenerne sempre sotto controllo i ‘valori grassi’ del sangue.

 

I VALORI OTTIMALI DI COLESTEROLO NEL SANGUE

  • colesterolo totale: fino a 200 mg/dl
  • colesterolo LDL: fino a 130 mg/dl nelle persone a basso rischio cardiovascolare ma fino a 100 in quelle ad elevato rischio
  • colesterolo HDL: non inferiore a 50 mg/dl.
 


SINTOMI E DIAGNOSI

L’ipercolesterolemia è resa più problematica dal fatto che spesso è asintomatica, ovvero non dà ‘disturbi diretti’, tanto che è possibile ignorare di soffrire di questo problema per lungo tempo. Tuttavia, il colesterolo alto può essere facilmente misurato con un semplice esame del sangue e andrebbe sempre monitorato con regolarità. Poiché la colesterolemia è influenzata dal ritmo con cui l'organismo, soprattutto a livello epatico, produce colesterolo ed in misura minore anche dalla dieta, nei giorni che precedono il prelievo, è importante seguire una alimentazione povera di cibi grassi e di alcool, che potrebbero alterarne i reali valori.

 


FATTORI DI RISCHIO E EREDITARIETÀ

L’ipercolesterolemia è stimolata da alcuni fattori che ne aumentano il rischio. Fra questi: 

  • fattori modificabili
  • dieta
  • sovrappeso e obesità
  • sedentarietà
  • concomitanza di malattie metaboliche come il diabete
  • fumo (può danneggiare i vasi sanguigni e accelerare il processo di indurimento delle arterie).
  • Fra i fattori non controllabili invece ci sono:
  • età, che ne aumenta le probabilità di sviluppo
  • il sesso (l’essere donna incide sul rischio, specie dopo la menopausa)
  • fattori ereditari (in rari casi), dipendenti da una serie di mutazioni a carico del gene del recettore delle LDL che si trova sul cromosoma 19, i quali possono favorire lo sviluppo di aterosclerosi e problemi cardiaci fin da giovani. Per questa forma di dislipidemia acquisita, ad oggi esiste una terapia farmacologica efficace in grado di prevenire le malattie cardiovascolari a lungo termine. Diventa quindi fondamentale diagnosticarla correttamente il più presto possibile, tenendo conto anche degli altri fattori ambientali che possono concorrere allo sviluppo o ad accentuare il problema e il rischio.

 

 

PREVENZIONE

Prevenire il colesterolo alto si può, acquisendo la buona abitudine di uno stile di vita sano che preveda:

  • un’alimentazione a basso contenuto di grassi (soprattutto quelli saturi e quelli insaturi trans) e la riduzione nel consumo di alcool e alcolici;
  • il controllo del peso corporeo;
  • la pratica regolare di attività fisica;
  • l’abolizione del fumo.
 


TERAPIA

E se l’attenzione allo stile di vita non dovesse bastare, in base a precise linee guida sull’utilizzo dei farmaci, è possibile intervenire con una terapia farmacologica scelta fra:

  • statine: che riducono la produzione di colesterolo Ldl e incrementano la capacità del fegato di eliminare quello già in circolo nel sangue;
  • sequestranti della bile acida: che si legano con il contenuto di colesterolo della bile acida dell’intestino e vengono eliminati con le feci, contribuendo così ad abbassare la quota di colesterolo Ldl;
  • niacina, o acido nicotinico: che abbassa i livelli di colesterolo totale e di Ldl (oltre che di trigliceridi), a favore della quota Hdl, quindi di ‘colesterolo buono’;
  • fibrati: che sono usati principalmente per abbassare i livelli di trigliceridi e, in misura minore, per aumentare il colesterolo Hdl, anche se su questo tipo di azione non esistono dati sicuri.
  • Ezetimibe che riduce l’assorbimento del colesterolo che viene dall’esterno.

Questi farmaci possono avere effetti collaterali e devono, quindi, essere prescritti e assunti sotto stretto controllo medico e soprattutto nei casi indicati. Il farmaco non dovrebbe mai essere una soluzione per non intraprendere uno stile di vita corretto.

 

Consulenza: Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione, Fondazione Policlinico Ca’ Granda, Milano

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

 

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