La predisposizione a svolgere un'attività fisica non è solo questione di genetica. Se la donna si muove quando è incinta, i figli saranno sportivi
L’amore per lo sport inizia da quando si è nella pancia della mamma. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato da FASEB Journal ad opera dei ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston (Stati Uniti). I dati, seppure ottenuti in animali da laboratorio, lasciano poco spazio alle interpretazioni: i figli di madri che fanno sport durante la gravidanza sono meno pigri.
GENETICA O COMPORTAMENTO?
Come spiega il professor Robert A. Waterland, uno degli autori dello studio, «diverse ricerche passate effettuate negli umani hanno dimostrato che madri fisicamente prestanti durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di concepire figli anch’essi amanti dello sport». Una relazione abbastanza intuitiva riassumibile nel “Tale madre, tale figlio”.
Un pizzico di genetica unito ai fattori ambientali. L’ultima ricerca degli scienziati statunitensi ha fatto chiarezza su questo legame. Speciale gravidanza: quali esami fare?
SPORT E GRAVIDANZA
Per farlo gli autori dello studio hanno selezionato un gruppo di topi femmine (completamente identiche dal punto di vista genetico) predisposte a fare attività fisica inducendo loro una gravidanza. Divise in due gruppi, al primo è stato consentito di fare sport, al secondo è stata negata la possibilità. Durante tutto il periodo della gravidanza gli animali del primo gruppo hanno continuato a “correre” sulla classica ruota per un totale di 10 chilometri giornalieri. Chilometri che, con il passare del tempo, si sono ridotti a tre a termine gravidanza.
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IL RUOLO DELL’ALLENAMENTO
Dalle analisi è emerso che i topi nati dalle madri del primo gruppo erano maggiormente predisposti a fare attività fisica. Non solo, questa tendenza è continuata non solo nelle prime settimane di vita bensì anche nelle fasi più avanzate. Un risultato importante che indica, in questo caso, quanto sia fondamentale il comportamento più che la genetica. Le madri infatti erano tutte identiche e l’effetto “Dna” era dunque annullato. Non solo, lo studio ha anche dimostrato che i topi nati da madri che avevano avuto la possibilità di “fare sport” perdevano peso con più facilità in seguito a programmi mirati di dimagrimento tramite attività fisica.
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NON SOLO GENETICA - Secondo gli autori questa ricerca dimostrerebbe l'idea che il movimento durante la gravidanza influenza lo sviluppo del cervello del feto, rendendo la prole maggiormente propensa a fare attività. Anche se la maggior parte delle persone pensa che la tendenza di un individuo ad essere fisicamente prestante è determinata dalla genetica, i nostri risultati mostrano chiaramente che l'ambiente può svolgere un ruolo importante durante lo sviluppo fetale», conclude Waterland.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.