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pubblicato il 13-09-2022

Tumore del polmone: smettere di fumare protegge dalla malattia?



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Smettere di fumare riduce drasticamente il rischio di ammalarsi di tumore del polmone. Tuttavia, l'immunità non esiste per nessuno

Tumore del polmone: smettere di fumare protegge dalla malattia?

È stato difficilissimo ma, ormai moltissimi anni fa, sono riuscito a dire addio alle sigarette. Eppure mi sono ammalato lo stesso di tumore ai polmoni. Smettere di fumare, dunque, non protegge dalla malattia?

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Smettere di fumare, spezzando la potente dipendenza dalla nicotina, è un risultato straordinario che consente di ridurre drasticamente il rischio di sviluppare il tumore del polmone; una riduzione che è tanto più consistente quanto più precocemente si è riusciti ad abbandonare il fumo. Tuttavia, dire addio alla sigaretta non rende immuni dalla malattia. È possibile infatti che il fumo avesse già danneggiato il tessuto polmonare, creando le condizioni per lo sviluppo del cancro.

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Il fumo. Una dipendenza che mette a rischio la salute

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In tal caso, nonostante si sia abbandonato il fumo, l’organismo non è riuscito a ripararne i danni e contrastare l’avanzare della malattia. È impossibile sapere se la malattia sarebbe insorta prima, nel caso in cui non si fosse lasciata l’abitudine al fumo. Inoltre, non si può neanche escludere che il tumore non sia in alcun modo connesso al fumo, ma che dipenda da altri fattori. Il cancro del polmone, come quasi tutti gli altri tumori, infatti, è una malattia multifattoriale.

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È vero che il fumo rappresenta il principale fattore di rischio, ma non è l’unico, e il legame tra dipendenza dal tabacco e insorgenza del tumore non è lineare: non tutti i fumatori si ammalano di cancro. Allo stesso modo, anche chi non ha mai fumato può sviluppare la malattia, tanto che si stima che tra il 10% e il 15% dei pazienti con cancro al polmone non abbia mai acceso una sigaretta. Le cause del cancro al polmone nei non fumatori non sono completamente note. Di certo gioca un ruolo la genetica: il tumore che compare nei non fumatori ha infatti specifiche caratteristiche genetiche (per esempio alterazioni nel gene EGFR). Si tratta di alterazioni che non necessariamente compaiono alla nascita, ma possono svilupparsi nel corso della vita. È possibile poi che si sia stati esposti ad altri fattori di rischio, per esempio contaminanti ambientali come asbesto, gas radon, metalli pesanti, gas di scarico, inquinamento atmosferico. E c’è anche il fumo passivo. Si tende a dimenticarlo, ma semplicemente vivere o lavorare con un fumatore aumenta il rischio di malattia di circa un terzo.

 

In ogni caso, sebbene ridurre il rischio di cancro del polmone sia uno dei più grandi vantaggi che possono derivare dalla cessazione del fumo, abbandonare la sigaretta offre ricompense immediate sul benessere e la qualità di vita: si respira meglio, vanno via la tosse e la congestione nasale tipica del fumatore, migliorano le funzioni cardiovascolari, si recuperano gusto e olfatto, camminare diventa più facile e l’energia fisica aumenta.

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