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Fumo
Caterina Fazion
pubblicato il 20-01-2025

Sigarette elettroniche: un aiuto o una nuova dipendenza?



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Per alcuni, le sigarette elettroniche possono apparire come una possibilità per smettere di fumare, ma poi il problema si sposta: come liberarci anche dallo svapo?

Sigarette elettroniche: un aiuto o una nuova dipendenza?

Smettere di fumare grazie alle sigarette elettroniche, per alcuni, può rappresentare una possibilità. Ma una volta abbandonate le sigarette tradizionali, come fare per smettere di utilizzare anche le e-cig? L’intervento farmacologico sembrerebbe utile a questo scopo, così come gli interventi basati su messaggi di testo, questi ultimi, specialmente per i giovani. A suggerirlo è un nuovo studio, pubblicato sulla Cochrane Database of Systematic Reviews. Quest’area di ricerca è davvero agli inizi, e i dati raccolti in continua evoluzione. Scopriamo cosa sappiamo finora e cosa resta da chiarire su come riuscire a smettere di fumare anche le sigarette elettroniche.

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LO STUDIO

La ricerca ha incluso nove studi clinici randomizzati, che prevedevano la partecipazione totale di 5.209 persone motivate a smettere di usare dispositivi per svapare contenenti nicotina. L'obiettivo era valutare l'efficacia degli strumenti testati per aiutare a interrompere l'uso di e-cig. Gli studi, condotti tra il 2004 e il 2024, hanno valutato diversi metodi:

  • terapia sostitutiva della nicotina (NRT) combinata (utilizzo di più prodotti insieme)
  • citisina e vareniclina (rispetto al placebo)
  • intervento comportamentale finalizzato alla riduzione graduale della quantità di nicotina
  • interventi basati su messaggi di testo 
 

COSA È EMERSO

Dall'analisi dei vari studi emergono evidenze che gli interventi basati su messaggi di testo possano supportare giovani e giovani adulti nel processo di cessazione dello svapo. Inoltre, risulta che anche la vareniclina possa aiutare nel raggiungimento di questo obiettivo. Si tratta però di risultati che necessitano di ulteriori conferme. I dati sull'efficacia della terapia nicotinica sostitutiva combinata, della cistina e della riduzione graduale della quantità di nicotina, sono ancora troppo incerti per permettere di trarre conclusioni.

 

LA CITISINA COME ALTERNATIVA

Per quanto i risultati dello studio siano limitati e ancora da verificare, la vareniclina, come anticipato, sembra rappresentare un possibile valido supporto per aiutare a smettere di svapare. Non dobbiamo dimenticare, però, che dal 2021 questo farmaco non è più in commercio in molti paesi.

«La vareniclina ha mostrato risultati superiori rispetto alla citisina negli studi presi in esame, grazie al fatto che le ricerche su questo farmaco sono in numero maggiore e a minor rischio di bias», spiega Elena Munarini, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro antifumo della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e componente del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi. «Tuttavia, i dati rimangono limitati. Inoltre, considerando che oggi in Italia la vareniclina non è più in uso, la citisina potrebbe rappresentare un'alternativa promettente. I due farmaci, infatti, condividono lo stesso meccanismo d'azione, essendo entrambi agonisti parziali dei recettori nicotinici nel cervello. Questa ipotesi necessita però di un’accurata verifica. Oltre alla citisina, sarebbe utile approfondire lo studio della terapia sostitutiva nicotinica e introdurre quello del bupropione. Vale la pena infatti studiare tutte le opzioni disponibili per non trascurare strumenti potenzialmente utili ad aiutare le persone a smettere di svapare».

 

SERVE UN INTERVENTO PRECOCE

L'approccio basato sui messaggi di testo, che offre un mix di contenuti motivazionali, contenuti legati alle norme sociali e consigli su come smettere di svapare, ha dato, secondo lo studio, risultati promettenti. Cosa ci suggerisce questo?

