Ad ogni malato la sua terapia. Così aumenta la sopravvivenza. I dati presentati al congresso ESMO in corso a Madrid
«La medicina personalizzata si sta finalmente muovendo, e lo sta facendo rapidamente, dalla teoria alla pratica, passando dai laboratori di ricerca al letto dei pazienti. Siamo testimoni oggi di importanti successi nella cura dei tumori e di notevoli miglioramenti nella qualità di vita dei malati». Cosi Johann De Bono, presidente del Comitato scientifico del Congresso Europeo di Oncologia Medica 2014 (Esmo http://www.esmo.org/Conferences/ESMO-2014-Congress ) ha aperto i lavori del convegno che vede riuniti a Madrid oltre 18mila specialisti e che quest’anno è dedicato alla medicina personalizzata.
«Siamo arrivati a un punto in cui le target teraphies sono concretamente possibili per un numero crescente di tipi di cancro - ha detto de Bono -. Il tema chiave attuale è come prescrivere il trattamento ottimale per ciascun malato in base alla sua situazione individuale e alle caratteristiche molecolari della patologia in questione. E questa valutazione riguarda non solo gli oncologi e la scelta dei farmaci, ma anche le decisioni che devono prendere chirurghi, radioterapisti, immunologi o anatomopatologi: la medicina personalizzata coinvolge tutti».
Le cure su misura gia’ disponibili per i malati di oggi
Cosa significa questo in concreto? Sono quasi 20 anni che la comunita’ scientifica dibatte e lavorar alacremente nei laboratori di ricerca su medicina di precisione (o personalizzata), target teraphies (ovvero terapie «ritagliate» a misura sul paziente), ma anche di diagnosi precoce e prevenzione calibrate sui rischi che ogni persona corre di ammalarsi di cancro. «Oggi, finalmente, si vedono i primi frutti di questo lungo lavoro e sono disponibili per i malati – dice Fortunato Ciardiello, professore ordinario di Oncologia Medica della Seconda Università di Napoli e presidente eletto dell’Esmo -.
Conosciamo sempre meglio le alterazioni del Dna che causano il cancro e, man mano, si procede a creare farmaci che le contrastano. E’ quanto accade per il tumore al seno con il gene Her2 e il ricettore per gli estrogeni in caso di terapia ormonale, per il carcinoma polmonare con i geni Egfr e Alk, per il cancro colon rettale con le mutazioni Kras e Nras e, ancora, con il gene Braf nel melanoma cutaneo. In tutti questi casi i pazienti che hanno bisogno di un trattamento medico (che sia chemioterapia o altri farmaci) vengono prima sottoposti a un test genetico per capire se hanno o meno un’alterazione del Dna e sulla base degli esiti si decide quale terapia prescrivere. Sappiamo infatti quali farmaci possono avere piu’ successo a seconda dei casi ed e’ fondamentale sia per i malati che per il Sistema Sanitario, perche’ questo sistemacontribuisce a ridurre i costi».
In Italia 364mila nuovi casi di tumore, guarigioni in aumento
In Italia nel 2013 sono stati diagnosticati oltre mille casi ogni giorno. C’è però anche un messaggio positivo che è più difficile far passare: è tempo di abbandonare il concetto di «male incurabile». Alla fine degli anni Settanta solo poco più del 30 per cento delle persone colpite dal cancro sconfiggeva la malattia. Negli anni Novanta si è arrivati quasi alla metà dei malati, oggi ce la fanno in media sei pazienti su dieci (ma se la diagnosi è precoce, per determinate patologie si arriva oltre il 90 per cento) e in molti casi in cui non si può puntare alla guarigione si riesce a trasformare il tumore in una malattia cronica, con cui poter convivere per anni.
«Esistono oggi moltissime terapie, c’è sempre una cura che è possibile fare e se è vero che alcuni tumori restano purtroppo imbattibili è altrettanto vero che le guarigioni sono in crescita da anni – sottolinea Ciardiello -. Soprattutto nell’ultimo decennio, grazie alle molte scoperte sul Dna umano, sono stati fatti progressi impensabili anche solo prima del duemila. Oggi poi il cancro è un nemico più «conosciuto»: in molti casi si può diagnosticare agli esordi, quando le probabilità di sconfiggerlo sono maggiori, oppure addirittura prevenirlo, con vaccini o evitando certi comportamenti o sostanze che si sa che porteranno ad ammalarsi».
Senza dimenticare, ricordano gli esperti da Madrid, che «siamo noi i primi fautori del nostro destino, anche in materia di salute e contro il cancro: abbiamo la possibilità di prevenire quasi un terzo dei casi di cancro, non fumando, seguendo un’alimentazione corretta, evitando il sovrappeso facendo regolarmente attività fisica».
Vera Martinella
Laureata in Storia, dopo un master in comunicazione, inizia a lavorare come giornalista, online ancor prima che su carta. Dal 2003 cura Sportello Cancro, sezione dedicata all'oncologia sul sito del Corriere della Sera, nata quello stesso anno in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi.