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Fumo
Caterina Fazion
pubblicato il 23-01-2023

Sigarette tradizionali o elettroniche: che cosa e quanto fumano i giovani?



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Sigarette, e-cig, prodotti a tabacco riscaldato: cosa usano i giovani? Come nasce la scelta? Cosa è cambiato negli ultimi anni? Ecco i più recenti dati italiani

Sigarette tradizionali o elettroniche: che cosa e quanto fumano i giovani?

Per i giovani di oggi fumare non vuol più solamente dire accendersi una sigaretta: i prodotti contenenti nicotina sono moltissimi e attraenti. La sigaretta elettronica per i ragazzi sembra essere l’alternativa più gettonata alle sigarette tradizionali. Moda? Costo ridotto? Maggiore possibilità di non essere scoperti? Cerchiamo di capirlo attraverso i dati dell’Indagine multiscopo dell’ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” e dello studio ESPAD®Italia 2021 (European school Survey Project on Alcohol and Other Drugs), condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica, sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Ne parliamo con la dottoressa Sabrina Molinaro, Dirigente di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto Fisiologia clinica del Cnr, e membro del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi.

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COSA FUMANO I GIOVANI?

Il consumo di prodotti a base di nicotina, complice l’ingresso in commercio di nuovi dispositivi "tecnologici" e attraenti, risulta piuttosto diffuso nella popolazione studentesca (15-19 anni), secondo solo a quello dell’alcol. Come è cambiato il panorama delle abitudini giovanili con la possibilità di sperimentare nuove modalità di utilizzo?

«Le sigarette tradizionali – spiega Sabrina Molinaro – sono ancora le più comunemente utilizzate: il 61% degli studenti le ha provate nella vita, il 43% ha fumato nel corso dell’anno, circa un terzo nel mese e quasi il 22% ne fa un uso quotidiano. Il consumo occasionale ha riguardato soprattutto le ragazze, mentre il consumo quotidiano mostra prevalenze di poco superiori tra i ragazzi (23% vs 21%). Per quanto riguarda gli altri prodotti, nel 2021 più di un quinto degli studenti (21%) ha utilizzato le sigarette senza combustione, quasi il 5% ha utilizzato la pipa ad acqua e il 2% ha usato tabacco da sniffo o fiuto. Le sigarette elettroniche sono state l’alternativa alle sigarette classiche più frequente: un milione di studenti (42%) afferma di averle provate almeno una volta nella vita e il 23% degli adolescenti le ha utilizzate nell’anno, con percentuali maggiori tra le ragazze (24% vs 22%). Le ricariche inserite nella sigaretta elettronica sono state soprattutto quelle a base di aromi e di nicotina. Quest’ultima è stata indicata da oltre la metà degli utilizzatori e, in particolare, dalle ragazze. Il 4,3% ha utilizzato anche ricariche a base di cannabidiolo (CBD)».

 

E-CIG, L'ALTERNATIVA PIÙ SCELTA

Cosa rende le sigarette elettroniche attraenti al punto da preferirle, in molti casi, alle sigarette normali? «Guardando i risultati dei nostri studi – spiega Sabrina Molinaro –, l’idea principale è che, fondamentalmente, si tratti di moda e di omologazione nei confronti di amici e compagni di classe che ne fanno uso. Inoltre, non è da sottovalutare il costo delle diverse alternative alle sigarette elettroniche. Le heat no burn, ovvero le sigarette a tabacco riscaldato, ad esempio, costano sicuramente di più delle sigarette elettroniche, quasi quanto le sigarette tradizionali. Consideriamo poi l'odore: come le sigarette tradizionali, anche le sigarette a combustione hanno un odore riconoscibile, mentre le sigarette elettroniche in generale rilasciano poco odore nell'ambiente, a volte anche gradevole, o addirittura nessuno. Questo permette di fumare senza che nessuno se ne accorga».

