I bambini, nei primi anni di vita, non hanno bisogno di bevande diverse dal latte e dall'acqua. Succhi di frutta: ok dopo i 3 anni, se ottenuti interamente dalla frutta spremuta
Latte materno (o eventualmente in formula). Latte vaccino. Acqua. I bambini, fino ai 5 anni, non hanno bisogno di consumare altre bevande. Tutte le altre, infatti, possono costituire una fonte non trascurabile di zuccheri aggiunti, tra i primi fattori di rischio evitabili per l'insorgenza del sovrappeso e dell'obesità infantile. «Le bibite apportano nutrienti e chilocalorie e possono avere un impatto sulla salute del futuro adulto», si legge nelle raccomandazioni stilate da pediatri (American Academy of Pediatrics), cardiologi (American Heart Association), nutrizionisti (Academy of Nutrition and Dietetics) e dentisti (American Academy of Pediatric Dentistry) statunitensi. La loro è una presa di posizione nei confronti delle bevande consumate nei primi anni di vita. In sintesi: al di là di quelle necessarie, meno se ne consumano, meglio è.
COSA DEVONO MANGIARE I BAMBINI?
LOTTA ALLE CALORIE «VUOTE»
Il vademecum - stilato dopo aver passato in rassegna ricerche e linee guida e registrato i consumi di bevande da parte dei più piccoli - vuole dare un elemento di giudizio in più per far fronte alla diffusione dell'obesità infantile. Quando si parla di prevenzione, infatti, quasi sempre ci si concentra sul consumo di alimenti e sulla scarsa attenzione nei confronti dell'attività fisica. Ma i consumi eccessivi di drink zuccherati possono determinare conseguenze non trascurabili. Da qui la sferzata degli esperti statunitensi, che riprende la posizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'indice è puntato nei confronti dei succhi di frutta. «Il loro consumo da parte dei bambini non deve essere incentivato», al contrario di quanto meriterebbe di essere fatto per la frutta intera. L'eccezione, tutt'al più, può essere rappresentata da quelli 100 per cento frutta (senza zuccheri aggiunti), come confermano i colleghi italiani. Attenzione va posta inoltre nei confronti delle bevande gassate. Anch'esse, infatti, costituiscono una fonte di calorie «vuote», in grado di determinare un surplus di energia nella dieta di un bambino.
Sovrappeso più frequente se i bambini dormono poco
COSA FAR BERE AI BAMBINI?
Quali bevande mettere sulla tavola dei bambini, allora? Il latte può essere l'unica nei primi sei mesi di vita: meglio se materno, diversamente via libera a quello in formula. Da quel momento in avanti, la dieta dovrebbe contemplare anche l'acqua (1-4 bicchieri al giorno). «Di norma un bambino allattato al seno non avverte la sete nei primi mesi di vita - dichiara Giuseppe Banderali, direttore dell'unità operativa complessa di pediatria dell'ospedale San Paolo di Milano -. Questo non vuol dire però che non debba mai consumare acqua. I bambini piccoli, in generale, vanno stimolati a bere, perché spesso avvertono la sete in ritardo, quando la disidratazione potrebbe aver già creato un problema all'organismo». A partire dall'anno di vita, se si è concluso l'allattamento al seno, il bambino può consumare latte vaccino. Oltre i tre, invece, gli esperti consigliano di preferire un latte meno grasso (scremato o parzialmente scremato). Nella dieta, a questo punto, possono essere inseriti i succhi di frutta, le spremute d'arancia e le centrifughe (mezzo bicchiere al giorno): ricordando comunque che sarebbe ideale soddisfare questo fabbisogno ricorrendo alla frutta intera.
IL GUSTO SI SVILUPPA NEI PRIMI DUE ANNI
«Tutte queste indicazioni non possono che trovarmi d'accordo: anche nel nostro Paese il sovrappeso e l'obesità infantile rappresentano un problema e ai bambini si fanno consumare sempre più bevande, trascurando il loro apporto calorico», aggiunge Banderali, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Pediatria. I divieti non devono però diventare la regola. «Se un figlio chiede di bere un bicchiere di bevanda gassata durante una festa, conviene dirgli di sì. Il rischio, altrimenti, è quello di determinarne un isolamento dettato dalle abitudini alimentari». Dare il giusto peso agli stili di vita è fondamentale. Di primo piano è il ruolo della famiglia, «perché i bambini sono più attenti a quel che viene fatto insieme e non a ciò che si chiede loro di fare», conclude l'esperto. Occorre inoltre considerare che nei primi due anni si sviluppa la sensazione gustativa. Per questo, dato che il dolce è una sensazione che fa parte del nostro istinto, non va stimolato con zuccheri aggiunti. Stesso discorso per il sale: meglio non usarne nella preparazione delle pappe fino al compimento del primo anno di vita.
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Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).