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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 23-09-2016

Ecco come una donazione di midollo osseo salva una vita



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Iniziative nelle piazze italiane fino a domenica per ampliare il registro dei donatori. La procedura viene adottata per curare leucemie, linfomi, mielomi, anemie gravi e immunodeficienze

Ecco come una donazione di midollo osseo salva una vita

Si concluderà domenica 25 settembre «Match it now», etichetta associata alla prima settimana nazionale per la donazione di midollo osseo e cellule staminali emopoietiche. L’iniziativa, voluta dal Centro Nazionale Trapianti, dal Centro Nazionale Sangue, dal Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo, dal Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, dalla Federazione Associazione Donatori di Midollo Osseo (Admo) e dalla Federazione Italiana Associazioni Donatori Cellule Staminali Emopoietiche (Adoces), ha come obiettivo l’ampliamento del registro dei donatori, a cui possono iscriversi uomini e donne di età compresa tra 18 e 35 anni (per effettuare la donazione c’è tempo fino ai 55 anni). «Soltanto un’offerta sempre più ampia, infatti, può accrescere le possibilità che una persona malata trovi un donatore compatibile», dichiara Nicoletta Sacchi, direttore del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo. Il «match», per l’appunto, che riguarda «nemmeno l’un per cento dei donatori afferenti al registro».

QUALI ALTRE PARTI DEL CORPO E' POSSIBILE DONARE?


Al momento sono 370.108 i potenziali donatori, di cui oltre ottantacinquemila tipizzati in alta risoluzione. Ovvero: prontamente disponibili per l’avvio delle procedure di trapianto. I dati sono stati diffusi dal Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo.

Lungo la Penisola, sono 77 i centri in cui è possibile effettuare una donazione di midollo osseo e cellule staminali emopoietiche.

Nel primo quadrimestre del 2016, in Italia sono stati eseguiti 540 trapianti allogenici.

Un dato che, letto in proiezione, lascia supporre che con ogni probabilità si andrà oltre i mille trapianti che, in media, sono stati eseguiti negli ultimi anni.

Trapianto di midollo: mai più problemi di compatibilità grazie al gene suicida


QUANDO SI RICORRE AL TRAPIANTO?

La procedura salvavita viene adottata per curare leucemie, linfomi, mielomi multipli, tumori solidi in stato avanzato, gravi forme di anemia aplastica, alcune forme di immunodeficienza e anomalie genetiche. Il quadro chiarisce la necessità di aumentare il bacino di approvvigionamento, grazie allo sforzo congiunto delle istituzioni e delle associazioni di volontariato. Per questo motivo, fino a domenica 25 settembre, in diverse piazze italiane ci si potrà arruolare come donatori, sottoponendosi a un colloquio con il personale medico e concludendo l’iter sarà richiesto un campione salivare o un prelievo venoso.

Ecco come una donazione di midollo salva una vita

FONDAZIONE UMBERTO VERONESI SOSTIENE «DIAMO IL MEGLIO DI NOI»

Mettere il proprio buono stato di salute a disposizione degli altri è un gesto lodevole. Per questo motivo, d'ora in avanti, la Fondazione Umberto Veronesi sosterrà la campagna «Diamo il meglio di noi», lanciata dal Centro Nazionale Trapianti e dal Ministero della Salute. L'obiettivo è sensibilizzare le associazioni di volontariato, le istituzioni, gli enti pubblici o privati, le aziende a favore della donazione di organi.

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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