Pochi gli over-60 vaccinati per Covid-19. Questo li espone a maggiori rischi. Nel solo mese di novembre il virus ha causato 945 decessi
Covid-19 è tutt'altro che scomparso e per questa ragione, come da indicazioni del Ministero della Salute, la vaccinazione viene raccomandata negli over-60 e più in generale nelle persone vulnerabili e a rischio complicanze. A sancirclo è la circolare del 27 settembre 2023 che fornisce precise indicazioni sulla campagna vaccinale dell'autunno-inverno. Un elenco dettagliato, come raccontato in questo nostro articolo, che però rimane sulla carta perché al momento, complice una scarsa promozione della campagna, le coperture vaccinali sono ampiamente inferiori a quanto ci si sarebbe aspettato. Risultato? Ancora oggi, nelle persone più a rischio, Covid-19 è causa di morte: 945 persone nel solo mese di novembre.
COVID-19 E INFLUENZA
Sebbene il 5 maggio scorso l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato la fine dell'emergenza sanitaria, ciò non significa che il virus causa di Covid-19 sia scomparso. La malattia infatti deve oggi essere considerata una di quelle patologie infettive con cui convivere, esattamente come facciamo da centinaia di anni con l'influenza. Quest'ultima, ad esempio, ogni anno in Italia causa circa 8 mila decessi concentrati, per via della stagionalità del virus, nel periodo compreso tra novembre e marzo. Covid-19 invece, non avendo ancora ciclicità stagionale, nei primi undici mesi del 2023 ha già causato oltre 9 mila morti. Un numero inferiore rispetto agli anni passati -dovuto essenzialmente alla progressiva immunizzazione delle persone- ma che rimane ancora decisamente elevato e che si va ad aggiungere a quelli dell'influenza stagionale. C'è un però: mentre nel nostro Paese l'antinfluenzale negli over-65 raggiunge coperture di poco superiori al 50%, per la vaccinazione contro Covid-19 la copertura di quest'anno è a singola cifra.
TROPPI GLI OVER-60 NON VACCINATI
Andando ad analizzare i dati della campagna vaccinale Covid-19 2023/2024, grazie alle elaborazioni di Fondazione GIMBE si scopre che al 14 dicembre sono state somministrate poco meno di un milione e mezzo di dosi considerando tutte le fasce di età. A preoccupare è il dato dei mancati richiami negli over-60, fascia di popolazione in cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente: solo il 6,9% della popolazione sopra i 60 anni ha ricevuto il vaccino con profonde differenze regionali. L'esempio virtuoso è costituito dalla Toscana con il 15,3%. In Sicilia siamo allo 0,4%. Un numero decisamente scarso se si considera che la vaccinazione viene offerta in concomitanza con quella antinfluenzale, vaccino ampiamente somministrato nella popolazione anziana.
LE RAGIONI DELL'INSUCCESSO
Ma quali sono le motivazioni che hanno portato a questa situazione? Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, «al fenomeno della "stanchezza vaccinale" e alla continua disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, si sono aggiunti vari problemi logistico-organizzativi: ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di medicina generale, mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione. Con la tragica conseguenza che l’attuale incremento della circolazione virale viene a coincidere con il progressivo declino della copertura immunitaria in un numero sempre più elevato di anziani e fragili, aumentando inesorabilmente ricoveri ordinari e decessi».
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.