L’ipotesi è confermata da uno studio statunitense condotto su oltre ventiduemila persone. Gli effetti sul peso corporeo sono stati riscontrati anche in età adulta
Tre diversi riscontri, un’unica conclusione: i bambini nati col parto cesareo hanno una maggiore probabilità di avere qualche chilo di troppo in età adulta. È questo il risultato che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics. I ricercatori della scuola di salute pubblica dell’Università di Harvard (Cambridge) sono giunti a questa conclusione dopo aver posto a confronto individui nati da taglio cesareo con altri venuti alla luce per via vaginale, fratelli e figli di una stessa donna nati secondo entrambe le opportunità.
Sì al cesareo, ma soltanto quando serve
LO STUDIO SU OLTRE VENTIDUEMILA ADULTI
Il triplice raffronto ha evidenziato come, pur appartenendo a una stessa famiglia, i nati dal parto cesareo hanno una probabilità maggiore di diventare obesi rispetto ai fratelli. Tra due figli di una stessa donna, infatti, il secondo bambino venuto alla luce col parto naturale risultava accompagnato da un rischio ridotto di quasi un terzo rispetto al fratello (o sorella) più grande nato col cesareo. Allo studio hanno preso parte oltre ventiduemila giovani (il tredici per cento dei quali obesi), seguiti dal 1996 al 2012. Durante questo periodo, con una cadenza annuale o biennale, è stato chiesto loro di rispondere a dei questionari con domande inerenti anche la forma fisica. Questi dati sono poi stati incrociati con quelli forniti dalle rispettive mamme, non soltanto sulle modalità di parto, ma pure sull’indice di massa corporea e l’età al momento della gravidanza, le abitudini al fumo e il luogo di residenza. La relazione tra parto cesareo e obesità è rimasta costante indipendentemente dall'età e dal sesso della persona.
Parto in casa: un rischio o un’opportunità?
IL PARTO INFLUISCE SUL RISCHIO OBESITA’
Completato l’incrocio delle informazioni, i ricercatori sono arrivati a ipotizzare che fosse proprio il parto cesareo a esporre i neonati (nel tempo divenuti adulti) al rischio di accumulare troppi chili in eccesso, in età adulta. L’ipotesi è stata formulata seppur in assenza di informazioni riguardanti la composizione del microbiota intestinale dei nuovi nati, che risulta condizionato anche dal loro passaggio attraverso il canale vaginale. La ricerca si aggiunge ad altre che, seppur non della stessa ampiezza, avevano già portato alla luce un maggior rischio di sovrappeso e obesità tra i nati con parto cesareo. L’ipotesi sostenuta nell’ultimo studio era già emersa da una metanalisi - una revisione dei dati ottenuti da precedenti pubblicazioni - pubblicata due anni fa su Plos One, in cui erano stati considerati i dati tratti da oltre trentottomila persone.
IL TIPO DI PARTO DETERMINA L’ASSETTO DEL MICROBIOTA INTESTINALE
Il parto cesareo, in alcuni casi, è una procedura salvavita. A ribadirlo sono stati gli stessi autori della pubblicazione, che non hanno mancato di sottolineare come il microbiota intestinale dei neonati che vengono alla luce in maniera naturale sia più ricco di batteri che favoriscono la regolazione del peso corporeo. «Su questo punto, ormai, siamo quasi tutti d’accordo - conferma Graziano Barera, primario dell’unità di neonatologia, patologia neonatale e pediatria dell’ospedale San Raffaele di Milano -. Il contatto con le specie batteriche presenti nel canale vaginale e sulla cute della mamma proteggono il neonato dall’eccessivo peso corporeo anche in età adulta».
Ma non solo. «La flora intestinale dei bambini nati da parto cesareo è caratterizzata dalla prevalenza di batteri quali escherichia coli e clostridium difficile, a svantaggio di bacteroides, bifidobatteri e lattobacilli - spiega Massimo Agosti, direttore dell’unità operativa nido, neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese -. Tale diversità, che si riscontra almeno fino al secondo anno di vita, può inoltre contribuire all’insorgenza di diverse allergie». Il cesareo andrebbe perciò evitato, in assenza dell’indicazione specialistica. Eppure in Italia i tassi continuano a rimanere troppo alti: il 36,7 per cento dei neonati viene infatti alla luce al termine della procedura chirurgica.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).