Una metanalisi canadese sottolinea gli effetti dell’esercizio aerobico sul parto e sul peso futuro del bambino. I consigli per muoversi in sicurezza
Favorisce il parto spontaneo, esercitando un controllo benefico anche sul peso del nascituro: sono gli effetti della regolare attività fisica praticata in gravidanza, emersi dalla revisione di numerosi studi sull’argomento, condotta dall’Università di Alberta, in Canada, e pubblicata sulla rivista Obstetrics and Gynecology.
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LO STUDIO
Si tratta infatti di una vera e propria metanalisi su oltre mille studi clinici e più di 5.300 donne in dolce attesa, di cui una parte sottoposte a semplici controlli di routine, ed altre anche a un programma di "training" con esercizi fisici prenatali mirati solo al pavimento pelvico e rimodulati ogni due settimane in occasione delle visite di controllo. Lo scopo dello studio era duplice: definire i benefici di una attività fisica verso un parto spontaneo o cesareo nei due campioni di popolazione e l’influenza dell’esercizio aerobico sulla crescita di peso del feto. Ne è emerso che praticare regolare attività fisica durante la gravidanza non solo ridurrebbe del 20% il ricorso al taglio cesareo, ma conterrebbe il rischio - anche del 31% - di bambini in sovrappeso alla nascita che si traduce in minori possibilità per il feto di sviluppare obesità da ragazzo o da adulto.
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COSA SCEGLIERE E COSA EVITARE
Sport: sempre, per tutte (salvo in caso un elevato rischio di parto prematuro) e volentieri. Potrebbe esser questo il motto di una mamma in attesa perché l’esercizio fisico praticato con buon senso e qualche accortezza, per tutto il periodo gestazionale fino al termine, è un toccasana per se stessa e il bebè: «L’esercizio nel corso dei nove mesi dovrebbe essere di tipo aerobico», spiega Anna Maria Marconi, direttore della clinica ostetrica e ginecologica, dipartimento materno infantile dell’Ospedale San Paolo di Milano. «Vanno escluse tutte le attività a livello agonistico o che possano comportare il rischio di cadute o di traumi anche minimi». Sì, dunque, alle mamme in palestra che si allenano alla maternità sul tapis roulant, perché la camminata veloce è uno degli esercizi fisici migliori in gravidanza, o che praticano esercizi soft a corpo libero. «È meglio invece evitare la cyclette - continua la professoressa - perché concentra troppo la circolazione agli arti inferiori, privilegiando invece movimenti e attività che distribuiscono lo ‘sforzo’ (che in gravidanza deve essere minimo, ndr) in modo più omogeneo».
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PER LE PIU’ SEDENTARIE
Il tutto va praticato senza eccessi, specie se si è state mamma pigre che si approcciano per la prima volta all’attività fisica con il pancione. «Non ci sono controindicazioni neanche in questo caso, ma bisogna essere più attenti e cominciare per gradi con quindici minuti tre volte a settimana, fino a raggiungere a poco a poco mezz’ora di attività fisica per 3-4 volte settimana. In quest’arco di tempo, vanno compresi il riscaldamento, una serie di esercizi più intensi e il defaticamento». Oltre ai benefici di una normale attività fisica o di sport come il nuoto o l’acquagym, ideali anch’essi in gravidanza, ulteriori vantaggi possono derivare da una attività di potenziamento locale, ovvero da una ginnastica perineale mirata al pavimento pelvico: «Essa può influire sull’esito del parto perché riduce la possibilità di avere lacerazioni da parto, grazie al miglioramento dell’elasticità del perineo, con ripercussioni positive anche sulle performance sessuali post parto e sulla riduzione del rischio di incontinenza urinaria».
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ATTENZIONE AL CALDO E AL DIGIUNO
Evitare rischi inutili correlati a fattori fisiologici o ambientali deve essere il moto conduttore della mamma che pratica attività fisica in dolce attesa o del personal trainer che la segue nel suo allenamento. «Occorre innanzitutto tenere sotto controllo l’aumento della temperatura corporea con una corretta idratazione, particolarmente importante in gravidanza, tanto più in occasioni in cui si verifica una dispersione di calore come durante la pratica fisica. Pertanto vanno evitati anche ambienti umidi o troppo caldi come il bagno turco». Ulteriori fattori di rischio sono le crisi ipoglicemiche che possono verificarsi nel momento in cui una donna in gravidanza fa esercizio fisico, specie se intensamente o a lungo, alla sera e a digiuno, senza cioè aver consumato lo spuntino, invece comunque d’obbligo, di metà pomeriggio. «Ancora sono da escludere dall’allenamento esercizi che prevedano la posizione supina - conclude Marconi - perché, soprattutto andando avanti nella gravidanza, l’utero gravido può comprimere la vena cava e ridurre l’afflusso di sangue al cuore e all’utero». Resta inteso che l’esercizio fisico va accompagnato da una dieta ad hoc, studiata con il nutrizionista e il cui binomio favorisce anche la crescita ottimale del peso del nascituro, premessa di salute futura.