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Oncologia
Caterina Fazion
pubblicato il 12-03-2025

Perché i tumori nei giovani sono in aumento?



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Quali sono i tumori che aumentano nei giovani adulti? Qual è la situazione in Italia? Quali fattori di rischio pesano di più e quanto contano le diagnosi non necessarie? Un'analisi con la professoressa Angela Toss

Perché i tumori nei giovani sono in aumento?

Negli ultimi anni, diverse pubblicazioni scientifiche hanno evidenziato un incremento dell'incidenza dei tumori nella popolazione più giovane. La ricerca si concentra principalmente su due gruppi: i tumori a insorgenza precoce, nelle persone con meno di 50 anni, e la popolazione AYA (Adolescenti e giovani adulti), compresa tra i 15 e i 39 anni.

La professoressa Angela Toss, professore associato e oncologa presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, ci guida nell’analisi delle possibili cause di questo aumento, con un particolare focus sulla prevenzione.

 

UN PO’ DI NUMERI

Uno degli studi pionieristici su scala globale è stato pubblicato nel 2020 su JNCI (Journal of the National Cancer Institute) e ha analizzato l'incidenza dei tumori in 41 paesi, dal 1990 al 2012. I risultati mostrano un incremento delle diagnosi nella maggior parte delle nazioni esaminate. In particolare, è stato rilevato un aumento del tumore alla tiroide in 33 paesi e ai testicoli in 22 paesi. I tumori correlati al fumo, invece, insieme al cancro cervicale e al sarcoma di Kaposi, sono risultati in diminuzione in molti paesi.

Successivamente, un'analisi più ampia pubblicata su BMJ Oncology nel 2023, con dati fino al 2019, ha confermato questa tendenza, evidenziando un aumento significativo soprattutto nei tumori sotto i 50 anni.

 

LA SITUAZIONE ITALIANA

In Europa, lo studio pubblicato su ESMO Open ha analizzato il periodo 1998-2012, rilevando un aumento dell'incidenza, con l'Italia che registra il più alto tasso di nuove diagnosi per età rispetto agli altri paesi europei.

«I dati nazionali forniti da AIRTUM – spiega la professoressa Angela Toss –, si concentrano sulla fascia 0-49 anni, senza fare distinzione tra la popolazione AYA (15-39) e early onset (39-49), e indicano un incremento annuo di incidenza dell’1,6% nelle donne e dello 0,7% negli uomini tra il 2008 e il 2016. I tumori con incremento maggiore risultano essere melanomi, tumori di prostata e tiroide e, nelle donne, tumore di endometrio e mammella».

 

LA QUESTIONE DELLE SOVRADIAGNOSI

L'aumento dei casi di tumore nei giovani potrebbe essere in parte attribuibile alle sovradiagnosi, specialmente per il tumore della tiroide e della prostata.

«La diffusione di strumenti diagnostici avanzati, come l'ecografia tiroidea – riflette la professoressa Toss –, ha reso più frequente la rilevazione di tumori che in passato sarebbero rimasti non diagnosticati. Tuttavia, l'aumento di incidenza potrebbe anche riflettere reali cambiamenti nei fattori di rischio ambientali e comportamentali. Nei paesi industrializzati, come Stati Uniti e Canada, si osserva un incremento dei tumori correlati all'obesità e allo stile di vita, suggerendo che alcuni di essi abbiano una componente legata alle abitudini alimentari e alla scarsa attività fisica».

 

I FATTORI DI RISCHIO PRINCIPALI

La professoressa Angela Toss spiega quali sono i fattori di rischio principali per l’insorgenza dei tumori nella popolazione più giovane, riportati nell’articolo pubblicato alla fine del 2024 sull’ European Journal of Cancer.

Esposizione solare

Tra i principali fattori di rischio figura l'esposizione solare, soprattutto per quanto riguarda il melanoma. L'esposizione che aumenta maggiormente il rischio è quella intensa e concentrata in brevi periodi, ma non ci sono dati certi che indichino un incremento di questo tipo di esposizione. È comunque un'ipotesi da considerare, ma senza evidenze oggettive. Le analisi che abbiamo effettuato si basano su dati documentabili e provenienti da fonti affidabili in Italia, come ISTAT e i progetti PASSI e PASSI d’Argento, che monitorano nel tempo i fattori di rischio attraverso indagini su campioni di popolazione.

