La metà dei malati di tumore sperimenta malnutrizione durante le cure. Ma uno screening nutrizionale adeguato e tempestivo resta privilegio di pochi
Il supporto nutrizionale in oncologia è un aspetto cruciale nella gestione delle persone affette da un tumore. La possibilità di alimentarsi correttamente, infatti, può influire positivamente sulla risposta ai trattamenti e sulla qualità della vita dei malati. Tuttavia, molte persone non ricevono l'assistenza nutrizionale di cui avrebbero bisogno. Vediamo perché è importante il supporto nutrizionale, come ottenerlo e con quali esperti parlare.
PERCHÉ SERVE IL SUPPORTO NUTRIZIONALE
Prima e durante il trattamento oncologico il corpo è sottoposto ad uno stress significativo, dovuto a vari fattori. In primo luogo è il tumore stesso ad alterare radicalmente il metabolismo, causando non di rado perdita di appetito e di peso. Inoltre i trattamenti possono provocare effetti collaterali come nausea, vomito, perdita di appetito, alterazioni del gusto e difficoltà di deglutizione e digestione. Questi sintomi possono portare a malnutrizione, perdita di peso e deperimento muscolare, condizioni che possono compromettere l'efficacia dei trattamenti e aumentare il rischio di complicanze. Il gruppo di lavoro dedicato del Ministero della Salute, nel documento Linee di indirizzo Percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici, ricorda che l’80 per cento delle persone con tumori del tratto gastrico superiore e il 60 per cento di quelle con tumore del polmone mostra perdita di peso involontaria già al momento della diagnosi; e dei malati che perdono peso il 20-30 per cento muore per le conseguenze dirette e indirette della malnutrizione.
IN CHE COSA CONSISTE IL SUPPORTO NUTRIZIONALE?
Un adeguato e tempestivo intervento può contemplare tutte le possibilità di aiuto al paziente, dal counseling nutrizionale, all’integrazione nutrizionale orale, fino alla nutrizione enterale e parenterale se necessarie. Gli obiettivi sono:
- prevenire e trattare la malnutrizione sin dall’inizio del percorso di cure
- massimizzare e consolidare gli effetti delle terapie
- attenuare gli effetti collaterali delle terapie
- migliorare la qualità di vita delle persone malate
- prevenire conseguenze delle terapie farmacologiche come sovrappeso e sindrome metabolica.
COME OTTENERLO
Per ottenere un supporto nutrizionale adeguato è essenziale rivolgersi ai professionisti giusti, con l’aiuto e il coordinamento del medico di medicina generale (o nel caso dei bambini del pediatra di libera scelta):
- Nutrizionista specializzato in oncologia: è formato per fornire consigli nutrizionali specifici per i pazienti oncologici. Può valutare il paziente, crea piani alimentari personalizzati e li aggiorna in base alle esigenze individuali e ai trattamenti in corso.
- Dietista: collabora alla stesura del piano nutrizionale, valuta lo stato nutrizionale del paziente e lo segue controllando l’aderenza al programma
- Oncologo: può indirizzare i pazienti verso servizi di supporto nutrizionale e collaborare con gli altri specialisti per monitorare lo stato nutrizionale del paziente
- Infermiere: gli infermieri in oncologia hanno una formazione specifica nel riconoscere i bisogni nutrizionali e possono fornire consigli pratici e supporto emotivo; gli infermieri territoriali monitorano il paziente a casa, formano i care giver, gestiscono i presidi (compresi gli eventuali accessi parenterali ed enterali)
- Farmacista: collabora con il medico nutrizionista fornendo le formule nutrizionali necessarie e svolge attività di farmacovigilanza
- Psicologo o Psico-Oncologo: può aiutare i pazienti a gestire l'ansia e la depressione, che possono influire negativamente sull'appetito e sull'alimentazione, e dare supporto a pazienti e familiari per gestire i momenti difficili in quest’ambito del percorso di assistenza.
