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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 29-01-2025

Aggiornamento influenza: è arrivato il picco in Italia?



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Con il picco alla fine di gennaio, l’influenza di quest’anno segue un andamento più classico rispetto ai picchi precoci degli ultimi due anni. I bambini restano i più colpiti

Aggiornamento influenza: è arrivato il picco in Italia?

Nella terza settimana del 2025, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali ha continuato a crescere in Italia, raggiungendo i 15,0 casi per mille assistiti, un dato leggermente superiore rispetto ai 14,4 della settimana precedente. Secondo il Sistema di Sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, il picco stagionale potrebbe essere stato ormai raggiunto. A differenza degli ultimi anni, quando si verificava anticipatamente verso la fine dell'anno a causa delle conseguenze immunitarie del Covid, questa stagione sembra seguire un andamento più tradizionale.

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I PIÙ COLPITI RESTANO I BIMBI

A trainare l'incremento sono soprattutto le fasce d’età pediatriche, in particolare i bambini sotto i cinque anni, che registrano un’incidenza di 34,2 casi ogni mille assistiti, in netto aumento rispetto ai 25,3 della settimana precedente. Tra i giovani adulti e gli anziani, invece, la situazione resta stabile. Le regioni più colpite includono Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. Basilicata e Calabria, invece, non avendo attivato la sorveglianza epidemiologica, rendono difficile una stima accurata della situazione in queste aree.

 

NON SOLO INFLUENZA

La situazione non è dovuta esclusivamente ai virus influenzali. La co-circolazione di diversi agenti patogeni respiratori contribuisce infatti a mantenere elevata l’incidenza delle sindromi simil-influenzali. Secondo il Rapporto Virologico, nella terza settimana del 2025, il 31% dei campioni analizzati è risultato positivo al virus influenzale, una percentuale pressoché stabile rispetto al 31,8% registrato la settimana precedente. Dei 3.023 campioni clinici analizzati dai laboratori RespiVirNet, 937 sono risultati positivi al virus influenzale: 742 di tipo A e 195 di tipo B.

Oltre ai virus influenzali, tra i campioni analizzati:

  • 202 (6,7%) sono risultati positivi per virus respiratorio sinciziale (RSV)
  • 82 (2,7%) per SARS CoV-2
  • i rimanenti 421 sono risultati positivi per altri virus respiratori, di cui 179 (5,9%) Rhinovirus, 110 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 55 Adenovirus, 32 Metapneumovirus, 27 virus Parainfluenzali e 18 Bocavirus.
 

L’ANDAMENTO ANNUALE

Come ricorda la Società Italiana di Pediatria, «rispetto ai picchi precoci degli ultimi due anni, quest'anno l'influenza ha seguito il suo corso abituale, con un picco in queste settimane, tra gennaio e febbraio. Nei bambini più piccoli, si registrano febbre prolungata e disturbi gastro-intestinali, ma c’è un dato positivo. Grazie a nuove strategie preventive, i casi di bronchiolite sono diminuiti. Anche se con tempi e modalità diverse, le regioni hanno introdotto un anticorpo monoclonale per i nuovi nati e i bambini nei primi mesi di vita, con ottimi risultati».

 

I CONSIGLI DELLA SIP

Ecco alcuni consigli della società Italiana di Pediatria (SIP) su come affrontare l’influenza stagionale.

  • La vaccinazione resta fondamentale: sebbene le coperture siano ancora basse, il vaccino spray nasale ha migliorato l'adesione delle famiglie. Proteggere i bambini è essenziale per evitare complicanze.
  • Dopo la guarigione, è importante non avere fretta di rientrare a scuola o riprendere sport per permettere al sistema immunitario di recuperare completamente.

Come ricorda Rino Agostiniani, Presidente SIP, è importante «non farsi spaventare dalla febbre alta, perché è il più potente meccanismo di difesa. Ciò che bisogna osservare sono le condizioni generali del bambino: se la febbre scende con un antipiretico e il piccolo è in buone condizioni, anche se poi la temperatura risale, non ci deve intimorire. Dobbiamo dare tempo all'organismo di combattere l'infezione». 

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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