Incassate le rassicurazioni dell'Agenzia Europea del Farmaco, dal 21 aprile arriva in Italia il vaccino di J&J. Stessa tecnologia di Astrazeneca, ma basterà una sola dose
E quattro. Dopo i farmaci sviluppati da Pfizer-Biontech, Moderna e AstraZeneca, è in arrivo in Italia (il 21 aprile) il quarto vaccino contro Sars-CoV-2. Si tratta di quello sviluppato da Johnson & Johnson, «congelato» nelle scorse settimane dopo alcuni casi di trombosi registrate in donne vaccinate. Il meccanismo di azione di questo farmaco è simile a quello che impiega il vaccino di AstraZeneca, con una sostanziale differenza: un’elevata efficacia a fronte di una sola dose. Un aspetto pratico, che tornerà utile per favorire l’aumento del numero dei vaccinati. E, di conseguenza, fornire un contributo decisivo nella lotta alla Covid-19.
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La giornata odierna ha sancito il «recupero» del quarto vaccino che l'Italia potrà utilizzare per immunizzare i suoi cittadini. Nel pomeriggio è giunto l'atteso parere del Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell'Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Una parziale assoluzione, anche se l'ipotesi di una correlazione tra la somministrazione del vaccino Johnson&Johnson e l'insorgere di episodi trombotici non è stata esclusa. Come già accaduto nel caso del farmaco di AstraZeneca, l'EMA ha confermato la plausibilità del nesso causale. L'ipotesi è che da una a tre settimane dopo l'iniezione si possano registrare episodi trombotici. Gli eventi descritti si sono verificati in siti perlopiù inusuali: come le vene cerebrali e addominali. Ma in alcuni casi anche a livello delle arterie. Sempre con un filo conduttore: la riduzione dei livelli di piastrine, seguita in alcuni casi dal sanguinamento. Al netto di questo, vista la rarità dei casi registrati (8, su oltre sette milioni di iniezioni effettuate negli Stati Uniti), l'Agenzia ha rammentato l'importanza della vaccinazione per superare le criticità della pandemia.
Varianti virali: i vaccini sono comunque efficaci
IN ITALIA INIEZIONI PER GLI OVER 60
A seguito della posizione dell'EMA, sono giunte le pronunce dell'Agenzia Italiana del Farmaco e del ministero della Salute. «Preso atto di questo parere che ribadisce l’estrema rarità degli eventi di trombosi associata a trombocitopenia a seguito della vaccinazione contro Covid-19 effettuata con Johnson & Johnson, e considerato che tale vaccino si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte, si raccomandano le condizioni di utilizzo del vaccino Vaxzevria», è quanto ribadito dalle istituzioni. A seguire, è giunta l'indicazione a distribuire da subito le 184mila dosi immagazzinate nell'hub di Pratica di Mare. Via libera all'uso del farmaco, con l'azienda che procederà all'aggiornamento del foglietto illustrativo per includere le informazioni sugli eventi avversi (molto rari). In Italia, questo vaccino sarà somministrato «in maniera preferenziale a persone di età superiore ai 60 anni», che, avendo un rischio elevato di malattia grave e letale, vanno protette in via prioritaria. Questo il parere dei vertici del Consiglio Superiore di Sanità, dell'Agenzia Italiana del Farmaco e del ministero della Salute.
VACCINO J&J: DI COSA SI TRATTA?
Il prodotto di Johnson & Johnson è un vaccino a vettore virale. Questi farmaci utilizzano un virus (generalmente un adenovirus incompetente per la replicazione) per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina Spike. Ovvero il «gancio» che Sars-CoV-2 utilizza per legarsi ai recettori ACE2 e farsi largo all’interno delle cellule: dei polmoni, ma non solo. Una volta inoculato il vaccino, il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall'infezione. Il principio è lo stesso che è alla base dei vaccini di AstraZeneca e Sputnik V (non autorizzato in Europa). Con una differenza: il prodotto di Johnson & Johnson ha la caratteristica di essere somministrato in un’unica dose. Sulla base dei dati raccolti nel corso di uno studio che ha coinvolto oltre 44mila persone dai 18 anni in su (negli Stati Uniti, in Sudafrica e nei Paesi dell'America Latina), l'Agenzia Europea e quella Italiana del Farmaco hanno valutato efficace il vaccino di Johnson & Johnson nella prevenzione delle forme gravi di Covid-19 dopo 14 (76 per cento) e 28 giorni (85.4 per cento) dalla somministrazione.
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VACCINO EFFICACE ANCHE CONTRO LE VARIANTI BRASILIANA E SUDAFRICANA
Ma non solo. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, oltre a confermare l'efficacia (in generale) nei confronti delle forme medie e gravi di Covid-19, ha aggiunto un particolare in più. E non di poco conto. Il vaccino J&J è infatti risultato efficace anche nei confronti delle infezioni provocate dalle varianti virali più aggressive: quella brasiliana e quella sudafricana. In entrambi i casi, la protezione garantita dal vaccino è stata trasversale contro l'infezione sintomatica. E il farmaco ha mostrato protezione contro l'ospedalizzazione e la morte correlate a Covid-19 a 28 giorni dall'iniezione.
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I SINTOMI A CUI (EVENTUALMENTE) PRESTARE ATTENZIONE
I dati disponibili - il vaccino è comunque autorizzato per l'uso a partire dai 18 anni - hanno mostrato che negli over 65 non si è notata alcuna flessione di efficacia. Gli effetti collaterali sono risultati generalmente lievi o moderati. E risolvibili entro un paio di giorni dalla vaccinazione. I più comuni: dolore al sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e nausea. Relativamente al rischio trombotico, l'EMA raccomanda alle persone vaccinate (da una a tre settimane prima) di contattare subito il proprio medico in presenza di sintomi quali: dolore toracico o addominale, respiro corto, gonfiore alle gambe, sintomi neurologici (mal di testa persistente o vista offuscata), macchie di sangue sottocutanee nel sito d'iniezione.
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QUANTE DOSI IN EUROPA?
In tutta l'Unione Europea, nel corso del 2021, saranno distribuite 200 milioni di dosi di vaccino Johnson & Johnson. Di queste, 27 milioni saranno destinate all'Italia. Un numero che equivale a quello delle persone che potranno essere vaccinate, in ragione dell'opportunità di proteggere la popolazione con un'unica dose. Un aspetto saliente, che rende almeno sulla carta più semplice imprimere un'accelerazione alla campagna vaccinale. A ciò si aggiungono le condizioni di conservazione di questo farmaco, che può essere stoccato in frigorifero a 2-8 gradi per tre mesi (questo lo rende adatto alla somministrazione anche nelle farmacie) o a -20 gradi per due anni.
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).