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Ginecologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 06-12-2013

I bambini nati in provetta non corrono maggior rischio di tumore



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Uno studio inglese cancella i dubbi sulla fecondazione assistita e la salute dei bambini. Dietro ad eventuali complicanze soprattutto l’età elevata delle madri

I bambini nati in provetta non corrono maggior rischio di tumore

Nessun dubbio, ormai: le metodiche di procreazione medicalmente assistita sono sicure, almeno per quel che riguarda il rischio per il nascituro di sviluppare tumori. Se fino a poco tempo fa c’era chi parlava di possibili conseguenze negative in seguito al ricorso a metodiche di fecondazione artificiale, oggi non c’è più alcun dubbio: almeno rispetto alle neoplasie. Il neonato potrà nascere in anticipo e sottopeso, ma senza correre rischi maggiori rispetto ai bambini concepiti naturalmente.


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LA RICERCA

A fare chiarezza è stato uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. Se precedenti ricerche avevano evidenziato un rischio più alto per il neonato di sviluppare, nel corso della vita, alcune forme tumorali, questa pubblicazione chiude la porta ai sospetti. Indagando fino al compimento del quindicesimo anno di età su un’ampia popolazione di bambini - oltre 105mila - nati in Gran Bretagna tra il 1992 e il 2008, i ricercatori inglesi hanno escluso l’ipotesi di vedere aumentato il rischio di sviluppare alcune neoplasie: tra cui leucemie, neuroblastomi, retinoblastomi, tumori renali e del sistema nervoso centrale. Irrilevante è stata la differenza notata rispetto alla previsione di malattia: 108 casi di tumori identificati rispetto ai 109 attesi. Il rischio è rimasto più alto soltanto per l’epatoblastoma e il rabdomiosarcoma, con il primo collegato alla maggiore probabilità di avere basso peso del neonato alla nascita e dunque condivisibile anche con i bambini nati prematuri da una normale gravidanza. 

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I CONSIGLI

Il confronto con i coetanei - specifico per sesso, peso alla nascita, età della madre e del padre - nati senza che i genitori avessero fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita ha evidenziato come, a eccezione delle due forme tumorali citate, non ci siano rischi più elevati per i nati in provetta. «La salute dei bambini nati attraverso tecniche di procreazione medicalmente assistite rappresenta uno degli argomenti più dibattuti - afferma Eleonora Porcu, responsabile della struttura di infertilità e procreazione medicalmente assistita al policlinico Sant'Orsola di Bologna -. L’evidenza è confortante, ma è bene precisare che le gravidanze da procreazione medicalmente assistita sono associate a un tasso più alto di gravidanze multiple e, in generale, risultano più frequenti le complicanze». A causarle, spesso, sono i concepimenti in età avanzata. In questi casi l'incidenza di ipertensione è quasi tre volte maggiore nelle donne di età superiore ai 44 anni, così come il diabete gestazionale è addirittura 14 volte più frequente in questa fascia d'età rispetto alle donne più giovani. Quattro volte maggiore è la probabilità di dover ricorrere a un parto cesareo. Sia chiaro, però, che questi dati devono essere ricondotti soprattutto all’età della donna: che concepisca un figlio in maniera naturale o assistita.

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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