Modificando il Dna delle cellule immunitarie con la terapia genica sarà possibile combattere il cancro. Il punto della situazione dal convegno della European Society of Gene & Cell Therapy
Combattere il cancro con la terapia genica? Si può. Ad affermarlo sono gli esperti riunitisi nei giorni scorsi a Firenze all’European Society of Gene & Cell Therapy, il meeting che riunisce i più importanti esperti mondiali di terapia genica. Come? Modificando il “libretto di istruzioni” contenuto nelle cellule del sistema immunitario istruendole ad attaccare selettivamente il cancro. Un approccio, già utilizzato con i farmaci immunoterapici, che sta cominciando a dare i primi positivi risultati.
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IMMUNOTERAPIA
Nella lotta ai tumori una delle strategie più efficaci per controllare ed eliminare la malattia è rappresentata dall'immunoterapia. L'idea di fondo è sfruttare l'innata capacità delle cellule del sistema immunitario di riconoscere la presenza di agenti estranei come il cancro. Capacità che però si scontra con l'autoregolazione del sistema stesso. Bloccare questo freno o agire sull'acceleratore è l'obiettivo ultimo dell'immunoterapia. Oggi, grazie a numerosi farmaci presenti sul mercato che vanno ad agire sulla superficie di queste cellule, è possibile potenziare le nostre difese e cronicizzare così la malattia. Un esempio? Il melanoma, un tumore che quando è metastatico lasciava poche speranze, oggi può essere trattato con successo estendendo notevolmente l'aspettativa di vita media dalla diagnosi.
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TERAPIA GENICA
Pur essendo una disciplina relativamente nuova, l'immunoterapia come la conosciamo ora tra qualche tempo potrebbe cambiare radicalmente. «Ad oggi la terapia genica -spiega il professor Luigi Naldini dell’Ospedale San Raffaele di Milano- viene utilizzata con successo in quelle malattie genetiche rare dove la causa è il malfunzionamento di un gene. Ciò che facciamo è sostituire la copia mutata con una perfettamente funzionante». Una correzione del “libretto di istruzioni” -il nostro Dna- che consente alla cellula di funzionare regolarmente. «Potendo agire aggiungendo informazioni utili, la terapia genica può essere dunque sfruttata per insegnare dall'interno al sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule cancerose rimuovendo ciò che lo frena o potenziandone l'effetto. Il bersaglio della terapia in questi casi non è più la cellula tumorale in sé, ma sono le cellule normali del sistema immunitario» spiega l'esperto.
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TEST POSITIVI
Sperimentazioni che sfruttano questa strategia ce ne sono parecchie. Una riguarda il trattamento di alcuni linfomi e nel melanoma. «Ingegnerizzando i linfociti T - particolari cellule del sistema immunitario - per far in modo che esprimano nuovi recettori antitumorali, siamo riusciti ad osservare significative regressioni della malattia. Lo facciamo raccogliendo le cellule del paziente, modificandole in laboratorio aggiungendo i geni desiderati, e iniettandole nuovamente nella persona» spiega Naldini. Ma le novità non finiscono qui: l’altro approccio di terapia genica contro i tumori -ma qui siamo in fase preclinica- è quello di ingegnerizzare i alcune cellule del sistema immunitario (i macrofagi) al fine di trasportare a livello del tumore molecole che ne contrastino la crescita. A tal proposito risultati positivi sono stati ottenuti in modelli di tumore al seno e di metastasi epatiche da cancro del colon-retto.
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RIVOLUZIONE CRISPR
La strada dunque sembra tracciata. Un percorso che si preannuncia non troppo lungo anche grazie all'avvento di nuove tecniche di «correzione del Dna» come la CRISPR-CAS9. «Questo approccio di nuova generazione sta consentendo ai ricercatori di correggere ed inserire nuove informazioni nel Dna con estrema precisione. Esso potrà rappresentare un'arma in più per andare a stimolare il sistema immunitario. Così facendo potremo andare a inserire o togliere a nostro piacimento tutti quei “recettori” posti sulla superficie delle cellule insegnando loro cosa eliminare e cosa no. Informazioni utili che consentiranno di eliminare il cancro o comunque di tenerlo sempre sotto controllo», conclude Naldini.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.