Glossario delle malattie



Tag:

melanoma

Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Melanoma

Melanoma
 

CHE COS’È IL MELANOMA

È un tumore che colpisce la pelle o cute, l’organo che riveste completamente il nostro corpo. Tra tutti i tipi di tumori della pelle, è quello meno diffuso ma anche il più pericoloso perché può crescere velocemente e invadere anche i tessuti circostanti.

Il melanoma è un tumore visibile a occhio nudo e ha origine da un neo preesistente che cambia forma o colore oppure dalla comparsa di un nuovo neo sulla cute integra. Si tratta di una neoplasia sempre maligna. Non è infatti mai possibile definire un melanoma benigno, tutt'al più si può parlare di un neo benigno che non presenta le caratteristiche di un melanoma.

I nei (o nevi) appaiono come macchie scure e non sono altro che agglomerati di melanociti, le cellule dello strato più superficiale della cute (l’epidermide) che producono e accumulano melanina, il pigmento responsabile della colorazione naturale della pelle, degli occhi e dei capelli con il compito di proteggerci dagli effetti dannosi dei raggi solari. Il melanoma può insorgere più raramente anche in altre aree corporee, come l’occhio, le mucose di bocca e genitali.

 

SINTOMI DEL MELANOMA

Le formazioni precancerose del melanoma non danno sintomi, ma possono essere individuate con un attento controllo dei nei della pelle. Un metodo utile, e facile da ricordare, per riconoscere un neo sospetto è la sigla ABCD che ne elenca le caratteristiche: A come asimmetria della forma, B come bordi irregolari, C come colore variabile, D come dimensioni in aumento sia in larghezza che in spessore. In genere i nei congeniti, cioè sulla nostra pelle sin dalla nascita, sono tondeggianti, hanno un colore uniforme e non subiscono trasformazioni nel tempo.

Oltre al cambiamento di aspetto, possono essere segnali di melanoma anche sanguinamento, prurito o secchezza di un neo preesistente.  Un nuovo neo può insorgere in qualsiasi area del corpo, senza che ce ne accorgiamo: la diagnosi precoce di melanoma non è semplice, è bene quindi sottoporsi a controlli periodici dal dermatologo e attuare le corrette strategie di prevenzione.

Download

REGISTRATI

per scaricare o sfogliare il materiale

La nostra pelle. Un organo importante da preservare

CONTENUTO PLUS

Contenuto
Plus

Sei già registrato? ACCEDI

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

DIAGNOSI DEL MELANOMA

Se un neo è sospetto, la biopsia è il primo esame che può accertare il melanoma. L’analisi del tessuto consente di stabilire se è innocuo oppure canceroso. Possono essere eseguiti diversi tipi di biopsia, in base alle dimensioni del neo da analizzare: escissionale (prevede la rimozione completa di un neo se piccolo), incisionale (rimuove solo una porzione, per nei più grandi o per ragioni estetiche quando sono localizzati in aree molto esposte come il volto e le mani), shave superficiale (preleva solo lo strato superficiale, se si sospettano malattie che non si approfondano nella pelle o melanomi allo stadio iniziale), shave profonda (rimozione in profondità del neo, se si sospetta melanoma).

In caso di melanoma, la biopsia fornisce informazioni sul grado di proliferazione delle cellule, su quanto il tumore è cresciuto in profondità nella pelle e se ci sono segni di ulcerazioni. Una biopsia positiva è seguita dall’analisi dello stato dei linfonodi, gli organi del sistema linfatico localizzati lungo tutto il corpo: quando un melanoma inizia a diffondersi raggiunge per primi i linfonodi più vicini, chiamati pertanto linfonodi sentinella, che drenano la linfa direttamente dal tumore. Una biopsia del linfonodo sentinella può essere richiesta per completare la diagnosi.

La biopsia e la valutazione dello stato dei linfonodi consentono di stabilire lo stadio del melanoma diagnosticato, da  ulteriori accertamenti e strategie terapeutiche: stadio 0 (melanoma in situ), il tumore è confinato all’epidermide e non si è ancora spinto nel derma; stadio I e II, melanomi primitivi, profondi qualche millimetro, a volte associati a ulcerazioni ma non ancora diffusi in metastasi; stadio III, melanomi di diversa profondità che hanno già dato metastasi confinate ai linfonodi circostanti o all’area attorno al tumore; stadio IV, melanomi in metastasi diffusi oltre il distretto regionale da cui sono originati.

I melanomi inferiori a 1 mm di spessore sono correlati con un'ottima prognosi in oltre il 90% dei casi, in genere queste percentuali diminuiscono progressivamente con l'aumentare dello spessore della lesione.

 

COME SI CURA IL MELANOMA

La scelta della strategia terapeutica si basa sulle caratteristiche del melanoma e sul suo stadio di progressione al momento della diagnosi.

Chirugia

Quasi tutti i melanomi vengono rimossi chirurgicamente, limitatamente al neo canceroso o a una porzione di area circostante, in base all’estensione della formazione tumorale. La procedura è relativamente veloce, si esegue in anestesia locale e comporta una cicatrice e dolore per qualche giorno.

