Gli ultimi dati mostrano un lieve aumento dei casi di epatite acuta in Italia. Vaccinazioni, igiene e sesso protetto sono le risorse per prevenire le infezioni da epatite A, epatite B e epatite C

In Italia i casi di epatite acuta sono lievemente aumentati. Questo indicano i dati più recenti, che fotografano la situazione fino al 31 dicembre 2024, a cura del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute (SEIEVA), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Ecco il quadro completo.
I CASI DI EPATITE A ACUTA IN ITALIA
Entrando maggiormente nel dettaglio, nel 2024 sono stati notificati al SEIEVA 443 casi di epatite A acuta, con un trend in crescita rispetto all’anno precedente: 267, nel 2023.
Le regioni che hanno registrato il numero maggiore di casi sono state nell’ordine: Lombardia (114), Toscana ed Emilia-Romagna (66), Lazio (48).
Le fasce d'età maggiormente colpite sono state quelle degli adulti, ossia persone dai 25 ai 54 anni di età (21,9%). I casi pediatrici sono stati invece 99, in aumento (più del doppio) rispetto all'anno precedente, in cui erano stati 45. La maggioranza dei casi si è verificata in soggetti di sesso maschile (60,3%).
I fattori di rischio più frequentemente riportati sono stati:
- consumo di molluschi crudi o poco cotti (37,6%)
- viaggi in zone endemiche (35,1%, di cui 40 casi si sono verificati in relazione a un soggiorno in Marocco)
- rapporti sessuali fra uomini (29,5%)
- consumo di frutti di bosco (21,6%).
Dal punto di vista clinico, ci sono stati 3 decessi, riguardanti due uomini di 68 e 69 anni e una donna di 89. In uno dei casi, la causa della morte è stata una polmonite batterica. In un caso è stato necessario il ricorso al trapianto.
I CASI DI EPATITE B ACUTA IN ITALIA
Per quanto concerne invece l'epatite B acuta, i casi segnalati al SEIEVA nel 2024 sono stati 189, 36 in più rispetto al 2023.
Le regioni che hanno segnalato la maggior parte dei casi sono state: Lombardia (49 casi), Emilia-Romagna (36 casi) e Toscana (15 casi).
I soggetti più colpiti, come per l'epatite A, sono stati gli adulti e, in particolare, di età compresa fra i 35 e i 54 anni, il 35,4 % dei casi. Nella fascia 55-64 anni si è verificato il 32,3% dei casi. Come negli anni passati, si osserva una percentuale molto più alta di casi in soggetti di sesso maschile (82%).
I fattori di rischio più frequentemente riportati sono stati:
- l’esposizione a trattamenti estetici, come piercing, manicure e tatuaggi (38,2% dei casi)
- le cure odontoiatriche (27,9%)
- i comportamenti sessuali a rischio (25,4% dei casi di età superiore ai 16 anni)
- l’esposizione ospedaliera, cioè ricoveri, interventi chirurgici, emodialisi o trasfusione di sangue hanno riguardato il 16,2% dei casi.
Sul piano clinico sono stati segnalati due decessi, in uomini di età maggiore di 80 anni. Un paziente di 54 anni è stato sottoposto a trapianto di fegato.
I CASI DI EPATITE VITALE C ACUTA
Le segnalazioni a SEIEVA per il 2024 ammontano a 60 nuovi casi di epatite C virale acuta. Dopo un trend in diminuzione, tra il 2020 e il 2021, nel 2022 si è osservato un aumento dei casi che si sono poi stabilizzati nei due anni successivi.
Le regioni con il maggior numero di casi sono state: Lombardia (36,7%) e Veneto (30,0%).
Più casi fra gli uomini (66,7%) e nelle fasce d'età 35-54 (16 casi, il 26,6%) e 55-64 (17 casi), in linea con gli anni precedenti.
