Crescono dal 15 al 40 per cento la sifilide e la gonorrea in tutta Europa e in Italia. Particolarmente colpite le donne sotto i 25 anni. Allo studio nuovi vaccini e test fai-da-te
Allarme dagli esperti di malattie sessualmente trasmesse: nell’ultimo anno in Europa la sifilide è aumentata del 15 per cento e la gonorrea del 40 per cento. Il trend continua da tempo, a parte un fisiologico calo nel 2020, l’anno dei lockdown per il Covid-19. La crescita comprende anche l’Italia e tra le cause si elencano: una migliorata sensibilità diagnostica, un’elevata trasmissibilità di virus e batteri, la scarsa prevenzione. Se ne è parlato al IX Congresso nazionale della Società interdisciplinare per lo studio delle Malattie sessualmente trasmissibili (Simast), a Torino il 3-4 novembre, cui hanno preso parte oltre 200 tra infettivologi, epidemiologi, dermatologi, ginecologi, urologi.
SIFILIDE IN CRESCITA
«L’allarme per la diffusione delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (Ist) riguarda anzitutto sifilide e gonorrea, ma non solo – sottolinea il dottor Marco Cusini, presidente Simast. - La sifilide è una delle infezioni batteriche sessualmente trasmesse più diffusa in Italia e la sua curva è in costante aumento, soprattutto tra i maschi che fanno sesso con maschi (Msm). L’infezione da gonococco (o gonorrea o blenoragia) è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia: dati recenti mostrano un incremento del 40 per cento in molti paesi europei come Danimarca, Svezia, Irlanda, Olanda e sono assimilabili anche all’Italia. Colpisce soprattutto l’incremento nelle donne sotto ai 25 anni, che dimostra come si stia espandendo anche al di fuori della popolazione più a rischio, i Msm; in questo senso, nella trasmissione è sempre più rilevante il ruolo del sesso orale».
ANCORA PRESENTE IL “VAIOLO DELLE SCIMMIE”
Continua il dottor Cusini: «Fra i trend in crescita vi è anche il monkeypox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie: dopo il picco nella primavera 2022, l’epidemia non può dirsi conclusa, con segnalazioni di casi in diversi paesi europei tra cui anche l’Italia». Per contrastare le Ist vi sono alcune forme di prevenzione, mentre in caso di rapporti a rischio resta fondamentale la diagnosi precoce. «Oltre alle vaccinazioni già da tempo disponibili per Papilloma virus (Hpv) e monkeypox, di cui sono riconosciute efficacia e sicurezza, vi sono altre vaccinazioni in diverse fasi sperimentali – evidenzia il Presidente Simast -. Per la gonorrea potremmo avere un vaccino già tra uno o due anni, mentre si prevedono più lunghi i tempi per sifilide, clamidia e herpes».
IL PRELIEVO FAI-DA-TE
Ci sono altre forme di prevenzione, per esempio con un intervento sui rapporti a rischio che possono essere identificati con gli screening, anche se spesso i soggetti a rischio non sono facilmente raggiungibili. Riprende il dottor Cusini: «Questa difficoltà ha aperto le porte al self sampling (cioè a un prelievo fai-da-te ndr) che si può mandare via posta ai centri specialistici e che in Italia si è diffuso dal tempo della pandemia. Va detto, tuttavia, che per un risultato efficace serve un network che monitori la corretta esecuzione del test e permetta di avviare un percorso di terapia nel caso sia presente un’infezione».
MENO PREVENZIONE DA CHI HA L’HIV
Un altro dato rilevante riguarda la crescita delle Ist nei pazienti con infezione da Hiv: i benefici per l’Hiv derivanti dallo U=U (Undetectable = Untrasmittable: se i livelli di Hiv non sono rilevabili, il virus non è trasmissibile ndr) e dalla Prep (profilassi pre-esposizione con antivirali) potrebbero aver provocato un allentamento dell’attenzione nella prevenzione delle Ist e, conseguentemente, un aumento di casi.
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