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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 18-07-2024

Quanto ne sai sulla mononucleosi?



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Sono colpiti solo gli adolescenti? Quali sono i sintomi? Bisogna ricorrere all’isolamento? Le risposte dell’esperta alle domande più frequenti sulla mononucleosi

Quanto ne sai sulla mononucleosi?

Meglio conosciuta come “la malattia del bacio”, la mononucleosi è molto diffusa tra i giovani, ma non solo. Nonostante la sua fama, questa patologia virale continua a sollevare numerosi dubbi e malintesi che abbiamo chiarito grazie alle risposte della dottoressa Maia De Luca, infettivologa dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

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Che cosa causa la mononucleosi?

La mononucleosi è una malattia infettiva di natura virale, generalmente causata dal virus Epstein-Barr (EBV). Sindromi simil mononucleosiche possono essere dovute anche ad altri virus, tra cui il citomegalovirus.

 

Come si trasmette?

La mononucleosi è anche conosciuta come malattia del bacio perché il principale meccanismo di trasmissione è la saliva. Il contagio può avvenire per contatto diretto con la saliva o con oggetti contaminati da saliva infetta come ad esempio giocattoli, posate, bicchieri.

 

Sono colpiti solo gli adolescenti?

La mononucleosi può colpire chiunque, ma, proprio per le sue modalità di trasmissione, le due fasce d'età più colpite sono i bambini piccoli che giocano con i coetanei scambiandosi oggetti, spesso contaminati da saliva, e la fascia adolescenziale.

 

Quanto è diffusa la mononucleosi?

Sotto i cinque anni circa il 50% dei bambini contrae la mononucleosi, mentre tra i soggetti adulti oltre il 90% della popolazione ha incontrato la mononucleosi nel corso della propria vita, spesso senza sintomi.

 

Quanto dura l’incubazione?

L'incubazione può essere molto lunga, anche di 30-50 giorni e, superata la fase di malattia, è possibile continuare a rilasciare virus in piccole quantità anche per lunghi periodi di tempo, fino a un anno.

 

Quali sono i sintomi della mononucleosi?

Nonostante nella maggior parte dei casi la malattia si presenti in forma asintomatica, gli eventuali sintomi si possono manifestare in maniera molto variabile e tendenzialmente si esauriscono in sette-dieci giorni. Ecco i più comuni:

  • astenia (stanchezza): è un sintomo molto caratteristico della mononucleosi e può durare per settimane, anche una volta risolta la sintomatologia acuta;
  • febbricola della durata di qualche giorno;
  • febbre più elevata e persistente;
  • ingrossamento dei linfonodi, spesso dolenti, soprattutto latero cervicali, ma anche ascellari e inguinali;
  • mal di gola;
  • ingrossamento delle tonsille, alle volte rivestite da essudato bianco-giallastro, a cui ci si riferisce generalmente con il termine "placche";
  • dolore alla deglutizione;
  • ingrossamento degli organi ipocondriaci come fegato e milza (splenomegalia). I pazienti con EBV che sviluppano un'importante splenomegalia devono stare particolarmente attenti in termini di traumi ed effettuare un follow up nel nel tempo per essere sicuri della graduale riduzione dell’organo;
  • rash cutaneo.
 

Occorre isolarsi?

No, essendo un virus a bassa contagiosità non c'è indicazione all'isolamento. Inoltre, dato che l'individuo contagiato rilascia il virus per lungo tempo, è difficile individuare una fase in cui restare isolati. Il bambino o il ragazzo dovrebbe stare a casa fino a quando presenta i sintomi per poi rientrare in comunità quando sta meglio.

 

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi è clinica, effettuabile da qualunque medico. In genere non sono necessari accertamenti, ma se si desidera fare una diagnosi di certezza occorre effettuare un prelievo ematico in cui si va a cercare la risposta anticorpale, ovvero gli anticorpi prodotti dall'organismo in risposta al virus. Nelle forme più importanti, con febbre elevata, spesso si associa anche un controllo dell'emocromo in quanto l’EBV può dare un abbassamento dei globuli bianchi, dell'emoglobina e/o delle piastrine, e può dare anche un quadro di epatite con innalzamento delle transaminasi, indici di lisi epatica.

 

Esiste una cura?

Trattandosi di un’infezione virale autolimitantesi, passa da sola, e non esiste una cura specifica. Non è assolutamente indicata la somministrazione di antibiotico che potrebbe reagire con l’EBV aumentando le manifestazioni cutanee. Si possono però curare gli eventuali sintomi con paracetamolo e FANS, come ibuprofene e simili.

 

La mononucleosi può tornare?

La mononucleosi causata da virus EBV tendenzialmente non torna, anche se, appartenendo alla famiglia degli herpes, il virus resta nel nostro corpo per sempre, non dando più sintomi dopo la guarigione. Tuttavia, la mononucleosi può tornare sotto forma di sindomi simil mononucleosiche dovute ad altri virus come il citomegalovirus.

 

In gravidanza è pericolosa?

No, se una donna contrare l'EBV in gravidanza non saranno a rischio né la sua salute né quella del feto.

 

Meglio evitare le vacanze?

Se la mononucleosi viene contratta nel periodo estivo, o di vacanze in generale, per capire come comportarsi tutto dipende dalle condizioni del bambino o del ragazzo. Trattandosi di un'infezione che, soprattutto nei primi giorni, può essere molto debilitante, fino a quando ci sono i sintomi della fase acuta il consiglio è quello di rimanere riguardati e stare in casa, eventualmente posticipando di qualche giorno la partenza per le vacanze. Superata la parte sintomatica si può tornare a frequentare la comunità e a condurre una vita del tutto normale, sole e mare inclusi.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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