Scopriamo il decalogo degli esperti per trascorrere le vacanze estive in montagna all’insegna della sicurezza
Come trascorrere le vacanze estive in montagna all’insegna della sicurezza, del divertimento e del relax? Scopriamo quali sono i consigli per vivere al meglio le nostre vacanze in alta quota grazie al decalogo redatto dalla Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), dalla Società Italiana Medicina di Montagna (SIMeM) e dalla Società Italiana di Medicina dei Viaggi (Simvim).
BAMBINI E MONTAGNA
Per frequentare l’ambiente montano insieme ai bambini in sicurezza occorre rispettare alcuni accorgimenti.
- Non salire o scendere velocemente con lattanti e/o bambini nel primo anno di vita da quote superiori ai 1600 m;
- utilizzare un abbigliamento corretto (cappello con visiera, giacca impermeabile e scarpe chiuse) e portare occhiali da sole (un paio di ricambio);
- utilizzare sempre e applicare spesso un’adeguata protezione solare (crema 50+);
- avere un repellente per insetti e zecche, salviettine igienizzanti, un adeguato quantitativo di acqua e scorte alimentari sufficienti e facilmente digeribili;
- insegnare ai bambini a tenere comportamenti rispettosi dell’ambiente: non raccogliere piante o foglie, non abbandonare rifiuti, non disturbare gli animali, non camminare scalzi né smuovere pietre o sterpaglie per evitare spiacevoli incontri o inconvenienti.
SOLE, COLPO DI CALORE E FREDDO
In montagna siamo molto più esposti ai raggi del sole per questo bisogna sempre proteggersi usando creme solari e vestiario adeguato. La crema 50 + va sempre messa prima di partire al mattino e rinnovata durante la giornata soprattutto se si suda molto. La quantità che sta su un polpastrello serve per una superficie cutanea grande come la mano. Ricordiamo di usare sempre il cappello o bandana che coprano anche le orecchie e il collo, e gli occhiali da sole con lenti protettive con schermo solare 4-5 se ci si trova in alta quota.
Con il cambiamento climatico negli ultimi anni anche in montagna si possono avere alte temperature, aumentando il rischio di colpo di calore. Bisogna evitare la triade AAA: Alta temperatura, Alta umidità, Assenza di ventilazione. Come? Evitare lunghe camminate sotto il sole, scegliere di partire prestissimo al mattino, bere regolarmente ogni 30’- 60’, accertarsi prima della tipologia del percorso, meteo ed esposizione solare. In caso di dubbio cambiare luogo e itinerario scegliendone uno più ombreggiato e ventilato.
Non dimentichiamo che anche d’estate possiamo rischiare le malattie da freddo. Se il corpo si raffredda totalmente parliamo di ipotermia che non deve essere confusa con i congelamenti, dove sono colpite in maniera isolata le estremità come mani, piedi, naso, guance. Lo sfinimento, l’essere bagnati ed esposti al vento, così come l’immobilità magari a causa di un incidente “banale” come una semplice distorsione di caviglia, sono situazioni a maggior rischio. I bambini e le persone anziane sono più a rischio di sviluppare questo stato rispetto a un adulto sano. Per evitare le malattie da freddo occorre preparare scrupolosamente l’escursione e essere provvisti di un adeguato abbigliamento che preveda avere nello zaino, anche d’estate, guanti, berretto, pile e giacca a vento e indumenti di ricambio e anche un telo termico (o coperta isotermica).
MALATTIE CRONICHE
I soggetti portatori di patologie croniche (ad esempio ipertensione, broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete mellito di tipo 2, pregresso infarto del miocardio o infarto cerebrale) possono trarre notevoli benefici dall’attività in montagna, ma è importante seguire degli accorgimenti prima e durante il soggiorno. È importante incontrare il proprio medico di medicina generale o un medico presso un ambulatorio di medicina di montagna almeno un mese prima del soggiorno in montagna per valutare l’efficacia della terapia, sapere se fare monitoraggi dei parametri fisiologici durante il soggiorno come misura della pressione o della glicemia, e valutare le attività programmate in base alla situazione clinica personale. Anche a quote moderate inferiori ai 2500 m è importante pensare all’acclimatamento soprattutto in caso di attività di tipo fisico, da moderato a intenso.
NUTRIZIONE E IDRATAZIONE
Il cambiamento climatico porta l’escursionista a trovarsi spesso ad elevate temperature anche a quote al di sopra dei 2000 metri. La principale regola per mantenere alte le performance è quella di fare soste a ogni ora circa, con snack salati, datteri, fichi secchi, albicocche disidratate, così come la frutta secca, oppure le barrette. Per la pausa pranzo la strategia più corretta è quella di scegliere cibi ad alto potere calorico e basso peso, basati principalmente sul mix fra carboidrati semplici e complessi associati anche a una piccola quota proteica, per garantire una ripresa rapida ed evitare i cali glicemici. Nel caso di escursioni a basse quote si conferma il classico panino imbottito, completano frutta fresca, e un dolce con marmellata o miele. Mentre per le alte quote è preferibile utilizzare preparati liofilizzati da sciogliere in poca acqua, oppure noodles e farine liofilizzate pronte all’uso come avena, mais e tapioca, formaggio grana, speck o slinzega.
