Crispr: una nuova fase per l'editing del genoma umano?
Le questioni etiche su tecnica CRISPR, ingegneria genetica e embioni umani geneticamente modificati
La scorsa settimana per la prima volta un team di scienziati americani ha creato con successo degli embrioni umani geneticamente modificati. La ricerca è stata guidata dall’embrionologo Shoukhrat Mitalipov e dal suo tema presso l’Oregon Health and Science University di Portland. Questa notizia giunge circa due anni dopo che un team cinese aveva già annunciato di aver modificato il DNA germinale di alcuni embrioni umani. In entrambi i casi i ricercatori hanno fatto ricorso alla sempre più utilizzata tecnica denominata CRISPR (per una introduzione a questa tecnica rivoluzionaria si può guardare qui: CRISPR/Cas, l'ultima frontiera dell'ingegneria genetica, AIRIcerca).
Eppure tra le due ricerche sembrano esserci delle differenze significative. Nel 2015 il team cinese aveva annunciato di aver modificato il genoma di alcuni embrioni umani nel tentativo di eliminare la mutazione responsabile per la thalassemia beta. Tuttavia, i risultati non erano stati del tutto soddisfacenti, sia perché l’editing non era avvenuto in tutte le cellule, lasciandone quindi alcune mutate, sia perché l’editing aveva riguardato altri geni oltre a quello responsabile della malattia. Anche sulla base di questi risultati, la comunità scientifica internazionale aveva accolto l’annuncio dello studio cinese invocando maggiore prudenza e il bisogno di più ricerca di base prima di utilizzare tale tecnica su larga scala per esperimenti su embrioni umani.
Il nuovo studio del team americano, invece, sembra essere riuscito ad aggirare queste difficoltà, ottenendo degli embrioni in cui l’editing ha riguardato tutte le cellule e solo quelle regioni del gene che si intendevano modificare. Probabilmente questo lo si deve allo sviluppo di un nuovo protocollo sperimentale che prevede l’iniezione di CRISPR nelle cellule uovo subito dopo che esse sono state fertilizzate dallo sperma di un donatore. I dettagli dello studio non sono ancora noti e diverranno pubblici quando l’articolo sarà pubblicato.
Dal punto di vista della riflessione bioetica, l’utilizzo della tecnica CRISPR apre moltissimi interrogativi perché apre di fatto la possibilità concreta di modificare a piacere il genoma di qualsiasi essere vivente in modo piuttosto preciso e con un costo contenuto. L’utilizzo di questa tecnica è particolarmente delicato se applicata al genoma umano, e in particolare alle cellule germinali, le quali sono responsabili della trasmissione del codice genetico per via ereditaria. Il dibattito bioetico riguardo l’uso dell’editing genetico è però molto complesso, tanto che a partire dal mese di settembre proveremo a capirlo meglio insieme in una serie di post dedicati.
Per il momento, occorre riflettere sulla novità che lo studio americano aggiunge al dibattito. Se, infatti, si è scoperto come editare il genoma di embrioni umani con una precisione molto alta e in tutta sicurezza, allora questo significa che dovremmo probabilmente rivedere le posizioni e le regolamentazioni che attualmente limitano in molti paesi e contesti questo genere di ricerche. Uno degli argomenti più forti in favore di un’atteggiamento di maggiore prudenza, o dell’imposizione di moratorie, infatti, poggia proprio sulla constatazione che la tecnica sia ancora troppo imprecisa per poter inaugurare su larga scala una nuova fase di sperimentazioni cliniche. La rimozione di questo ostacolo tecnico potrà quindi fornire un argomento in più a chi vede l’uso di CRISPR come uno strumento rivoluzionario nella lotta alle malattie genetiche.
Naturalmente, anche se non ci fosse più alcuna difficoltà tecnica, rimarrebbero però molti altre questioni morali cruciali, tra cui vi è quella giustificare la creazione e la manipolazione di embrioni umani per fini di ricerca. Sia nel caso cinese sia in quello americano gli embrioni utilizzati non sono stati creati per essere impiantati e il loro sviluppo è stato interrotto dopo pochi giorni.
Inoltre vi è anche il problema di quali sono le finalità per cui CRISPR possa essere lecitamente utilizzata. Per ora lo scopo delle sperimentazioni fino a ora compiute è stato quello di studiare possibili cure a delle malattie genetiche. In pratica, però, è altrettanto possibile utilizzare la stessa tecnica anche per modificare “in meglio” il DNA di qualcuno. Oggi, questo non sembra possibile dal punto di vista legislativo, anche perché ogni sperimentazione deve comunque ricevere l’approvazione da un comitato etico e al momento questo scenario sembra dunque improbabile. O, almeno, così possiamo pensare fino al prossimo annuncio dato a mezzo stampa.