Le bevande zuccherate dai due ai cinque anni aumentano il rischio di obesità. Questa la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato su Pediatrics. Nei bambini che abusano di succhi di frutta è stato notato un ridotto consumo di latte
Permettere ai bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni di consumare bevande zuccherate aumenta il rischio di vederli “in carne” sin dalla tenera età. È la conclusione a cui è giunto un recente studio pubblicato su Pediatrics. Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Mai prima d’ora, però, i ricercatori si erano concentrati su queste bevande per individuare un ulteriore fattore rischio per l’obesità pediatrica a partire dal secondo anno di vita.
LO STUDIO
Il fenomeno obesità è in continuo aumento: non soltanto tra gli adulti, ma anche nell'infanzia, come dimostrano i dati raccolti dal ministero della Salute nel corso del progetto “Okkio alla Salute”. Oggi, alla luce di quest’ultima pubblicazione, si sa che anche l’assunzione incontrollata di bevande zuccherate, nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni, è tra le cause dell’obesità pediatrica e predispone a un rischio elevato di essere obesi.
L’indagine, condotta su 9.600 bambini in Virginia, ha preso in esame l’etnia d’appartenenza, le condizioni socio-economiche familiari, l’indice di massa corporea (BMI) delle madri e il tempo trascorso davanti alla tv. Si è così notato che i valori più alti dell’indice erano associati ai bambini che consumavano regolarmente bevande zuccherate.
«L’associazione non è di per sé sorprendente, perché questi prodotti contengono calorie “vuote” che non sono in grado di indurre sazietà - spiega Mark De Boer, associato di endocrinologia pediatrica all’Università della Virginia -. Senza un adeguato bilanciamento dei consumi indotto da un aumento dell’attività fisica l’eccesso di energia si trasforma in grassi e contribuisce all’aumento del peso».
COME COMPORTARSI?
Questi dati confermano la necessità di utilizzare spremute o succhi di frutta possibilmente preparati in casa, senza zuccheri aggiunti. Ancora più interessante è l'aspetto che lega queste bevande a una riduzione del consumo di latte, osservata nel corso dello studio, e a un maggior numero di ore passato davanti alla tv.
È chiara dunque la complessità dei fattori che incidono sullo sviluppo dell'obesità. Diversi studi legano il tempo trascorso davanti alla tv alla maggiore inattività e alla maggiore esposizione agli spot che promuovono il consumo di queste bevande e di altri cibi ad alto contenuto calorico.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).