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Alimentazione
Francesca Morelli
pubblicato il 20-02-2017

Dalla dieta mediterranea un aiuto contro la sclerosi laterale amiotrofica



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Uno studio americano, condotto fra pazienti affetti da Sla, mostra un beneficio legato alla dieta mediterranea, che può contribuire a proteggere alcune capacità funzionali, compresa quella respiratoria

Dalla dieta mediterranea un aiuto contro la sclerosi laterale amiotrofica

Frutta, verdura, fibre, antiossidanti e vitamine: sono questi gli ingredienti propri della dieta mediterranea che sembrano favorire il controllo e perfino il miglioramento di alcune capacità funzionali - dal movimento fino alla respirazione - in pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Sono i risultati di uno studio americano condotto da ricercatori della Mailman School of Public Health presso la Columbia University di New York, pubblicato sulla rivista JAMA Neurology.

 

Antiossidanti: le sentinelle del nostro organismo

 

LO STUDIO 

Poco più di 300 volontari con una età media di 63 anni, cui erano comparsi i sintomi della SLA da circa 18 mesi o anche meno. È il campione di popolazione nel quale un gruppo di ricercatori del dipartimento di epidemiologia della Columbia University ha indagato la relazione fra dieta, influenza e sviluppo di malattie neurodegenerative. In particolare della sclerosi laterale amiotrofica, una patologia grave che colpisce specifici neuroni (motoneuroni) della corteccia cerebrale, causando progressiva rigidità e contrazione muscolare, graduale debolezza dovute alla diminuzione della dimensione dei muscoli fino a causare nelle fasi terminali l’incapacità di parola, deglutizione e respirazione. Tutti i partecipanti inclusi nel trial clinico sono stati così invitati a compilare un questionario circa le proprie abitudini alimentari, riferendo anche precise disabilità misurate con un test specifico (con l'ALS Functional Rating Scale-Revised), compresa quella respiratoria secondo la capacità vitale forzata (la massima quantità di aria mobilizzata nell’atto respiratorio).

 

 

I RISULTATI

Ne è emerso che alcuni alimenti sono associati a un  miglioramento della sintomatologia della sclerosi laterale amiotrofica, mentre altri sono associati alla progressione o all’aggravarsi delle manifestazioni. «I risultati del nostro studio - ha dichiarato il primo autore, Jeri Nieves - dimostrano che diete ricche di frutta e verdura, ad alto contenuto di antiossidanti, fibre e carotenoidi, ovvero con un buon apporto di micronutrienti ed in particolare di vitamina E, acidi grassi polinsaturi , possono contribuire ad influenzare positivamente l’andamento della malattia, favorendo cioè il miglioramento della funzionalità globale, compresa quella respiratoria». In caso di sclerosi laterale amiotrofica, dunque meglio privilegiare una dieta vegetale, come conferma anche Michael Swash, ricercatore della Barts and the London School of Medicine della Queen Mary University di Londra (Inghilterra) in un editoriale apparso sempre su JAMA Neurology, limitando il più possibile alimenti animali come carne rossa, uova, formaggi, salame e salumi, latte intero, tutti molto ricchi di grassi saturi, ma anche carboidrati, presenti in pasta, pane e prodotti da formo, e glutammato di sodio, indicato sulle etichette alimentari con la sigla E621, di norma usato per insaporire i cibi, con più frequenza quelli lavorati, i cibi surgelati, in scatola, le zuppe, gli snack e alcune salse da condimento, specie quelle utilizzate nei ristoranti cinesi, o il ketchup.

 

Leggi lo SPECIALE ETICHETTE ALIMENTARI della Fondazione Umberto Veronesi

 

L’OPINIONE DELL’ESPERTO

Indicazione alimentare è condivisa anche dai nostri esperti, tuttavia con qualche precisazione: «Non è possibile parlare di alimenti assoluti che possono contribuire ad allontanare il rischio di sclerosi latrale amiotrofica - commenta Giovanni Luigi Mancardi, direttore della clinica neurologica dell’Università di Genova - sebbene diversi studi scientifici nazionali ed internazionali attestino benefici derivanti da una dieta di tipo mediterraneo, a base di frutta, verdura, fibre, vegetali e pesce, cioè ricca di grassi acidi insaturi e ipocalorica. Questi due fattori contribuirebbero a diminuire l’attività infiammatoria, ritenuta tra i componenti alla base dello sviluppo della malattia, ma anche a modificare la flora intestinale che sembra essere co-responsabile dello scatenamento di alcune malattie autoimmuni». Riguardo al contributo che gli alimenti possono dare nel contrastare lo stress ossidativo associato alla Sla, aggiunge: «Alimenti con proprietà antiossidanti - conclude Mancardi  - come i vegetali e la frutta, o integrazioni dietetiche con vitamina A, E, C, acido lipoico ed altre sostanze ad azione antiossidante, potrebbero avere una azione protettiva contro il danno ossidativo, ma la certezza di efficacia di questi principi nutritivi nel rallentare la progressione di malattia è ancora in fase di studio».

 


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