Claudia Cocco, ricercatrice al Gaslini di Genova grazie al sostegno finanziario della Fondazione Veronesi, ha vinto un prestigioso riconoscimento per i suoi studi nel campo dell’immunologia dei tumori
Trentasette anni e già 31 pubblicazioni all’attivo sulle più importanti riviste internazionali; non stupisce che Claudia Cocco, biologa e ricercatrice all’Istituto Gaslini di Genova grazie al sostegno economico della Fondazione Veronesi, sia tra i vincitori del Gerolamo Gaslini Young Investigator Awards, indetto ogni anno dalla Fondazione Gaslini per valorizzare le giovani eccellenze della ricerca al di sotto dei 40 anni che operano all’interno o in collaborazione con l’ospedale genovese.
Sono premiati i ricercatori che hanno pubblicato un articolo a primo nome su riviste con un impact factor superiore a 7. L’impact factor è un indice che misura il “prestigio scientifico” di una rivista: più è alto, più è rigida la selezione e dunque più valide e innovative sono le ricerche che vengono pubblicate. Claudia ha vinto il premio con un lavoro pubblicato su Leukemia, rivista del gruppo Nature, con un impact factor di oltre 10.
IL PROGETTO
«La ricerca che ha portato a questo premio è iniziata nel 2006 nell’ambito di un più ampio progetto di Immunologia e Tumori coordinato dalla dottoressa Irma Airoldi» spiega Claudia «Abbiamo scoperto che due interleuchine, IL-23 e IL-27, cioè molecole prodotte dalle cellule del sistema immunitario, sono in grado di agire anche come agenti anti-tumorali contro cellule maligne che ne esprimono i recettori corrispondenti, come leucemie e linfomi ». Si tratta di tumori molto frequenti rispettivamente nei bambini e negli adulti e questi risultati sono importanti perché aprono la strada verso possibili applicazioni cliniche, anche se il percorso dal laboratorio alla terapia è ancora molto lungo.
IL PERCORSO
La passione di Claudia per la scienza è nata gradualmente sui banchi di scuola. «Mi sono iscritta al Liceo Classico perché ero portata per le discipline letterarie ma col tempo ho scoperto che mi piacevano sempre di più le materie scientifiche, più pratiche e concrete». Terminato il liceo Claudia si iscrive alla facoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Genova, dove si laurea con lode, e successivamente si specializza in Patologia Clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, sempre nel capoluogo ligure.
«Durante i primi anni dell’università non avevo l’idea precisa di occuparmi di ricerca sul cancro: poi mi sono appassionata alla biologia molecolare e alla genetica, e in particolare i meccanismi coinvolti nello sviluppo dei tumori. Quando è venuto il momento di scegliere la tesi di laurea sono approdata al Laboratorio di Oncologia dell’Istituto Gaslini, sotto la supervisione della dottoressa Airoldi e del dottor Vito Pistoia, che per me sono stati una guida e un punto di riferimento».
L'IMMUNOTERAPIA ONCOLOGICA
Da allora Claudia si è sempre occupata di studiare la relazione tra sistema immunitario e tumori; un campo all’avanguardia quello dell’immunoterapia del cancro, tanto che la rivista Science, nel numero del 20 dicembre 2013, l’ha nominata “tecnologia dell’anno”. «L’immunologia è una disciplina molto stimolante, ma anche molto complessa» afferma Claudia «le relazioni tra cellule immunitarie e tumori sono ambivalenti: in alcune circostanze esse stimolano la crescita del tumore, in altre la ostacolano.
É un sottile equilibrio che viene influenzato da diversi fattori, come il tipo di tumore e il microambiente nel quale si sviluppa». Claudia attualmente, anche grazie al sostegno di Fondazione Veronesi, ha un contratto di eccellenza all’Istituto Gaslini. «Stiamo continuando gli studi sul ruolo delle interleuchine nel bloccare la crescita dei tumori, focalizzandoci questa volta sulla leucemia cronica nell’adulto: stiamo caratterizzando il recettore dell’interleuchina 23 e la sua attività nei confronti delle cellule maligne».
PASSIONE E RICERCA
Nella vita di Claudia non c’è però solo la scienza: «Mi è sempre piaciuto fare sport e sono appassionata di viaggi in moto» Al momento però tutto il suo tempo libero al di fuori di provette ed esperimenti è reclamato da Giulia, quattro anni e mezzo, e Viola, sette mesi. Come moltissime giovani donne e mamme italiane, anche Claudia deve districarsi tra lavoro e ménage familiare.
Claudia, come tanti ricercatori italiani, è animata da una grande passione e fiducia nell’utilità del suo lavoro per la collettività ma è anche consapevole delle difficoltà di farlo comprendere appieno a chi non è del settore. «Credo che la via efficace per valorizzare la ricerca in Italia debba partire dall’alto, dalle Istituzioni. Se le Istituzioni non dimostrano di crederci investendo adeguatamente con finanziamenti e con serie politiche della ricerca, come si può poi pensare che il cittadino comune abbia fiducia nella scienza?»
Chiara Segré
Chiara Segré è biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare, con un master in giornalismo e comunicazione della scienza. Ha lavorato otto anni nella ricerca sul cancro e dal 2010 si occupa di divulgazione scientifica. Attualmente è Responsabile della Supervisione Scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, oltre che scrittrice di libri per bambini e ragazzi.