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L’USO NEI LUOGHI CHIUSI

Nonostante la legge non vieti l’uso delle sigarette elettroniche in locali pubblici, rimane la possibilità per gli esercenti o per i gestori di sale e ristoranti, così come per le aziende, di dare indicazioni sulla possibilità o meno di “svapare” in pubblico. Tuttavia, a causa del loro impatto discreto sulle altre persone, quantomeno da un punto di vista olfattivo, spesso vengono usate anche in luoghi chiusi e pubblici dove ne sia vietato l’uso come alcuni mezzi pubblici o biblioteche, frequentati da giovani. Purtroppo, l’attenzione da parte della popolazione sui possibili rischi legati a questi nuovi dispositivi è ancora bassa, rispetto invece alle sigarette normali. Gli studi infatti sono ancora pochi e alle volte nebulosi, a causa del periodo di tempo troppo limitato in cui questi prodotti hanno iniziato ad essere utilizzati, e di conseguenza studiati. Le ragioni di cautela però, esistono, insieme ad alcune evidenze su possibili danni. Per questo motivo il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente annunciato l’intenzione di proporre una stretta sul fumo a 20 anni dalla legge Sirchia, estendendo, tra le altre cose, il divieto di utilizzo in luoghi chiusi anche alle sigarette elettroniche e al tabacco riscaldato .

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

CONSUMO DI NICOTINA IN AUMENTO

Per valutare il consumo di nicotina, se consideriamo il solo utilizzo di sigarette classiche si evidenzia un trend in costante calo, a indicare che decenni di prevenzione mirata nelle scuole e sul target giovanile in generale hanno dato buoni frutti. A confermarlo sono i dati di lungo corso dello studio ESPAD®Italia. Come spesso accade, però, quando si amplia il ventaglio dell’offerta con prodotti diversificati i consumi riprendono a salire, soprattutto quelli occasionali. «Considerando nel complesso gli studenti che hanno usato almeno uno tra sigarette classiche, elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato nel 2021 – illustra la dottoressa Molinaro –, i dati indicano una prevalenza di consumo che si attesta ben oltre la metà della popolazione studentesca, intorno al 64%. I dati di trend che abbiamo a disposizione ci dicono che l’ingresso sul mercato di questi prodotti alternativi, in continua evoluzione e in costante aumento, rischia di vanificare l’efficacia della prevenzione al fumo di sigaretta, mantenendo circa stabile la quota di ragazzi e ragazze che entrano in contatto con la nicotina e che quindi, potenzialmente, potrebbero diventare la futura schiera di adulti dipendenti».

 

QUANTI SONO I CO-UTILIZZATORI?

Le diverse modalità di assunzione di nicotina risultano spesso associate tra di loro. «In termini di prevalenza – prosegue Sabrina Molinaro –, prendendo in considerazione l’utilizzo di sigarette classiche ed elettroniche, ossia quello che viene definito “consumo duale”, emerge che il 39% ha utilizzato tutti e due i prodotti almeno una volta nella vita. Come dicevamo, però, più offerta significa maggiori possibilità di sperimentazione, così troviamo anche altre combinazioni di consumo e, sul totale degli studenti, si osserva questa distribuzione percentuale: l’uso di tutti e tre i prodotti (sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato) riguarda il 22% di questi ragazzi, delineando quello che analogamente potremmo chiamare “consumo triale”, il consumo di sigarette classiche ed elettroniche insieme riguarda una quota pari al 17%, sigarette classiche e senza combustione il 2,8%, elettroniche e senza combustione lo 0,3%; restano poi le quote relative al fumo esclusivo di sigarette classiche che riguarda il 19% di questi ragazzi, l’uso esclusivo di sigarette elettroniche il 2,6%, e quello esclusivo di sigarette senza combustione lo 0,1%. Il complemento a 100 è rappresentato dal 36% degli studenti che non hanno mai approcciato il fumo, in nessuna forma».

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UNA QUESTIONE DI OPPORTUNITÀ

Cosa spinge i ragazzi a consumare diversi tipi di prodotti? «Probabilmente è una questione di opportunità», riflette la dottoressa Molinaro. «La sigaretta tradizionale, infatti, può risultare spesso molto difficile da fumare: innanzitutto è necessario essere sempre all’aperto, situazione che costringe a uscire da un locale, ad interrompere un’attività, a sostare in luoghi improvvisati come le scale antincendio, magari con condizioni climatiche avverse. Tutte queste situazioni potevano, alle volte, fungere da deterrente. La sigaretta elettronica, invece, può essere fumata dovunque e in qualunque momento. Il consumo tra gli adolescenti diventa opportunistico: fumo quello che ho a disposizione e che in quella determinata situazione è più comodo, senza alcuna preferenza specifica. È un po’ quello che succede anche con le sostanze illegali tra i giovani».

