Meno malattie croniche per le persone che mangiano carboidrati più ricchi di fibre alimentari. Ecco come i vegetali diventano alleati della salute
Le malattie croniche, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono la prima minaccia per la salute globale.
Infarti, ictus, diabete e tumori non sono condizioni sempre evitabili, ma è opinione comune all'interno della comunità scientifica che una quota compresa tra il 30 e il 40 per cento possa essere evitata.
Come? Riducendo l'esposizione ai fattori di rischio noti: il fumo, l'alcol, la sedentarietà e l'inquinamento atmosferico.
Non è però una mera questione di sottrazione. Occorre anche aggiungere qualcosa: le fibre alimentari, presenti in abbondanza in frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
DIETA MEDITERRANEA: QUAL E'
IL RUOLO DEI CEREALI INTEGRALI?
DALLE FIBRE UNO SCUDO CONTRO LE MALATTIE CRONICHE
Il consumo di alimenti ricchi in fibre, come più volte riportato su queste colonne, ha infatti un effetto protettivo tanto sull'incidenza (i nuovi casi) quanto sui tassi di mortalità di quelle che rappresentano le principali cause di malessere cronico: ovvero le malattie cardiovascolari, gli ictus e il diabete di tipo 2.
Alla lista, secondo una revisione di studi (185 osservazionali e 58 clinici: tutti condotti arruolando persone sane) pubblicata sulla rivista The Lancet, occorre aggiungere anche il tumore del colon-retto e tutti quelli per cui è stata comprovata una relazione con l'obesità (seno, endometrio, esofago e prostata).
Sport e dieta ricca di fibre sono la prima regola della prevenzione, in questo caso.
I tassi di riduzione - compresi tra l 15 e il 30 per cento: a seconda della malattia e della valutazione riguardante la diagnosi o la causa di morte - possono apparire asettici.
Ma dietro i numeri si nascondono le storie di pazienti o potenziali tali.
FIBRE: ALMENO 25 GRAMMI AL GIORNO
Per questo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha richiesto questa istantanea relativamente ai benefici delle fibre per la salute, non esclude di poter aggiornare le raccomandazioni in merito.
Per beneficiare della protezione garantita dalle fibre, occorre consumarne tra i 25 e i 30 grammi al giorno.
Una quota che però, attingendo ai dati inseriti in diversi studi epidemiologici considerati nella revisione, raggiunge una minima parte della popolazione, soprattutto nei Paesi d'origine anglosassone.
Dal documento emerge che, per ogni otto grammi di fibra in più consumati ogni giorno, il totale dei nuovi casi e dei decessi dovuti alle condizioni indicate cala di una quota variabile e comunque massima del 29 per cento.
Tutto ciò, è quanto messo nero su bianco dai ricercatori, senza escludere che, a fronte di consumi ancora superiori, potrebbero crescere pure i benefici.
PERCHE' LE FIBRE FANNO COSI' BENE?
A determinarli è la complessità delle fibre, che non possono essere definite nutrienti: per l'incapacità da parte dell'organismo di sminuzzarle e digerirle.
Una caratteristica che, oltre a richiedere tempi più lunghi di masticazione, porta a lasciarle quasi intatte nell'intestino. In questo modo è necessario mangiare meno per sentirsi sazi.
Conseguenza di ciò è una maggiore facilità nel mantenere nella norma il peso corporeo, cui occorre aggiungere l'influenza che le fibre hanno (meccanismo in parte ancora da chiarire) nel controllo dei livelli di zuccheri e grassi nel sangue.
La metanalisi non ha chiarito l'importanza dell'indice glicemico rispetto alla probabilità di ammalarsi di diabete o di rimanere vittima di un ictus o di un infarto.
Occorre ribadire che agli studi considerati avevano partecipato soltanto persone sane. Motivo per cui queste indicazioni non possono al momento essere estese a chi soffre già di una di queste malattie (ma non solo).
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).