Le due voci alla base dell'incremento dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Quattro italiani su dieci seguono più terapie, al Sud è molto più alta la mortalità prematura sotto i 70 anni
La salute degli italiani, sebbene ancora resiliente agli effetti di cattivi stili di vita e ritardi in prevenzione, è a rischio. Nel nostro Paese, complice anche l’invecchiamento della popolazione, sono in aumento le malattie croniche, che riguardano quasi quattro italiani su dieci pari a circa 23,6 milioni, e che sottraggono molte risorse al Servizio sanitario nazionale.
È questo uno dei dati più rilevanti che emerge dalla lettura del rapporto Osservasalute 2016 (dati relativi al 2015), assieme a quello che evidenzia anche crescenti divari territoriali: con il gradiente Nord-Sud che fa segnare una forbice sempre più ampia. La differenza si riflette sulle condizioni di salute e sull’aspettativa di vita dei cittadini italiani delle diverse aree del Paese: a vantaggio degli abitanti del Nord e del Centro della Penisola.
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DOSSIER MALATTIE CRONICHE
Il dossier ricalca quanto emerso dalla precedente edizione. Nello specifico, gli esperti dell'Università Cattolica si sono concentrati sulle malattie croniche, alle quali sono destinate gran parte delle ricette per farmaci.
Chi ne soffre, inoltre, è più aduso a freqnetare gli studi dei medici di famiglia. Quali sono le malattie più frequenti? Ipertensione arteriosa, ictus ischemico, malattie ischemiche del cuore, scompenso cardiaco, diabete mellito tipo 2, broncopneumopatia cronico ostruttiva, asma bronchiale, osteoartrosi, disturbi tiroidei.
Dall'analisi dei dati relativi al 2015, è emerso che il 23,7 per cento dei pazienti adulti in carico alla medicina generale presentava contemporaneamente due o più condizioni croniche tra quelle prima elencate (e dunque seguiva contemporaneamente più terapie). Un dato in crescita, se nel 2011 la quota si attestata al 21,9 per cento.
Le malattie croniche riflettono anche i divari sociali del paese. Un esempio su tutti richiama la prevalenza di cronicità che nei giovani adulti ammonta al quattro per cento. Ma mentre tra i laureati è del 3,4 per cento, nella popolazione con il livello di istruzione più basso è pari al 5,7 per cento.
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LA QUESTIONE MERIDIONALE
il Rapporto Osservasalute 2016 evidenzia importanti e crescenti divari territoriali tra il Nord e il Sud del Paese, dove la mortaltà sotto i 70 anni è in aumento e sta facendo perdere ai cittadini di questa area del Paese i guadagni maturati nell’immediato dopoguerra.
Se la sopravvivenza media in Trentino Alto Adige raggiunge 83,5 anni, in Campania si ferma a 80,5 anni. Gli squilibri sono anche la conseguenza dei diversi investimenti sulla spesa sanitaria.
Nella provincia autonoma di Bolzano, per esempio, la spesa pro capite equivale a 2.255 euro. Mentre in Calabria ammonta a 1725 euro. ma questo non basta a giustificare il divario, perché diverse regioni del Nord Italia hanno migliorato le performance senza toccare la spesa. Ultima conseguenza di questo scenario riguarda il tasso annuo di mortalità, in riduzione in tutto il Paese: meno che al Meridione.
ALTRI SPUNTI DEGNI DI NOTA
Gli altri elementi evidenziati nel Rapporto riferiscono di una realtà italiana alle prese con una popolazione sempre più vecchia (oltre un italiano su cinque ha più di 65 anni, calano gli ultracentenari), con diminuzione di nascite sotto il tasso di sostituzione.
Gli stili di vita non migliorano, mentre peggiora la prevenzione. Si muore di più per malattie psichiche e infettive (la setticemia è la maggiore causa responsabile dell’incremento osservato).
Stabile la quota di italiani sovrappeso (uno su tre) e obesi (uno su dieci). Complessivamente, il 45,1 per cento dei maggiorenni è in eccesso ponderale. In aumento i consumatori di bevande alcoliche.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).