Obesità

L'aumento dell'obesità tra i giovani è uno dei trend più preoccupanti. Tra il 2000 e il 2020, l'obesità è triplicata tra i giovani di 18-24 anni e raddoppiata nella fascia 25-34 anni. Anche il sovrappeso tra i minori è in crescita: un bambino su quattro tra i 3 e i 17 anni è sovrappeso o obeso. Dopo una temporanea riduzione tra il 2010 e il 2016, dal 2017 si è osservato un nuovo aumento, probabilmente aggravato dalla pandemia di COVID-19, che ha aumentato la sedentarietà e peggiorato le abitudini alimentari.

Sedentarietà

Indipendentemente dal peso corporeo, la sedentarietà è un altro fattore di rischio oncologico. La riduzione dell'attività sportiva tra i giovani è preoccupante, con una maggiore prevalenza di sedentarietà tra le donne rispetto agli uomini.

Alimentazione

La dieta mediterranea è l'unica alimentazione scientificamente provata per ridurre il rischio oncologico, ma solo il 13% degli italiani la segue. Allontanandosi sempre più da abitudini salutari, gli italiani tendono a mangiare in modo meno equilibrato.

Tra il 2011 e il 2021, il consumo di alcol è diminuito negli uomini, ma è aumentato lievemente nelle donne. Al Nord Italia, si registrano livelli più elevati di consumo di alcol e di esposizione agli inquinanti ambientali, mentre al Sud prevalgono obesità e fumo. Tuttavia, poiché diversi fattori di rischio contribuiscono allo sviluppo degli stessi tumori, risulta difficile determinare quali siano i fattori predominanti.

 

IL FUMO È IN CALO

Per quanto gli stili di vita stiano peggiorando in Italia, non si può dire lo stesso del fumo di sigaretta tradizionale. Si registra infatti una riduzione complessiva dei tumori legati al fumo in Italia come in molti altri paesi. Si osserva un calo della prevalenza tra i giovani (14-44 anni), con una riduzione più marcata negli uomini rispetto alle donne. Tuttavia, i prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale, come le e-cig e il tabacco riscaldato, stanno emergendo come nuove variabili di rischio.

«L'uso sia delle sigarette elettroniche sia dei prodotti a tabacco riscaldato è raddoppiato dal 2014 al 2021», spiega Toss. «L'8% delle persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni utilizza questi prodotti e il 40% dei fumatori di età compresa tra i 14 e i 17 anni utilizza più di un prodotto tra sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e sigarette tradizionali. Il 30% dello stesso gruppo fa uso esclusivo di sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato. Trattandosi di prodotti recenti, l’impatto di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sarà visibile solo nei prossimi anni».

 

I FATTORI RIPRODUTTIVI

Altri elementi di rischio da considerare per l’insorgenza dei tumori giovanili, in questo caso nelle donne, è l'anticipazione dell'età del menarca e il cambiamento nei modelli riproduttivi.

«Le donne hanno figli in età sempre più avanzata – prosegue Angela Toss– e, per questo, il tasso di fertilità è in calo. Questi fattori sono correlati a un aumento del rischio di tumore della mammella e dell'endometrio. L'anticipazione del menarca, in particolare, potrebbe essere legata al crescente sovrappeso tra le bambine. Si ipotizza anche che gli interferenti endocrini possano giocare un ruolo nel modificare i fattori riproduttivi, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa associazione».

 

PREVENZIONE E MESSAGGI CHIAVE

Per ridurre l'incidenza dei tumori in età precoce, è essenziale adottare strategie di prevenzione fin dall'infanzia e sensibilizzare la classe medica a non abbassare mai la guardia. Come ricorda la professoressa Angela Toss, le priorità includono:

  • Educazione su alimentazione e attività fisica: coinvolgere le famiglie per migliorare la qualità dell'alimentazione e incentivare l'attività motoria.

  • Maggiore attenzione alla diagnosi precoce: la bassa incidenza dei tumori nei giovani porta talvolta a sottovalutare i sintomi, con ritardi diagnostici. In particolare, le diagnosi tardive di tumore al seno nelle donne in gravidanza suggeriscono la necessità di una maggiore consapevolezza tra i professionisti sanitari.

  • Monitoraggio degli stili di vita: migliorare la sorveglianza sugli effetti a lungo termine di fumo, alcol, obesità e sedentarietà, in particolare tra le fasce più giovani.

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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