Il vaiolo delle scimmie è una malattia conosciuta dal 1958. La trasmissione può avvenire anche da uomo a uomo ma è difficoltosa. Il vaccino contro il vaiolo può essere utile nelle persone a rischio contagio
Il vaiolo delle scimmie, detto monkeypox (MPV), torna a far parlare di sè. La malattia non è affatto nuova ma nelle ultime settimane sono stati segnalati casi in Inghilterra, Spagna, Portogallo, Italia e Stati Uniti. Anche se nella gran parte dei casi non sembra essere una "catena di contagio", per alcuni è evidente la trasmissione diretta per contatto persona-persona. Il contagio tra uomini, stando alle conoscenze attuali, è difficoltoso. Non è un caso infatti che ogni segnalazione nell'uomo si è riferita sempre a piccoli focolai auto-limitanti.
CHE COS'É IL VAIOLO DELLE SCIMMIE?
Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale causata dal Poxvirus che colpisce prevalentemente questi animali. Si tratta di un virus del tutto simile a quello del vaiolo umano. Secondo gli esperti i due virus sarebbero "cugini" in quanto discendenti da un virus comune, quello del vaiolo bovino. MPV è stato identificato per la prima volta in Europa nel 1958 in scimmie provenienti dal Sud-Est asiatico. Negli anni successivi sono stati segnalati alcuni focoloai. La malattia, anche se prevalentemente degli animali, può riguardare l'uomo a causa della capacità del virus di infettare specie differenti. Ed è quello che è accaduto con i recenti casi segnalati.
QUALI SONO I SINTOMI?
La malattia si manifesta inizialmente attraverso sintomi simili a quelli dell'influenza. Ciò che caratterizza la malattia è la comparsa di lesioni cutanee simili a quelle del vaiolo umano: le vescicole si tramutano in pustole sino alla loro estinzione per "essicatura". La durata della malattia è variabile tra i 15 e i 30 giorni.
COME SI TRASMETTE?
Il virus può trasmettersi da uomo a uomo ma con molta difficoltà. Le infezioni avvengono prevalentemente per contatto incidentale con animali infetti o con persone che hanno soggiornato in zone a rischio. Il contagio avviene per contatto diretto con le lesioni, con i fluidi corporei (in particolare con i rapporti sessuali) e con gli indumenti contaminati. Il virus può essere trasmesso anche tramite droplets nella fase acuta ma con un contatto ravvicinato e prolungato.
COME SI CURA?
Curare il vaiolo delle scimmie è molto importante perché la letalità è pari al 10% degli individui sintomatici. Attualmente non esistono però trattamenti approvati ma il farmaco antivirale tecovirimat (approvato dall'FDA per il trattamento del vaiolo) e i farmaci antivirali cidofovir e brincidofovir hanno dimostrato la loro efficacia in vitro e nei modelli sperimentali. Tuttavia nessuno di questi farmaci è stato studiato o utilizzato in aree endemiche per trattare la malattia.
ESISTE UN VACCINO?
Essendo MPV un virus simile al vaiolo umano, l'utilizzo del vaccino contro il vaiolo può essere utile nel prevenire anche il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, essendo il vaiolo umano eradicato, tale vaccino non è più utilizzato su larga scala pur essendo sempre prodotto con il nome di Imvanex. Essendo questo vaccino utile contro MPV, la sua somministrazione è indicata per coloro che possono essere esposti al virus per motivi professionali.
QUAL É LA SITUAZIONE IN EUROPA?
Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, UK e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Inoltre, l’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale.
COSA FARE IN CASO SOSPETTO?
Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.