Sovrappeso e obesità in gravidanza aumentano i rischi per la mamma e per il nascituro. A cosa prestare attenzione e cosa mangiare? La parola all’esperto
L'obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale, e anche in gravidanza i rischi sono alti. Soprattutto in vista di una gestazione, infatti, mantenere un peso adeguato è fondamentale per la salute propria e per quella del nascituro. Quali sono i rischi in caso di sovrappeso o obesità in gravidanza? Ci sono interventi particolari da poter attuare? Ne parliamo con il professor Antonio Lanzone, direttore dell’unità Operativa Complessa di Ostetricia e Patologia Ostetrica del Policlinico Gemelli di Roma.
AVERE FIGLI È PIU’ DIFFICILE?
In Italia le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni. Di questi, 6 milioni rappresentano i soggetti obesi, corrispondenti al 12% dell’intera popolazione. Si sa che i chili di troppo aumentano le probabilità di diverse malattie, dal diabete all’ipertensione, dagli eventi acuti cardiovascolari fino a diversi tumori, ma per le giovani donne in età fertile si aggiunge anche la difficoltà di avere bambini. «La donna obesa, mediamente, ci mette più tempo per ottenere una gravidanza – spiega il professor Lanzone – e ricorre più spesso alla Procreazione Medicalmente Assistita. I tassi di successo nell’ambito di questa pratica sono minori e le percentuali di gravidanza più basse. Il motivo è da ricercare in una probabile immaturità degli ovociti nelle donne obese. Inoltre al giorno d’oggi sempre più donne ricercano una gravidanza in età avanzata quando la possibilità di presentare eccesso ponderale è maggiore. Un altro aspetto che si correla con l'obesità in fase pregravidica è il fatto che vi sia una maggiore tendenza all’abortività».
QUAL È L’AUMENTO DI PESO OTTIMALE?
Aumentare di peso durante la gravidanza è fisiologico, ma come deve comportarsi una donna in sovrappeso? Ha senso iniziare una dieta proprio nel periodo della gestazione?
«Durante la gravidanza, più una donna è obesa, meno sono i chili che dovrà guadagnare. In genere si raccomanda un incremento di sei-sette chili, rispetto ai dodici-quindici raccomandati alle donne normopeso. Considerando circa tre kg di peso del bambino e un kg di placenta, significa avere un aumento estremamente modesto di peso. La paziente obesa non deve assolutamente pensare di mettersi a dieta stretta in gravidanza per non ingrassare. Il bambino che sta crescendo nella pancia va nutrito secondo delle regole prestabilite. Non è vero che la gravida obesa non deve aumentare di peso, ma deve aumentare nettamente meno di una paziente normopeso, così come una paziente sottopeso deve aumentare un po’ di più».
CIBO E SPORT, COME REGOLARSI?
Per evitare un aumento ponderale eccessivo e allo stesso tempo nutrire correttamente il bambino, cosa mettere in tavola per le future mamme con qualche chilo in più?
«Dal punto di vista nutrizionale le regole sono quelle classiche – precisa il professor Antonio Lanzone –, l’apporto proteico proveniente da diverse fonti deve rimanere sostanziale, senza tuttavia disdegnare i carboidrati, importanti per il feto. Cercare di evitare gli zuccheri semplici e prediligere carboidrati integrali nella misura di 70-80 grammi al pasto principale tra pane e pasta. Da evitare assolutamente sono i farmaci per aiutare il dimagrimento. Possono tuttavia essere tenuti in considerazione tutta una serie di integratori per regolare il metabolismo insulinico della madre in modo tale che agisca in senso positivo sull’equilibrio glicemico di mamma e bambino. Le prove scientifiche sulla loro efficacia, tuttavia, sono ancora da appurare».
Per tenere sotto controllo il peso non dobbiamo dimenticare l'attività fisica: fare sport in gravidanza non solo non è dannoso, ma aiuta il benessere della futura mamma e del piccolo. «Secondo le linee guida il tempo ottimale da dedicare all’attività fisica durante la gravidanza è pari circa a un paio di ore a settimana. Al giorno d’oggi ci sono molte attività ginniche specifiche, anche acquatiche».
I RISCHI DEL DIABETE GESTAZIONALE
Perché è così importante cercare di affrontare la gravidanza con un peso corporeo contenuto? Quali rischi corrono mamma e bambino?
«I rischi connessi all’obesità sono molteplici durante il periodo della gravidanza, primo fra tutti il diabete gestazionale che, in caso di elevato BMI, rischia di presentarsi nettamente in anticipo rispetto alle gravide normopeso. Il rischio è maggiore se l’accumulo di grasso è localizzato a livello centrale ovvero sulla pancia piuttosto che sulle cosce; si parla della cosiddetta obesità ginoide simil maschile, quella più rischiosa in termini di salute cardiovascolare. Per diagnosticare l’eventuale presenza di diabete gestazionale solitamente viene effettuato il Test di Tolleranza al Glucosio (OGTT: Oral Glucose Tolerance Test) tra la 24esima e la 28esima settimana, mentre in caso di obesità il controllo è anticipato e ripetuto successivamente. Inoltre, per la mamma in sovrappeso il rischio che il diabete mellito di tipo 2 si instauri e permanga anche a seguito del parto, o si manifesti anticipatamente, è nettamente aumentato. Il passaggio dell’eccesso di glucosio nel sangue materno, attraverso la placenta, determina conseguenze anche sul feto».
BAMBINI TROPPO GRANDI…
Il diabete gestazionale può creare uno stato di dislipidemia e di alterazioni metabolica che coinvolge il feto: a causa dell’eccessiva glicemia materna produrrà molta insulina, ormone anabolico che può determinare una crescita eccessiva del corpo del bambino che sarà più grande del normale. Il problema si può ripercuotere anche al momento del parto durante il quale si ricorrerà con maggiore probabilità al taglio cesareo.
...O TROPPO PICCOLI
Dall'altra parte però, un’obesità centrale aumenta il rischio di sviluppare ipertensione gestazionale che può determinare preeclampsia, anche conosciuta come gestosi. Si tratta di una complicazione della gravidanza caratterizzata proprio da pressione alta e segni di danni a un altro sistema di organi, più spesso il fegato e i reni. L’eccessiva pressione può causare una disfunzione placentare con scarso apporto di nutrienti e di ossigeno al bambino che sarà piccolo di dimensioni a causa dello scarso sviluppo.
Non bisogna dimenticare che la salute delle persone si gioca in buona parte a partire dalla vita intrauterina dove riceviamo numerosi stimoli e imprinting di natura epigenetica che possono influenzare la nostra salute futura.
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Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile