Non solo prevenzione dei sintomi. Il vaccino è efficace anche nel prevenire il contagio. In Israele calano i nuovi casi e i ricoveri nelle fasce di età più coperte dalla vaccinazione
Il vaccino Pfizer-BioNTech per Covid-19 non solo protegge dalla malattia ma previene anche l'infezione. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio rilasciato dal Ministero della Salute israeliano. Un'ottima notizia che se confermata indicherebbe chiaramente che il vaccino è potenzialmente in grado di ridurre drasticamente la circolazione del virus.
RAGGIUNGERE L'IMMUNITA' STERILIZZANTE
Mentre la ricerca procede nel tentativo di individuare possibili nuove cure per Covid-19, gli ultimi mesi sono stati contrassegnati dal successo dei vaccini contro Sars-Cov-2. Progettati e testati con successo a tempo di record oggi abbiamo finalmente disponibili diversi vaccini utili nel cambiare la storia della pandemia. I primi ad arrivare sono stati quelli a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna. Negli studi che hanno portato al loro via libera questi vaccini si sono dimostrati utili nel prevenire lo sviluppo della malattia in una percentuale elevatissima (94% e oltre). Prevenire lo sviluppo dei sintomi però non significa aver vinto la battaglia contro il coronavirus. Ciò che ancora restava da capire era se i vaccini avessero anche capacità di immunità sterilizzante, ovvero la capacità di un vaccino non solo di bloccare il decorso della malattia ma anche di bloccarne la trasmissione virale.
IL VACCINO PREVIENE L'INFEZIONE
Negli studi finalizzati all'approvazione questa capacità, per via di motivi organizzativi, è stata solo parzialmente valutata in un piccolo numero di partecipanti al trial di Moderna. I primi risultati apparsi nei mesi scorsi erano confortanti. Ora, grazie ai dati provenienti da Israele -nazione che rappresenta il caso principe per lo studio sull'efficacia dei vaccini per Covid-19- (ad oggi è stato vaccinato il 79% della popolazione), i risultati confortanti sembrano essere confermati. In base ai dati raccolti dal database nazionale israeliano, il vaccino Pfizer-BioNTech -l'unico somministrato nel Paese- è risultato efficace quasi al 90% nel prevenire l'infezione. Tradotto: il vaccinato, entrando in contatto con il virus, non solo non sviluppa la malattia ma non è in grado di infettare altre persone.
TRA I VACCINATI CALANO NUOVI CASI E RICOVERI
Un risultato importante che sta contribuendo a modificare drasticamente la realtà della pandemia. In Israele infatti da qualche settimana -complice l'avvenuta seconda dose nelle persone superiori a 60 anni- nuovi casi, ricoveri e accessi in terapia intesiva stanno diminuendo ad una velocità estremamente maggiore rispetto alle altre fasce di età dove la copertura vaccinale è minore. L'uscita dalla pandemia passerà da quanto saremo rapidi a vaccinare.
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.