«Questo risultato ci parla molto di giovani, spesso neo-utilizzatori di e-cig che, ipoteticamente, non hanno mai fumato tabacco. Il fatto che tra i 13 e i 24 anni alcuni giovani si siano già misurati con il tema di smettere con le e-cig indica che sono consapevoli di aver sviluppato una dipendenza anche da questi prodotti, da cui non è per nulla facile liberarsi. Tutto ciò rispecchia la situazione delle nuove generazioni di consumatori di nicotina che viene presentata in nuove e diverse forme, ma che resta sempre capace però di far sviluppare una dipendenza da cui è difficle uscire», riflette la dottoressa Munarini. «I messaggi di testo hanno dato buoni risultati, mostrando che smettere nei primi anni di utilizzo è più facile rispetto a intervenire su una dipendenza consolidata. Avere la possibilità di offrire programmi mirati ai più giovani è quindi fondamentale: prima si prova a smettere, maggiore è la possibilità di riuscirci con successo attraverso il semplice supporto motivazionale e senza farmaci. Sarebbe importante però che i giovani, quando consapevoli di aver sviluppato una dipendenza, potessero rivolgersi a realtà di supporto efficaci e per loro facilmente accessibili».

 

E-CIG PER SMETTERE, E POI?

Uno dei limiti che anche gli autori evidenziano è che questi studi mancano di contestualizzazione rispetto al fumo di tabacco tradizionale: nessuno studio considera se i soggetti che hanno partecipato fossero ex fumatori passati alle e-cig per smettere, oppure utilizzatori di e-cig ex-novo. Inoltre, nessuno studio valuta l’eventualità che qualche soggetto, una volta lasciate le e-cig, abbia ripreso il fumo tradizionale. Nonostante queste lacune, il lavoro sottolinea l'importanza di un tema emergente.

«Alcuni fumatori – prosegue Munarini – passano dalle sigarette tradizionali a quelle elettroniche nel tentativo di smettere, una tecnica che può essere efficace. Tuttavia, è importante ricordare che smettere di fumare definitivamente con terapia nicotinica o farmaci è molto diverso rispetto all'uso di e-cig. Nel secondo caso, infatti, cambia veicolo, ma la dipendenza da nicotina persiste e con essa una serie di rischi per la salute. Passare alla sigaretta elettronica può sembrare una soluzione facile, ma bisogna considerare che successivamente si dovrà affrontare anche la cessazione dello svapo».

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ABBANDONARE LE E-CIG È PIÙ FACILE?

Le sigarette elettroniche sono principalmente utilizzate da ragazzi giovani che si approcciano al fumo per la prima volta e da persone che vogliono smettere di fumare con questo metodo. Come ricorda la dottoressa Munarini, «negli ultimi anni si è registrato un aumento delle richieste di aiuto per smettere di usare le sigarette elettroniche, specialmente tra i 20 e i 40 anni».

Come suggerito anche dallo studio, per aiutare a smettere di svapare sono possibili diversi approcci, la cui efficacia è ancora tutta da capire, soprattutto per quanto riguarda le differenze con il fumo tradizionale:

  • utilizzare farmaci antifumo trattando le sigarette elettroniche come le sigarette tradizionali, con l'obiettivo di arrivare a interromperne definitivamente l'uso
  • riduzione graduale della nicotina fino a eliminarla completamente. Quando si passa a una sigaretta elettronica senza nicotina, l'uso diminuisce notevolmente. L’utilizzo continuativo e spesso massiccio di e-cig è infatti principalmente legato alla nicotina
  • supporto psicologico-comportamentale

«Smettere di usare le sigarette elettroniche – conclude Elena Munarini – potrebbe sembrare più facile, ma non sempre è così. Questo approccio potrebbe essere valido per i ragazzi che hanno appena iniziato a svapare e che, soprattutto, non hanno mai vissuto la dipendenza dalle sigarette tradizionali. Per un ex fumatore, invece, smettere di svapare non è più facile che smettere di fumare sigarette tradizionali. Inoltre, molti ex fumatori rischiano di ricadere nella dipendenza proprio a causa delle sigarette elettroniche. È un peccato, perché molte di queste persone probabilmente non sarebbero tornate a fumare senza l'introduzione di questi dispositivi, il cui rischio è spesso sottovalutato da parte di tutti i suoi utilizzatori.  I giovani hanno una visione parziale della realtà, influenzati dal marketing, mentre gli ex fumatori pensano di aver migliorato la loro salute, considerando le e-cig meno dannose».

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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