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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 27-12-2024

Prevenzione, screening e nuove cure: così il cancro fa meno paura



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Negli ultimi 40 anni l'unione di queste strategie ha ridotto enormemente i decessi per cancro. Una situazione destinata a migliorare ulteriormente

Prevenzione, screening e nuove cure: così il cancro fa meno paura

Negli ultimi decenni la mortalità per cancro è andata progressivamente diminuendo. A testimoniarlo sono i numeri: nelle ultime due edizioni del volume "I numeri del cancro" realizzate dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) è stata messa nero su bianco l'importante diminuzione delle morti per tumore in tutte le fasce di età. Una riduzione possibile grazie ad una sempre più diffusa consapevolezza circa l'importanza della prevenzione, ad un aumento nell'adesione agli screening oncologici e all'arrivo di nuove terapie anticancro

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Andando ad analizzare nel dettaglio i dati italiani contenuti nel volume 2023, nel periodo 2007-2019 il numero di decessi osservati per tumori è stato significativamente inferiore rispetto a quanto atteso sulla base dei tassi del periodo 2003-2006. In totale, negli uomini sono state evitate 206.238 morti, con una riduzione del 14,4%, mentre nelle donne sono state evitate 62.233 morti, pari a un calo del 6,1%. Ma c'è di più: nell'edizione 2024 è stato riportato un importante calo della mortalità anche nella fascia di popolazione che va dai 20 ai 49 anni. Dal 2006 al 2021 in Italia, 47.447 uomini e 54.832 donne di questa fascia di età sono deceduti a causa di un tumore. L’andamento negli anni però ha mostrato una netta e costante diminuzione di mortalità per tutti i tumori in entrambi i sessi. In particolare in 15 anni sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d’età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006.

LE TRE STRATEGIE ANTICANCRO

Secondo gli addetti ai lavori la netta e costante riduzione nella mortalità è frutto dell'integrazione di differenti strategie. La prevenzione primaria ha ridotto l'incidenza dei tumori e, di conseguenza, anche la mortalità. Gli screening hanno consentito di effettuare diagnosi più precoci, abbassando la mortalità a parità di incidenza. Infine, i progressi terapeutici hanno migliorano l’aspettativa di vita aumentando le probabilità di guarigione.

IL PESO DELLA PREVENZIONE

Ma quando pesano ciascuna queste tre differenti strategie? Un recente studio pubblicato su JAMA Oncology ha stimato il numero di morti evitate negli Stati Uniti, analizzando il contributo relativo di tre fattori chiave: prevenzione primaria, screening e miglioramento delle terapie. L'analisi americana si è concentrata su un periodo più ampio, dal 1975 al 2020, e su cinque tumori principali: mammella, cervice uterina, polmone, colon-retto e prostata. Gli autori hanno stimato che, grazie a prevenzione, screening e terapie, siano state complessivamente evitate 5,94 milioni di morti. La maggior parte di queste, circa l’80% (4,75 milioni), è stata attribuita alla prevenzione primaria e agli screening, con contributi variabili a seconda del tumore:

  • Tumore al polmone: il 98% delle morti evitate è stato ottenuto grazie alla riduzione del fumo
  • Tumore del Colon-retto: il 79% delle morti evitate è stato attribuito allo screening, che ha permesso la rimozione di polipi precancerosi e la diagnosi precoce
  • Tumore della cervice uterina: quasi tutta la riduzione della mortalità è stata dovuta agli screening, in assenza di significativi progressi terapeutici
  • Tumore al seno: il 25% delle morti evitate è stato merito dello screening, mentre il restante 75% è stato attribuito ai progressi terapeutici
  • Tumore della prostata: il 56% delle morti evitate è stato legato allo screening, il resto attribuibile ai miglioramenti terapeutici.

IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE

Sebbene gran parte delle morti evitate negli ultimi 40 anni sia attribuibile a prevenzione e screening, è ragionevole supporre che i recenti progressi terapeutici, in particolare quelli legati all'immunoterapia, contribuiranno ulteriormente a migliorare questi risultati.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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