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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 31-05-2024

La rivoluzione delle terapie target nei tumori del polmone ALK+



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Lorlatinib rivoluziona il trattamento dei tumori del polmone ALK+. Un miglioramento senza precedenti nella sopravvivenza a lungo termine e nel controllo delle metastasi cerebrali. I risultati presentati ad ASCO

La rivoluzione delle terapie target nei tumori del polmone ALK+

Nel tumore del polmone ALK+, l'utilizzo in prima linea della terapia target lorlatinib migliora enormemente la sopravvivenza e il controllo delle metastasi cerebrali rispetto alle terapie target di prima generazione come crizotinib. Un risultato importante che potrebbe presto cambiere la pratica clinica nel trattamento di questo genere di neoplasie. In base a questi risultati il farmaco -già disponibile da tempo anche in Italia come seconda e terza strategia di cura- si spera possa diventare presto disponibile per l'utilizzo in prima linea. I risultati del clinical trial di fase III CROWN sono stati presentati a Chicago al congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), uno dei più importanti appuntamenti a livello mondiale dedicati alla cura dei tumori.

COSA SONO I TUMORI DEL POLMONE ALK+?

I tumori del polmone non sono tutti uguali. Una quota pari a circa il 5% del totale -prevalentemente non fumatori- possiede una mutazione nel gene ALK. Questa caratteristica è associata ad una prognosi peggiore e alla capacità di metastatizzare al cervello. Ma la presenza della mutazione ALK, da qualche anno, può essere sfruttata come bersaglio terapeutico.

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LE TERAPIE A BERSAGLIO MOLECOLARE

Prima dell'avvento delle terapie a bersaglio molecolare le cure per questo tipo di neoplasia polmonare erano pressoché inesistenti. Una situazione di sostanziale stallo che si è sbloccata nel 2007 con l'arrivo di crizotinib, prima molecola capace di colpire selettivamente le cellule con questa caratteristica causandone la morte. Negli anni sono poi arrivati diversi nuovi farmaci di seconda e terza generazione -come alectinib, brigatinib e lorlatinib- sviluppati per superare le resistenze e per riuscire ad arrivare anche a colpire le metastasi cerebrali. Farmaci che hanno contribuito a migliorare sensibilmente la sopravvivenza e la qualità di vita.

LO STUDIO

Lo studio di fase III CROWNE presentato ad ASCO ha comparato l'utilizzo di lorlatinib -terapia target di terza generazione- con crizotinib, il capostipite degli inibitori di ALK. L'analisi ha coinvolto 296 pazienti con tumore del polmone in fase avanzata. In un caso su 4 erano anche presenti metastasi cerebrali. Osservati a partire dal 2017, lo studio ha fornito i primi dati a lungo termine sull'utilizzo delle due strategie. Dalle analisi è emerso che la sopravvivenza globale senza progressione di malattia a 5 anni dalla diagnosi è stata del 60% in chi assumeva lorlatinib è dell'8% con crizotinib. Un altro dato importante è quello relativo alla mediana della sopravvivenza libera dalla malattia, un parametro molto importante che indica il punto in cui il 50% dei pazienti ha avuto una progressione della malattia, mentre l'altro 50% non l'ha ancora avuta. Per quanto riguarda lorlatinib questa non è stata raggiunta e ciò suggerisce che i pazienti trattati con lorlatinib continuano a beneficiare del trattamento per un periodo più lungo, ritardando la progressione del tumore rispetto ai pazienti trattati con crizotinib. Infine, dato da non trascurare, la molecola in questione si è dimostrata efficace nel controllare le metastasi cerebrali.

UTILIZZARE LORLATINIB IN PRIMA LINEA

«Questi risultati -ha commentato per ASCO David R. Spigel, direttore Scientifico del Sarah Cannon Research Institute (Stati Uniti)- sono straordinari e confermano l'eccezionale efficacia duratura di lorlatinib come scelta di prima linea per i pazienti con tumore al polmone ALK+. Tuttavia, sarà importante confrontare questa opzione terapeutica con altri inibitori più comunemente utilizzati rispetto a crizotinib. Nonostante ciò questi risultati sono tra i migliori mai raggiunti per gli inibitori di ALK». Attualmente in Italia tutti le molecole dirette contro ALK sono disponibili all'utilizzo nel tumore del polmone con questa caratteristica molecolare. La differenza però è nelle indicazioni terapeutiche: lorlatinib è utilizzato principalmente come trattamento di seconda o terza linea dopo il fallimento di altri inibitori ALK. Ma alla luce dei risultati presentati ad ASCO sulla sopravvivenza e sull'efficacia nel controllo delle metastasi cerebrali -al netto delle considerazioni sui possibili effetti collaterali- l'utilizzo in prima linea si fa sempre più pressante. 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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