Tumori più avanzati richiedono la rimozione chirurgica anche dei linfonodi sentinella, se la biopsia ne ha confermato l’invasione da parte delle cellule tumorali. L’intervento è più invasivo e comporta il rischio di linfedemi, un ristagno di linfa che causa gonfiore, dolore, bruciore e disturbi della sensibilità nell’area interessata.

Radioterapia

La radioterapia si usa solitamente per melanomi non trattabili a livello chirurgico o in metastasi. Utilizza radiazioni ionizzanti per colpire le cellule tumorali, ridurre l’estensione della malattia o prevenire la sua diffusione.

Può essere effettuata dall’esterno, irradiando in ripetute sedute quotidiane delle aree mirate, più o meno estese a seconda della necessità, e dall’interno (brachiterapia), posizionando dispositivi radioattivi direttamente nei tessuti malati. Il trattamento radioterapico può causare effetti collaterali transitori come stanchezza, nausea, vomito.

Immunoterapia

E' sicuramente la strategia di cura che meglio ha impattato sulla sopravvivenza nel melanoma metastatico. Tale approccio consiste nella somministrazione di agenti che stimolano il sistema immunitario dell’organismo a reagire e distruggere le cellule cancerose.

Prima del 2011, anno in cui è stato approvato il primo immunoterapico della storia (ipilimumab), l'aspettativa di vita media per un melanoma metastatico era di soli 9 mesi dalla diagnosi. Oggi lo scenario si è completamente ribaltato e il melanoma può essere trasformato in malattia cronica. I dati ad oggi disponibili a 10 anni di distanza dalla diagnosi ci dicono che è vivo il 20% dei pazienti trattati con ipilimumab.

Se si utilizzano combinazioni di immunoterapici la percentuale risulta ancora migliore. Con l'ultima combinazione di farmaci sviluppati (ipilimumab più nivolumab) il 52% delle persone è viva a 5 anni dalla diagnosi. Percentuali che dimostrano come il melanoma si stia trasformando in una malattia cronica.

 

COME SI PREVIENE IL MELANOMA

Fattori di rischio

Il principale fattore di rischio è l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV), provenienti dal sole o da luce artificiale come docce o lettini solari. I raggi UV penetrano a fondo nelle cellule della pelle e danneggiano il DNA, che accumula così mutazioni da cui possono innescarsi processi di sviluppo tumorale.

Il melanoma colpisce prevalentemente le aree del corpo più esposte alla luce del sole, come viso, spalle, dorso, collo, cuoio capelluto, ma si origina anche da quelle che non sono mai esposte, indicando che i raggi UV non sono l’unico fattore di rischio. Non è da escludere una componente genetica, come la predisposizione famigliare a questo tipo di tumore.

Esistono, infine, caratteri estetici più a rischio, come pelle e capelli chiari, lentiggini e numerosi nei congeniti.

Prevenzione

La diagnosi precoce è favorita da un periodico controllo dei propri nei, in autonomia e programmando visite dermatologiche. Un atteggiamento responsabile nell’esposizione alla luce solare può contribuire a ridurre, ma non annullare, il rischio di ammalarsi.

In generale, è bene prevenire le scottature, con l’utilizzo di creme solari con filtro adeguato al proprio tipo di pelle, cappelli e occhiali da sole, prestando maggiore attenzione in prossimità di neve, acqua o sabbia che riflettono i raggi solari. In estate è consigliabile evitare l’esposizione prolungata nelle ore centrali della giornata, dalle 10 alle 16.

I bambini sono più a rischio di scottature e si ritiene  che gran parte dei melanomi inizi a svilupparsi proprio in età pediatrica, manifestandosi dopo anni. Docce e lettini solari sono responsabili di una sovraesposizone a raggi UV ad alta intensità che può danneggiare con il tempo la pelle: è consigliabile evitare questi trattamenti estetici.

L’alimentazione può aiutare a difendere la pelle, con cibi ricchi di vitamine A, C,E, coenzima Q, mentre alcuni farmaci rendono più sensibili alla luce UV.

 

QUANTO È DIFFUSO IL MELANOMA

Di melanoma si ammalano maggiormente le popolazioni con pelle bianca e capelli chiari che li rendono molto sensibili ai raggi del sole. Molto più diffuso nei paesi nord-europei, si manifesta di solito non prima dei 30 anni, con maggiore incidenza attorno ai 45-50 anni. In Italia per il 2020 si stimano circa 14.800 nuovi casi, con una tendenza all'aumento che è un dato costante in tutti i paesi economicamente sviluppati, per la diffusione delle tecniche diagnostiche e per un effettivo aumento del ruolo delle radiazioni ionizzanti.

 

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

 Sostieni la ricerca, sostieni la vita. Dona ora per la ricerca contro i tumori della pelle

La nostra pelle ha un'importanza vitale

La nostra pelle ha un'importanza vitale

Sostieni la ricerca sui tumori della pelle


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare


Articoli correlati


Iscriviti alla newsletter

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Torna a inizio pagina