Questa la distribuzione dei casi in base ai fattori di rischio rilevati:
- esposizione ospedaliera (40,7%), fattore rilevante anche negli anni precedenti, 16 persone (27,1%) erano state sottoposte a un intervento chirurgico
- trattamenti estetici per il 32,8% dei casi (manicure/ pedicure, piercing e tatuaggi)
- il 32,8% aveva avuto un trattamento odontoiatrico
- l'uso di droghe è stato registrato nel 15,2% dei casi
- l'esposizione sessuale (partner sessuali multipli o mancato uso del profilattico in rapporti occasionali) riguardava 11 soggetti fra quelli con età uguale o superiore a 16 anni
- i casi in persone conviventi con portatori di epatite C sono stati 5.
LA PREVENZIONE DELLE EPATITI
Come si può migliorare questo quadro, riducendo il numero delle infezioni da virus dell’epatite? Per quanto riguarda le vaccinazioni, al momento sono disponibili quelle per l’Epatite A e per l’Epatite B. Non esiste ad oggi, infatti, un vaccino contro l’epatite C e l’uso di immunoglobuline non si è mostrato efficace. Esiste, dunque, solo la possibilità di prevenire attraverso il rispetto di misure profilattiche: dalle buone norme di igiene generale alla sterilizzazione degli strumenti chirurgici e quelli per trattamenti estetici, dall’utilizzo di materiali monouso alla protezione nei rapporti sessuali a rischio.
VACCINAZIONI E IGIENE CONTRO L'EPATITE A
Per l’epatite A in Italia sono disponibili due diversi vaccini (“Havrix” e “Vaqta”) che prevedono entrambi una dose di richiamo a 6-12 mesi di distanza, ma forniscono già una buona (ma non ottimale e duratura) protezione dall’infezione dopo 14-21 giorni. La vaccinazione è raccomandata nei soggetti a rischio, fra cui coloro che viaggiano in Paesi dove l’epatite A è endemica, per coloro che lavorano in ambienti a contatto con il virus, i consumatori di droghe, e i contatti familiari di soggetti con epatite acuta A. La vaccinazione è raccomandata anche per coloro che sono affetti da malattie epatiche croniche, in quanto la letalità in questi soggetti è maggiore.
Molto importanti restano sempre le norme igieniche generali per la prevenzione delle infezioni oro-fecali (igiene personale, lavaggio delle mani, lavaggio e cottura di verdure, molluschi, etc) e i controlli sulla coltivazione e commercializzazione dei frutti di mare.
I dati del 2024 non fanno altro che avvallare le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Tra coloro che hanno contratto l’epatite A: 142 erano i casi relativi a chi avevano viaggiato verso aree endemiche, 53 coloro che avevano avuto contatti con persone affette da Epatite A con ittero, 28 i casi di uomini che avevano fatto sesso con uomini. Nel complesso, dunque, 208 casi (47,0%) avrebbero potuto essere prevenuti. In 7 di questi casi la vaccinazione era stata fatta in ritardo con la somministrazione di una sola dose post-esposizione; nessuno di questi casi riportava, invece, 2 dosi di vaccino.
EPATITE B: NON SOTTOVALUTARE IL RUOLO DELLA VACCINAZIONE
Il vaccino per l'epatite B in Italia è obbligatorio dal 1991 per tutti i nuovi nati e, fino al 2003, lo era anche per gli adolescenti a 12 anni. Il vaccino è raccomandato a tutti e, in particolare, è offerto gratuitamente ai gruppi di popolazione a maggior rischio di infezione (conviventi di portatori cronici di epatite, personale sanitario, consumatori di droghe, persone che cambiano spesso partner sessuali).
Nel 2024 12 casi sono stati osservati in soggetti vaccinati o con vaccinazione incompleta. Nelle persone ad aumentato rischio, sono stati osservati 5 casi in conviventi di portatori cronici (di cui 4 non consapevoli dell'infezione del convivente), 5 in consumatori di droghe, 10 in maschi che hanno rapporti sessuali con maschi. Un caso è stato osservato tra il personale sanitario non vaccinato. Tre casi avevano eluso la vaccinazione dell'obbligo. Tutti i casi elencati si sarebbero potuti evitare.

Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.