Dei traguardi e degli obbiettivi della medicina di precisione nella lotta al cancro si parlerà nel convegno «The Healthcare to Come». Appuntamento a Milano il 16 ottobre
Per pilotare il sistema immunitario a riconoscere le cellule cancerose e eliminarle, gli scienziati hanno a disposizione due modalità: rimuovere il freno che spegne la risposta o spingere l’acceleratore e stimolare i linfociti ad attaccare la malattia. Un risultato ottenibile con gli approcci terapeutici immunoterapici. Una rivoluzione che ha portato a curare con successo alcuni tumori che in passato non lasciavano scampo: melanoma e tumore del polmone in primis. Ora, tuttavia, la ricerca ha portato un ulteriore salto di qualità: modificare il Dna delle cellule di difesa per insegnare loro a combattere la malattia. Per farlo ci sono le Car-T, acronimo di «Chimeric antigen receptor T cell». E' anche di questo che si parlerà al convegno sulla medicina personalizzata organizzato per il 16 ottobre a Milano da Fondazione Umberto Veronesi e Fondazione Tronchetti Provera.
ARMARE LE CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
La tecnica consiste nel prelievo dei linfociti T del malato per modificarli geneticamente in modo che sulla superficie esprimano un recettore chiamato Car. La presenza di Car ha come effetto un potenziamento dei linfociti che li rende in grado, una volta reinfusi nel malato, di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino a eliminarle. Utilizzate con successo per la prima volta nel 2012 al Children Hospital di Philadelphia in una bambina di sette anni con leucemia linfoblastica acuta, oggi sono ufficialmente due le terapie approvate sul mercato. Una di queste, tisagenlecleucel, è disponibile e rimborsata anche in Italia dallo scorso mese di agosto.
UTILI IN ALCUNI TIPI DI TUMORE DEL SANGUE
Attenzione però a pensare che le Car-T siano la soluzione al problema cancro. Attualmente l’approccio si è dimostrato efficace per alcuni tumori del sangue quali appunto la leucemia linfoblastica acuta e i linfomi a cellule B e per un limitato numero di pazienti attentamente selezionati. Abbiamo ormai una porzione importante di pazienti che ha ottenuto una guarigione definitiva: essa include il 40% dei bambini con leucemia linfoblastica acuta e circa il 30% degli adulti trattati per un linfoma aggressivo. Queste percentuali sono già importanti se si considera che sono state ottenute in pazienti che avevano fallito tutte le terapie convenzionali, incluso il trapianto di midollo da donatore (trapianto allogenico).
CAR-T SOLO IN CASI SELEZIONATI
Pur essendo terapie salvavita da utilizzare solo ed esclusivamente quando non si hanno più altre armi a disposizione, ciò non significa che per tutte le persone affette da questi tumori le Car-T siano indicate o applicabili sia per la necessità di identificare per ogni tumore un adeguato bersaglio, sia per gli importanti effetti collaterali associati al trattamento. Ma la sfida per le Car-T è anche sul piano organizzativo: non si tratta di una terapia che si può estendere in maniera capillare a ogni ospedale. E’ importante che venga gestita in centri in grado di assicurare una diagnosi tempestiva e un altrettanto rapido trattamento delle complicanze potenzialmente associate a queste terapie, in particolare la sindrome da rilascio citochinico e la neurotossicità.
Sostieni la ricerca, sostieni la vita.
Dona ora per la ricerca scientifica d'eccellenza.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.