Occhi puntati su iQOS in vista della Giornata mondiale contro il tabacco. Dati preliminari segnalano emissioni di idrocarburi policiclici aromatici e formaldeide
Per la propaganda è già diventata «la sigaretta che non fa male». Per gli esperti ancora «non c'è alcuna prova indipendente che evidenzi una riduzione del danno rispetto alle sigarette tradizionali». In occasione del World No Tobacco Day, la Giornata organizzata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per la lotta al fumo (a sinistra, la locandina con il tema di quest'anno), la protagonista dell'ultimo dibattito è la iQOS (nella foto, tratta dal sito di italiano dell'azienda), il recente dispositivo lanciato da Philip Morris - all'inaugurazione dello stabilimento produttivo in Emilia Romagna c'era anche il Premier, Matteo Renzi - con l'intento di fronteggiare il calo dei consumi di sigarette nei Paesi occidentali, venduto in fase sperimentale a Milano (e in Giappone) da sei mesi.
No Smoking Be Happy in campo nel mese della lotta al fumo (con l'aiuto di Fabio Volo!)
COME FUNZIONA?
iQOS, immesso sul mercato dopo il calo delle vendite registrato dalle sigarette elettroniche, rappresenta l'ultimo sforzo da parte di una multinazionale del tabacco di escogitare prodotti meno nocivi per la salute.
Con settanta euro si acquista il kit, contenente una «penna» in cui viene inserita una piccola sigaretta di tre centimetri, che alle due estremità ha un filtro e il tabacco. Il pacchetto con venti ricariche costa cinque euro: ovvero la spesa necessaria per comperarne uno di sigarette tradizionali.
Secondo i produttori, però, sarebbero diversi i vantaggi per la salute, ben sintetizzati dallo slogan «heat, not burn» (riscalda, ma non brucia). «iQOS riduce di oltre il novanta per cento la formazione di componenti nocivi e potenziali rispetto al fumo di una sigaretta a combustione e produce un aerosol molto meno tossico». Rispetto invece alle sigarette elettroniche, l'ultimo dispositivo - l'inalazione dura poco più di cinque minuti, dopo i quali la «penna» va ricaricata - «regala» al fumatore il piacere del profumo del tabacco ed elimina il fastidioso contatto con la plastica: inevitabile per chi aveva optato per le e-cig.
IQOS brucia il tabacco a 350 gradi - temperatura inferiore rispetto alle sigarette tradizionali - e non rilascia cenere.
SICUREZZA DA DIMOSTRARE
Il tema della sicurezza di queste nuove sigarette è stato protagonista della giornata organizzata dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - cui ha preso parte anche il direttore del nostro sito, Donatella Barus - in vista della Giornata mondiale contro il tabacco, fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per domenica 31 maggio.
È stato Roberto Boffi, pneumologo responsabile del centro antifumo della struttura, a illustrare i dati scientifici preliminari relativi all'utilizzo di iQOS. «Negli esperimenti realizzati nel corso delle ultime settimane è stata rilevata la presenza di black carbon, non rilasciato dalle sigarette elettroniche, nelle polveri sottili emesse dalle iQOS, anche se in concentrazioni del 10-15% rispetto alle sigarette normali. Il black carbon è indice di presenza nel PM2,5 di idrocarburi policiclici aromatici. Abbiamo rilevato anche una significativa presenza di aldeidi, tra cui la formaldeide che recentemente l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito nella lista delle sostanze cancerogene per l'uomo (causa di diversi tumori del rino faringe, ndr)».
Motivo per cui, è l'opinione dell'esperto, «occorre mantenere il divieto di fumo nei locali anche per l'iQOS».
DOPO ANNI DI FUMO È UTILE SMETTERE?
DANNI INDOTTI DAL TABACCO
La giornata, alla presenza di diversi atleti (la pallavolista Francesca Ferretti e l'atleta paralimpico Fabrizio Macchi), è servita anche come spunto per ricordare che «l'uso di tabacco in qualsiasi forma danneggia la salute», secondo il monito ripetuto anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che fino a domenica rispolvererà i numeri di questa piaga: quasi sei milioni le persone che perdono la vita ogni anno nel mondo, poco meno di centomila in Italia, seicentomila in totale a causa del fumo passivo.
Al momento non ci sono prove solide al punto da attestare l'efficacia dei recenti dispositivi - sigarette elettroniche e iQOS - nei percorsi di dissuasione dal fumo tradizionale.
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Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).