L'idratazione deve essere fatta in modo continuativo ad intervalli di 30 minuti circa, senza mai appesantire lo stomaco con acqua arricchita con limone e fruttosio. Il thè caldo con miele, zenzero, limone è considerato sempre un toccasana anche in caso di stanchezza e calo delle forze, per recuperare i liquidi persi con la sudorazione. Tenere sempre nello zaino una razione di riserva per un’autonomia in tutta sicurezza, e un integratore salino/vitaminico.
COME PROTEGGERE GLI ANZIANI
Gli anziani, come le persone di tutte le età, possono trarre molti vantaggi dall’attività in montagna, ma bisogna essere consapevoli che hanno una minore capacità di adattamento all’ambiente per cui vi sono alcune indicazioni peculiari da seguire. Occorre adottare ogni strategia, dalla scelta dell’itinerario all’alimentazione, dall’abbigliamento all’approfondita conoscenza delle previsioni del meteo, che possono ridurre l’impatto ad ogni variazione ambientale. Importante un consulto medico per conoscere se l’eventuale terapia assunta può condizionare l’attività fisica in montagna; inoltre l’anziano è più vulnerabile e per questo deve conoscere la sua reale resilienza di fronte agli imprevisti, allo sforzo e ai pericoli, così come deve conoscere quale energia e quale autostima può ricevere dal provare un'emozione forte e piacevole.
PERICOLI AMBIENTALI
I pericoli ambientali che si possono incontare in montagna sono molteplici, ed è bene conoscerli per evitarli al meglio.
- Scivolamento: la montagna è terreno impervio, sconnesso e spesso scivoloso, quando cammini in escursione guarda dove metti i piedi. Occorre indossare idonee calzature, ovvero scarponcini da trekking, e prestare sempre la massima attenzione quando camminiamo, specialmente in discesa e se piove. Mai abbandonare il sentiero segnalato ed evitare le scorciatoie, utili i bastoncini da nordic walking. Correre, soprattutto in discesa, aumenta il rischio di scivolare.
- Fulmini: ricorda che questo pericolo è sempre in agguato; in montagna il tempo cambia repentinamente e d’estate i temporali sono molto frequenti nelle ore pomeridiane, spesso accompagnati da grandine e fulmini. I fulmini sono attirati dalle punte delle montagne, creste, vie ferrate , alte piante isolate. Se siamo sorpresi da un temporale in escursione occorre cercare al più presto un riparo (bivacco o rifugio, le grotte invece non sono un luogo sicuro). Teniamoci lontani da materiale ferroso (picozze, punte dei bastoncini, vie ferrate).
ABBIGLIAMENTO
L'abbigliamento deve essere consono alla gita scelta: comodo, ma specifico per la montagna.
- Le scarpe devono avere suola scolpita tipo VIBRAM, meglio sopra la caviglia (scarponcino da trekking);
- pantalone lungo e pantalone corto;
- giacca in goretex antivento/anti pioggia;
- indumenti “ a cipolla”, con più strati leggeri per il tronco;
- cappello in pile e berretto da sole;
- guanti “da lavoro” a 5 dita;
- bastoncini per camminare;
- zaino sufficientemente capiente (almeno 30 litri).
VACCINAZIONI
In caso di escursioni in montagna occorre pensare alla propria situazione vaccinale, prendendo il tempo per fare tutte le vaccinazioni raccomandate. Consultate il vostro medico o il servizio d’Igiene nella ASL di riferimento per verificare di essere in regola con le vaccinazioni di routine (in particolare la vaccinazione antitetano-difterite-pertosse ogni 10 anni) o per effettuare quelle raccomandate per la zona dove siete diretti, in particolare contro l’encefalite da zecche o la rabbia.
METEO
Nel bollettino meteo trovi importanti informazioni riguardo la possibilità di precipitazioni, la temperatura, l’umidità e il vento. Anche d’estate, al di sopra dei 2500 metri, potresti essere sorpreso da una gelata mattutina o da una nevicata nel corso di un temporale. Consulta sempre il bollettino meteo il giorno precedente, guarda anche la previsione del vento perché, disperdendo velocemente il calore del corpo, lo raffredda in un attimo. Per contro, se l’umidità è molto alta, nelle giornate più calde si può più facilmente andare incontro al colpo di calore.
I CANI IN MONTAGNA: COME GESTIRLI?
Anche per la salute del cane l’attività in montagna può essere indicata seguendo piccoli accorgimenti. Particolarmente importante è la prevenzione contro le zecche: utilizzare un presidio repellente adatto alla lunghezza del soggiorno che, non permettendo l’attacco della zecca, previene la trasmissione di eventuali patogeni. In linea di massima gli spray hanno un’efficacia di ore, per una gita giornaliera ad esempio, gli spot-on di un mese o poco più, i collari di parecchi mesi. Occorre essere in regola con le vaccinazioni di routine ed effettuare quelle raccomandate per la zona (rabbia) con il dovuto anticipo per essere protetti. Per cani di piccola taglia, sensibili al freddo, portare gli accessori che si utilizzano solitamente in inverno.
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile