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Alimentazione
Caterina Fazion
pubblicato il 16-10-2024

Quanti italiani seguono la dieta mediterranea?



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Solo il 5% degli adulti segue pienamente la dieta mediterranea, mentre la maggior parte mostra un’aderenza moderata. I dati dell’Iss

Quanti italiani seguono la dieta mediterranea?

La dieta mediterranea, riconosciuta come un modello alimentare sano e sostenibile, viene seguita in modo completo da una percentuale estremamente ridotta di italiani. Secondo l'indagine Arianna (Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia), condotta dall'Istituto Superiore di Sanità, solo il 5% degli adulti aderisce pienamente a questo regime alimentare, mentre la maggior parte si attesta su un livello moderato.

Questi dati, pubblicati di recente sulla rivista Frontiers in Nutrition, sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, celebrata oggi, 16 ottobre 2024.

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LA TRANSIZIONE NUTRIZIONALE

A sottolineare il preoccupante calo dell'aderenza alla dieta mediterranea è il dottor Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell'invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità.

«Oggi l’aderenza alla dieta mediterranea è sempre più bassa. La recente letteratura scientifica, infatti, mostra un generale allontanamento dai modelli alimentari tradizionali nelle popolazioni mediterranee, compresa quella italiana, e un’aderenza alla dieta mediterranea da bassa a moderata nei Paesi del Mediterraneo negli ultimi 10 anni. Con i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, infatti, si è assistito ad una vera e propria transizione nutrizionale, caratterizzata da un discostamento sempre più evidente da tale modello dietetico e, al contempo, un’‘occidentalizzazione’ delle abitudini alimentari.  A confermare tale quadro a livello nazionale sono i risultati del progetto Arianna».

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CHI SONO I SOGGETTI PIÙ ATTENTI?

Il progetto Arianna ha coinvolto 3.732 adulti volontari, di cui l'87,7% (3.273) donne, con il 71,3% di loro di età compresa tra i 17 e i 40 anni. La maggior parte degli intervistati, ovvero l'83,8%, ha mostrato un’aderenza moderata alla dieta mediterranea, l'11,3% una bassa aderenza e solo il 5% un’ottima aderenza.

Le analisi condotte hanno messo in evidenza che le donne, le persone con meno di 40 anni, gli studenti o i disoccupati, così come coloro che seguono diete vegane o vegetariane, tendono a mostrare una maggiore aderenza a questo modello alimentare.

Gli esperti suggeriscono che per le donne, la maggiore attenzione e le conoscenze più specifiche sull’alimentazione rispetto agli uomini possano spiegare questi risultati. Le evidenze relative ai vegetariani e vegani è legato al prevalente o esclusivo consumo di alimenti di origine vegetale, predominanti nel modello mediterraneo. Infine, emerge dalla ricerca che le persone che lavorano a tempo pieno o parziale tendono a seguire meno la dieta mediterranea, probabilmente a causa della limitata disponibilità di tempo per la preparazione dei pasti.

 

NON SOLO UN ELENCO DI ALIMENTI

La dieta mediterranea è un modello alimentare che si basa su varietà e stagionalità, caratterizzato da un elevato apporto di frutta e verdura, cereali (preferibilmente integrali), legumi, olio d’oliva e frutta secca.

Prevede un consumo moderato di pesce, carne bianca, uova, latte e derivati, e limita il consumo di carne rossa, carne processata e dolciumi. Tuttavia, il modello mediterraneo non si riduce a un semplice elenco di alimenti. È anche uno stile di vita che incoraggia abitudini di convivialità, frugalità e condivisione dei pasti, oltre a promuovere il rispetto per il territorio e la biodiversità, creando un legame stretto tra la produzione delle materie prime e le tradizioni culinarie.

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IL DIRITTO AL CIBO

In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) ricorda che il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, riconosciuto a livello internazionale. Garantire un’adeguata assunzione energetica per la sopravvivenza non è sufficiente. Riconoscere questo diritto significa anche assicurare un'alimentazione equilibrata, composta da una varietà di alimenti accessibili e sicuri, capaci di fornire tutti i nutrienti necessari. Tuttavia, oggi nel mondo circa 2,8 miliardi di persone non hanno accesso a un'alimentazione che soddisfi i propri fabbisogni per condurre una vita in salute.

«Una delle più grandi sfide del nostro tempo è rappresentata dalla coesistenza di varie forme di malnutrizione, tanto da costituire un triplo onere per l’uomo (il cosiddetto triple burden of malnutrition)- conclude Marco Silano-. Negli ultimi decenni si è assistito ad un rapido incremento della malnutrizione per eccesso, con la conseguente crescente insorgenza di malattie croniche non trasmissibili e mortalità per tutte le cause. Infatti, in tutto il mondo, circa 2,5 miliardi di adulti e 37 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono in sovrappeso. D’altro canto, alla luce del delicato momento storico dettato dai conflitti armati in corso, il numero di persone afflitte da privazione cronica di cibo è in aumento, tanto che la malnutrizione per difetto rappresenta ancora oggi un problema drammatico. Al contempo, si registrano circa 1,6 miliardi di donne e bambini che soffrono della cosiddetta “fame nascosta”, una terza forma di malnutrizione per carenza di micronutrienti (vitamine e minerali) che, sebbene non risulti così evidente come le prime due, impedisce di condurre una vita sana».

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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