L'utilizzo di una strategia combinata con l'immunoterapia ha ridotto il rischio di recidiva. I risultati pubblicati su Nature
![Un vaccino a mRNA per ridurre le recidive di tumore del rene](https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2025/02/13/gettyimages-2153763973_thumb_720_480.jpg)
Combinare l'immunoterapia con un vaccino a mRNA potrebbe essere la strada giusta per ridurre le recidive di tumore del rene. Ad affermarlo è uno studio da poco pubblicato sulla rivista Nature. Un risultato preliminare che indica ancora una volta l'importanza della stimolazione del sistema immunitario per tenere sotto controllo ed eliminare eventuali cellule tumorali residue sfuggite alla mano del chirurgo.
QUANDO LA MALATTIA SI RIPRESENTA
Ogni anno, secondo i dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica, sono quasi 13 mila le nuove diagnosi di tumore del rene nel nostro Paese. Fortunatamente nell'85% dei casi la malattia viene diagnosticata quando la massa tumorale è ancora localizzata. Purtroppo però circa la metà dei tumori del rene in forma localizzata può essere considerata a rischio intermedio-alto di sviluppare metastasi entro pochi anni dalla diagnosi. Ecco perché in questi anni si sono moltiplicati i tentativi di sviluppare terapie adiuvanti, cure mirate ad ridurre al minimo il rischio che la malattia si ripresenti.
IL RUOLO DELL'IMMUNOTERAPIA
In questo ultimo decennio l'immunoterapia, ovvero quella strategia di cura che mira a stimolare il sistema immunitario affinché riconosca ed elimini il tumore, si è ritagliata un grande spazio nel trattamento dei tumori del rene in fase avanzata. Non solo, diversi studi hanno porvato anche a testare alcuni farmaci immunoterapici per ridurre il rischio di recidiva dopo l'operazione. Uno di questi, il trial clinico KEYNOTE-564, ha dimostrato che l'utilizzo di pembrolizumab ha portato ad una riduzione del rischio di recidiva e morte. Un risultato importante che ha indotto l'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ad approvarne l'utilizzo ad inizio 2024.
COMBINARE PIÙ STRATEGIE
Recentemente un'altra strategia di cura si è però affacciata nel panorama delle possibili terapie anticancro. Parliamo dei vaccini a mRNA. Se per Covid-19 si è trattato di vaccini preventivi, in questo caso -è bene chiarirlo- si parla di vaccini terapeutici. Questi, stimolando il sistema immunitario, vengono utilizzati per innescare una risposta immunitaria diretta contro le cellule tumorali. Se per Covid-19 veniva iniettato l'mRNA utile a far produrre la proteina spike e generare così anticorpi contro di essa, i vaccini terapeutici per il cancro innescano una risposta contro una proteina specifica (antigene tumorale) della cellula cancerosa assente invece nelle cellule sane. In questo modo il sistema immunitario combatte il tumore risparmiando tutto il resto. Una strategia che sta incominciando a portare i primi incoraggianti risultati in diverse neoplasie, come raccontato in questo nostro articolo.
LO STUDIO
Nell'ultimo studio pubblicato su Nature, condotto dai ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School e Yale Cancer Center, nove pazienti con carcinoma renale in stadio 3 o 4 hanno ricevuto un vaccino personalizzato a base di mRNA dopo l'intervento chirurgico per rimuovere il tumore. Il vaccino mirava a addestrare il sistema immunitario a riconoscere e attaccare eventuali cellule tumorali residue, utilizzando neoantigeni specifici derivati dalle cellule tumorali del paziente. Cinque dei nove pazienti hanno ricevuto anche ipilimumab, un immunoterapico in uso da anni. Tutti i pazienti hanno mostrato una risposta immunitaria significativa e sono rimasti liberi da recidive a quasi tre anni dal trattamento. Un risultato importante che suggerisce come la combinazione di vaccini a mRNA personalizzati e immunoterapia potrebbe rappresentare una nuova promettente strategia nel trattamento di questa forma tumorale.
![Daniele Banfi](/uploads/thumbs/2024/02/20/fuvritratti-657_thumb_250_250.jpeg)
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.