Diagnosi in calo ma l'effetto è dovuto alla pandemia. La scarsa consapevolezza porta a diagnosi sempre più tardive. L'HIV non è affatto scomparso
Celebrare la Giornata Mondiale contro l'AIDS non è affatto anacronistico. Il virus HIV infatti non è affatto un lontano ricordo. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia nel 2020 si sono dimezzate le nuove diagnosi di sieropositività -un calo dovuto principalmente alla pandemia-. Ma ciò che preoccupa sono le tempistiche: 6 diagnosi su 10 avvengono in fase avanzata.
HIV E AIDS: LE DIFFERENZE
L’AIDS è una patologia causata dalla presenza del virus HIV. Quest’ultimo, infettando in maniera specifica le cellule del sistema immunitario, rende le persone affette più vulnerabili a molte malattie che generalmente, nelle persone sane, non creano particolari problemi. Essere sieropositivi per l'HIV vuol dire essere entrato in contatto con il virus. Questo però non significa che necessariamente si svilupperà l'AIDS. Di fondamentale importanza per evitare che ciò si verifichi -compromettendo così il sistema immunitario- è seguire una terapia farmacologica.
LE CURE FUNZIONANO
Sino agli anni '90 una diagnosi di sieropositività equivaleva ad una condanna. Oggi grazie allo sviluppo di farmaci in grado di agire sui meccanismi che il virus mette in atto per replicarsi l'aspettativa di vita media di una persona sieropositiva, se trattata precocemente, è del tutto paragonabile a quella di un individuo sano. A differenza di 15-20 anni fa, dove la persona "infetta" doveva assumere sino a 15 compresse al giorno, oggi tutto può essere condensato in un'unica compressa. Non solo, a differenza dei primi antiretrovirali, oggi la tossicità di questi farmaci è pressoché assente. Grazie all'avvento di queste molecole sono state e continuano ad essere milioni le vite salvate negli anni.
I NUMERI IN ITALIA
Nel 2020, sono state segnalate 1303 nuove diagnosi di infezione da HIV, un numero ancora più ridotto rispetto ai casi già in progressiva diminuzione osservati negli ultimi dieci anni. «Rispetto al 2019 -psigea Barbara Suligoi, responsabile del Centro Operativo AIDS dell'ISS- il numero di nuove diagnosi HIV del 2020 è quasi dimezzato e questo è molto probabilmente da ricondurre alla pandemia da Covid-19 e alle conseguenti restrizioni di circolazione e di aggregazione». Iniziare le terapie in tempo è fondamentale per bloccare la progressione del virus e lo sviluppo della malattia. Eppure nel nostro Paese da tempo cominciamo ad assistere a diagnosi sempre più tardive. «6 su 10 nuove diagnosi di HIV -prosegue l'esperta- vengono identificate in ritardo, cioè in persone con una situazione immunitaria gravemente deficitaria o addirittura già con sintomi di AIDS. Questo ritardo pregiudica l’efficacia delle terapie antivirali». Non solo, le persone con diagnosi tardiva possono aver involontariamente trasmesso l’HIV ad altre persone, contribuendo così ad alimentare un "sommerso" di casi non ancora diagnosticati che in Italia si aggira intorno alle 13-15 mila persone.
LE NUOVE DIAGNOSI
Per quanto riguarda le nuove diagnosi, la quasi totalità dei casi (88%) è da attribuire a rapporti sessuali: maschi che fanno sesso con maschi (MSM) per il 46% e rapporti eterosessuali (maschi e femmine) per il 42%. Tra i maschi, più della metà delle nuove diagnosi HIV è in MSM. La fascia d’età 25-29 anni è quella con la maggiore incidenza, più che doppia rispetto all’incidenza totale (5,5 vs. 2,2 nuovi casi per 100 mila residenti). Dato da cui si evince quanto la percezione sulla circolazione dell'HIV sia molto bassa nella popolazione generale e in particolare tra i giovani.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.