LE RACCOMANDAZIONI
Ma come e quando dovrebbe essere offerta la consulenza nutrizionale ai malati di tumore? (il condizionale è ancora d'obbligo, purtroppo). Ecco che cosa raccomandano gli esperti del Gruppo di Lavoro Italiano Intersocietario per il Supporto Nutrizionale nei Pazienti Oncologici:
- Lo screening nutrizionale dovrebbe essere eseguito preferibilmente dal personale infermieristico, usando strumenti validati, al momento della diagnosi, entro 48 ore dal ricovero in ospedale e ripetuto sistematicamente ad ogni visita ambulatoriale
- I pazienti a rischio nutrizionale dovrebbero essere inviati subito ad un servizio di nutrizione clinica o a personale medico esperto (identificare precocemente i pazienti a rischio è una delle sfide più attuali e si lavora anche a soluzioni di intelligenza artificiale con sistemi di apprendimento automatico, che in vari studi mostrano capacità predittive assolutamente utili)
- I pazienti affetti da tumori del distretto testa-collo, del tratto gastrointestinale e del polmone in stadio avanzato o in trattamento dovrebbero essere indirizzati direttamente a specialisti in nutrizione clinica per una precoce valutazione nutrizionale completa, consulenza, supporto e un programma di stretto monitoraggio
- Il supporto nutrizionale dovrebbe essere iniziato rapidamente ed essere specifico per ogni paziente in base alle condizioni nutrizionali e cliniche, al trattamento pianificato e all’esito atteso. Dovrebbe includere il counseling nutrizionale con la possibilità di utilizzare i supplementi nutrizionali orali e/o la nutrizione artificiale in base alla valutazione, ed assicurare uno stretto monitoraggio dell’assunzione alimentare spontanea, della tolleranza e dell’efficacia
- Il supporto nutrizionale e le modificazioni dietetiche dovrebbero aiutare a mantenere o recuperare lo stato nutrizionale attraverso l’incremento o la conservazione dell’apporto calorico-proteico. Diete ipocaloriche alternative anti-cancro, il digiuno e le diete mima-digiuno non sono raccomandate
- L’utilizzo autonomo di integratori alimentari dovrebbe essere scoraggiato. Dovrebbero essere prescritti da specialisti in nutrizione clinica, in base alle carenze documentare e alle condizioni cliniche
- Ogni paziente oncologico sottoposto a chirurgia maggiore dovrebbe seguire un programma perioperatorio personalizzato di "Recupero ottimizzato dopo chirurgia" (ERAS), che comprende fasi programmate, inclusa la valutazione ed il supporto nutrizionale
- Il supporto nutrizionale dovrebbe essere integrato nei programmi di cure palliative quando il rischio di morte per malnutrizione è superiore a quello per progressione tumorale, secondo valutazioni individuali, implicazioni sulla qualità della vita, aspettativa di vita e volontà dei pazienti. Ai pazienti oncologici dovrebbe essere fornita una consulenza nutrizionale mirata ad alleviare i sintomi correlati alla malnutrizione
- La nutrizione artificiale domiciliare dovrebbe essere prescritta e regolarmente monitorata utilizzando protocolli definiti condivisi da tutti gli operatori sanitari coinvolti nella cura del paziente e definiti a livello regionale o nazionale
- I parametri nutrizionali dovrebbero essere sempre valutati e considerati come potenziali fattori confondenti nella valutazione degli esiti e nel disegno degli studi nella ricerca clinica oncologica
- Sono ancora necessari studi clinici e di costo-efficacia adeguatamente dimensionati e disegnati per migliorare le evidenze a favore del supporto nutrizionale in diversi contesti assistenziali. La mancanza di evidenza degli standard di "alto livello" non è una giustificazione per trascurare l'assistenza nutrizionale
- Dovrebbero essere introdotti team nutrizionali multidisciplinari o specialisti in nutrizione clinica nei comitati oncologici locali, almeno per i tipi di cancro associati a più elevato rischio nutrizionale (distretto testa-collo, tratto gastrointestinale, polmone).
QUANTI PAZIENTI RICEVONO IL SUPPORTO DI CUI HANNO BISOGNO?
Purtroppo, non tutti i pazienti oncologici ricevono il supporto nutrizionale necessario. Studi recenti indicano che quasi la metà dei malati di tumore sperimenta malnutrizione durante il trattamento. Inoltre, secondo quanto riportato dal gruppo di lavoro dedicato nel 15° Rapporto sulla Condizione Assistenziale dei Malati Oncologici di FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), il 14% delle persone con tumore metastatico è già malnutrito all’esordio della malattia. Eppure, gli screening nutrizionali così come raccomandati raggiungono solo una minoranza di pazienti, il 3 per cento delle persone con tumori non metastatici e l’8 per cento di quelli con malattia metastatica. Questo divario è spesso dovuto alla mancanza di risorse, alla non disponibilità di dietisti specializzati in oncologia e alla sottovalutazione dell'importanza della nutrizione nel percorso di cura.
Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.