La tredicesima edizione della conferenza internazionale sul futuro della scienza si è aperta a Venezia. Grandi temi e grandi scienziati che dialogano con la società civile
VENEZIA - L’esordio è avvenuto nel nome di Umberto Veronesi e non poteva essere altrimenti, nella prima edizione organizzata dopo la sua scomparsa, di cui tra poco più di due mesi si celebrerà il primo anniversario. La tredicesima conferenza mondiale The Future of Science, dal titolo The lives to come (la vita che verrà), s’è aperta nel ricordo dell’ideatore nonché presidente.
«Le sue idee ci mancano, ma se siamo qui è perché il pensiero di Umberto ha aperto un solco lungo il quale continuiamo a camminare con umiltà», ha affermato Chiara Tonelli, presidente di The Future of Science e del comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. «Compassione, capacità d’ascolto, solidarietà, tolleranza e realizzazione personale: questa è soltanto una sintesi di ciò che ha rappresentato Umberto per la nostra società», ha aggiunto Kathleen Townsend Kennedy, che assieme a Tonelli, a Giada Tronchetti Provera (Fondazione Tronchetti Provera), a Giovanni Bazoli (Fondazione Cini) e a Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Veronesi, ha dato il via ai lavori della conferenza, in programma sull’isola di San Giorgio (Venezia) fino a venerdì 22 settembre.
La sessione pomeridiana s’è aperta con l’intervento di Gianni Letta. L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ricordato Veronesi come «un apostolo della scienza che ha dedicato la sua vita alla ricerca, alla cura della persona e alla promozione della ricerca scientifica».
MEDICINA DI PRECISIONE: QUALI I PROSSIMI PASSI NELLA LOTTA AI TUMORI?
I RISULTATI DELLA MEDICINA PERSONALIZZATA
È toccato a Paolo Veronesi illustrare i temi della conferenza. «Nutrizione come elemento di prevenzione e terapia, medicina personalizzata e gestione di una mole di informazioni sempre più abbondante: ecco le sfide che attendono gli scienziati nei prossimi vent’anni», ha affermato prima di dare ufficialmente il via ai lavori. Dei progressi registrati negli ultimi anni nella lotta al cancro ha parlato Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, struttura nella quale Veronesi portò avanti gran parte della sua attività di ricerca e clinica: «La ricerca si sta dirigendo sempre più verso la medicina personalizzata. La caratterizzazione con cui i pazienti vengono inseriti negli studi clinici è sempre più accurata. Questa opportunità, frutto del progresso scientifico, ci permette di avere gruppi di studio sempre più omogenei. I risultati di questi lavori consentono oggi agli oncologi di mettere a punto terapie mirate sempre più efficaci su campioni selezionati di pazienti. Non si tratta di un approccio selettivo, ma di un’opzione senza la quale non saremmo arrivati ai risultati attuali, che ci permettono di far sopravvivere al cancro oltre sei pazienti su dieci». Considerazioni a cui si sono aggiunte quelle di Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano e membro del comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. «La ricerca negli ultimi vent'anni ha compiuto progressi enormi: siamo passati dalla conoscenza del genoma umano alla possibilità di manipolarlo, attraverso l'esplosione delle metodiche di editing. Ma il successo è ancora lontano. Conosciamo poco l'impatto del rischio genetico e ambientale, non siamo ancora in grado di misurare l'impatto di quest'ultimo sulla salute. La sfida, per noi, prosegue. Ma c'è bisogno di un impegno costante per sostenere la ricerca scientifica».
I TEMI CALDI DELLA CONFERENZA
È toccato a Chiara Tonelli fare da trait d'union tra la prima sessione e quella di venerdì: in cui spiccano gli interventi di Helga Nowotny, Giuseppe Testa, Alberto Mantovani ed Elio Riboli. Il ruolo dell'etica nella scienza, la necessità di costruire un filo diretto costante tra gli scienziati e la società, l'impatto dell'immunoterapia nella lotta al cancro e della nutrizione come elemento di prevenzione per i tumori e, più in generale, per le malattie croniche non trasmissibili. Saranno questi i temi più attuali dell'edizione attuale di The Future of Science.
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).