 

LE CARATTERISTICHE DEI FUMATORI

Ma questi nuovi fumatori chi sono? Che caratteristiche e abitudini hanno?

«Il consumo combinato dei tre prodotti – illustra Sabrina Molinaro – risulta più comune tra le ragazze (26% vs 18% nei maschi), così come l’uso di sigarette classiche da sole (23% vs 15%) e in associazione a quelle senza combustione (3,8% vs 1,9%). I ragazzi prediligono il consumo di sigarette elettroniche e l’uso duale di sigarette classiche in combinazione con e-cigarette. Per quanto riguarda le differenze di età, sono soprattutto i maggiorenni a utilizzare le diverse alternative combinate e, in particolare, la loro percentuale tende ad aumentare all’aumentare dell’età. L’attività sportiva viene praticata in percentuale maggiore tra gli utilizzatori di sigarette senza combustione o di e-cigarette, sia esclusivi sia modo combinato. In generale tra chi presenta una maggiore propensione alla sperimentazione si osserva più spesso l’uso concomitante di altre sostanze, come alcol e cannabis: il 97% degli utilizzatori triali e il 96% dei duali ha usato alcol negli ultimi 12 mesi, rispetto al 19% dei non fumatori, mentre la cannabis è stata utilizzata nell’anno dal 50% dei triali e dal 43% dei duali rispetto allo 0,7% dei non fumatori. Allo stesso modo questi ragazzi presentano una più frequente prossimità con altri fumatori, siano essi genitori o amici e si caratterizzano per una minore soddisfazione nel rapporto con i propri genitori e un minor rendimento scolastico. Tra i fumatori di sigarette classiche il 36% ne fa un uso quotidiano, percentuale che sale al 41% tra i consumatori duali e al 52% tra coloro che hanno provato almeno una volta nella vita tutti e tre i prodotti. Anche in termini di intensità, maggiore propensione alla sperimentazione è associata a maggiore intensità di consumo: fra gli utilizzatori triali l’8,8% consuma più di 10 sigarette tradizionali al giorno, fra i duali lo fa il 6,8% e il 6,1% tra chi in generale fuma sigarette classiche».

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PERCHÈ I RAGAZZI FUMANO?

Rispondere a questa domanda è certamente complesso, ma, forse, se lo chiediamo ai diretti interessati, qualche risposta chiarificatrice può essere ricavata: perché i giovani iniziano a fumare? «Considerando le sigarette elettroniche – conclude la dottoressa Sabrina Molinaro – la maggior parte degli studenti afferma di aver cominciato a utilizzarle per curiosità (73%), specialmente i ragazzi. Quasi il 16% le ha utilizzate perché offerte dagli amici e l’11% per smettere di fumare. In entrambi i casi con percentuali maggiori tra le studentesse. Focalizzando invece l’attenzione sugli utilizzatori duali, aumenta, seppur di poco, la quota di coloro che hanno cominciato a usare le sigarette elettroniche per smettere di fumare e diminuisce quella di coloro che lo hanno fatto per curiosità. L’approccio al fumo in tenera età caratterizza soprattutto gli utilizzatori di sigarette classiche. Infatti, il 35% degli studenti ha fumato la sua prima sigaretta a 13 anni o meno. Per le sigarette elettroniche questa percentuale diminuisce al 23%, mentre circa il 45% ha sperimentato questo comportamento tra i 14 e i 15 anni. Inoltre la maggior parte degli studenti ha cominciato a fumare quotidianamente tra i 15 e i 16 anni e, in questo caso, non si osservano particolari differenze tra sigarette tradizionali ed elettroniche. I risultati ESPAD®Italia ci dicono che oltre la metà di chi fa un uso duale ha iniziato con le sigarette classiche, il 31% ha iniziato alla stessa età con sigarette e sigarette elettroniche e il 16% ha avuto il primo approccio con la sigaretta elettronica».

EDIT: articolo modificato in data 4/5/2023 con l'integrazione di alcuni dati aggiornati 

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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