Riducendo del 5 per cento il numero di fumatori si risparmierebbero quasi 80 milioni di euro di costi associati alle terapie da sostenere per i danni da fumo
Far smettere di fumare almeno il 5% dei fumatori abituali non solo è un investimento in salute ma anche un notevole risparmio per il sistema sanitario nazionale. I dati lasciano poco spazio alle interpretazioni: riducendo il numero di persone che fumano consentirerre di risparmiare ogni anno oltre 78 milioni di euro di costi diretti e ben 640 di quelli associati all'assistenza della persona. I risultati, frutto di un'indagine del Cancer Research UK, sono stati pubblicati dalla rivista Tobacco Control.
IL NUMERO DI FUMATORI NON CALA
Secondo l'ultimo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sei milioni di persone ogni anno muoiono prematuramente a causa del fumo. E nel 2030 le morti per sigaretta, prima causa nel mondo di decessi che potrebbero essere evitati, si prevede saliranno a 8 milioni. Numeri impressionanti dovuti principalmente allo sviluppo di tumori, infarti e ictus. Purtroppo, nonostante le misure messe in atto per scoraggiare il consumo di sigarette, il numero di fumatori non cala affatto. Per quanto riguarda il nostro Paese sono 11,5 milioni gli italiani che fumano quotidianamente pari al 26,9 per cento della popolazione nazionale.
INVESTIRE PER RISPARMIARE
Attenzione però a pensare che le misure sin qui adottate siano un fallimento. Tutt'altro: in sei anni, tra 2008 e 2014, più di 53 milioni di persone in 88 Paesi hanno smesso di fumare grazie alle misure di controllo del tabacco. Ciò si è tradotto in 22 milioni di morti in meno dovute all’aumento delle tasse sulle sigarette, alle leggi anti-fumo, all'implementazione di programmi di aiuto per smettere di fumare e all'informazione sui corretti stili di vita. Ed è proprio su questi ultlimi due punti che -secondo i ricercatori inglesi- bisognerebbe agire maggiormente. Nello studio da poco pubblicato emerge chiaramento che se in Inghilterra -entro il 2035- la percentuale di fumatori scenderà del 5%, il risparmio per il sistema sanitario sarà di oltre 700 milioni di euro all'anno. I numeri però ci parlano di una battaglia che è ancora lontana dall’essere vinta: l’85% della popolazione mondiale non ha accesso a programmi per smettere di fumare, il 90% vive in luoghi dove la tassazione del tabacco è al di sotto delle soglie prefissate dall’accordo.
QUANDO LE TASSE AIUTANO A SMETTERE
Ma se nel caso dei programmi di aiuto e nella diffusione di corretti stili di vita è indispensabile investire dei soldi, la maggior tassazione delle sigarette rimane ancora l'arma -numeri alla mano- più efficace nell'indurre le persone a smettere di fumare. Un esempio? In Francia, dove i prezzi sono aumentati per effetto delle tasse in tre diversi momenti dal 1990 a oggi, i consumi si sono dimezzati (in media ogni cittadino fuma tre sigaretta al giorno) e i tassi di incidenza del tumore al polmone sono in calo.
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.