Ancora uno studio che correla l'uso di aromi a base di mentolo con una maggior dipendenza. Limiti già in vigore per le sigarette tradizionali, non sui liquidi di ricarica per le e-cig
Ci sono aromi che più di altri potrebbero favorire la dipendenza da nicotina, anche per chi usa sigarette elettroniche. I vari aromi “ice”, infatti, secondo una ricerca californiana, risultano associati a una maggior propensione all’uso di sigarette convenzionali e ad un legame più forte con la nicotina negli svapatori più giovani.
LA RICERCA
L’ipotesi arriva da una ricerca statunitense apparsa sulla rivista Tobacco Control, un’indagine sulla salute di circa 3.300 ragazzi reclutati nel 2013. In questa fase della ricerca, ai giovani tutti di circa 21 anni, è stato anche chiesto di descrivere l’utilizzo di sigarette, sigarette elettroniche e l’uso di aromi. I ricercatori hanno poi selezionato i ragazzi che hanno dichiarato di utilizzare e-cig, escludendo coloro che non usano liquidi aromatizzati e anche coloro che usano aromi al tabacco. Dei restanti, il 49% ha dichiarato di usare di preferenza aromi di tipo “ice”, ovvero aromi freschi che accostano menta o mentolo a essenze fruttate (melone, frutti di bosco, limone); il 17% usa liquidi al mentolo e il 34% predilige invece aromi fruttati e dolci. Rispetto agli altri, la quota di svapatori “ice” è anche risultata più propensa a fumare anche sigarette tradizionali a combustione (31,5 per cento contro il 22 per cento) e più toccata dai sintomi di dipendenza dallo svapo rispetto agli utilizzatori “frutta” (ben il 67% contro il 43%); rispetto agli altri, infine, hanno iniziato prima (durante la scuola superiore) e svapano più spesso durante la giornata (11 volte contro 8) e per più giorni durante il mese (17 contro 12).
MENTOLO E TABACCO: UNA LUNGA STORIA
Cosa ci dice questo studio? Si tratta di un’indagine osservazionale basata sulle dichiarazioni dei partecipanti, non viene misurata la quantità di nicotina assorbita e dunque non può dimostrare una relazione causale fra l’uso di aromi “ice” e una maggior dipendenza dalle sigarette elettroniche. Segnala però un’associazione, tutt’altro che nuova per chi si occupa di tabacco e salute. Le potenzialità di marketing del tabacco mentolato risalgono al boom dell’industria del tabacco, con una fase in cui erano addirittura proposte come prodotti benefici per la tosse e il mal di gola, poi come prodotti accattivanti per signora.
PERCHÉ IL MENTOLO NELLE SIGARETTE È UN PROBLEMA
La realtà è che le sigarette aromatizzate, in particolare con il mentolo, sono efficaci mezzi per facilitare l’inizio del fumo, rendere l’esperienza del fumare più piacevole e divertente, attraendo soprattutto giovanissimi e donne. Chi fuma tabacco mentolato è portato ad inalare più profondamente il fumo. Inoltre, ci sono ormai evidenze di una azione del mentolo sui recettori e sul metabolismo della nicotina, che finisce per potenziarne gli effetti. La ricerca statunitense conferma evidenze analoghe emerse da precedenti studi.
IN EUROPA MENTOLO VIETATO (NON NEI LIQUIDI DELLE E-CIG)
Per questo in Europa sono vietate le sigarette al mentolo da alcuni anni (bando entrato totalmente in vigore nel 2020). Le sigarette aromatizzate, soprattutto al mentolo, rappresentavano nel 2018 il 6,8% del mercato europeo, con una quota molto più contenuta in Italia, intorno al 2%. Il divieto però non riguarda i liquidi di ricarica delle sigarette elettroniche, neppure quelli contenenti nicotina. Gli Stati Uniti si preparano ad introdurre divieti analoghi: la FDA, l’ente regolatore competente, ha annunciato a fine aprile 2021 un bando sulle sigarette e sui sigari aromatizzati, un provvedimento già promesso nel 2018 ma poi mai attuato. Si calcola che negli USA ci siano 18 milioni e mezzo di fumatori di tabacco mentolato, con profonde differenze socioeconomiche ed etniche: lo usa il 30% dei fumatori bianchi e ben l’85% dei fumatori neri. Sulle sigarette elettroniche? Per ora, l’FDA dichiara di "tenere alta l’attenzione".
Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.